La Sala dei Notari era particolarmente piena, pronta ad accogliere il consiglio grande di ieri pomeriggio. Il tema è particolarmente sentito: quello dei servizi educativi, definito da più persone ieri come un fiore all’occhiello per Perugia, ma che sta attraversando una fase delicata, soprattutto per questioni legate a gestione e costi. La storia è cominciata già qualche mese fa con l’esternalizzazione delle mense. A pioggia sono arrivate poi le proteste per la scadenza dei contratti delle educatrici precarie, la questione della Scuola Santa Croce, la chiusura dell’asilo nido La Magnolia di Collestrada, la necessità di ristrutturare asili e scuole materne.
Tra il pubblico, insieme alle mamme e ai papà, alle educatrici precarie e ad alcuni esponenti della società civile, anche volti noti della politica perugina e regionale: in ordine si sono presentati i consiglieri regionali Carla Casciari, Attilio Solinas, Silvano Rometti, Marco Vinicio Guasticchi. Presente anche il segretario comunale del Pd, Francesco Giacopetti. “Un consiglio speciale – lo ha dunque definito il presidente Varasano in apertura – su un tema particolarmente sentito, per il quale abbiamo lasciato volutamente una definizione generica per non limitare la discussione, ma aprirla a tutte le sfaccettature del tema.”
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Il tema è delicato: nei mesi scorsi tante sono state le manifestazioni di protesta e gli scontri tra amministrazione, comitato genitori ed educatrici precarie. La maggioranza di Palazzo dei Priori sceglie così, anche strategicamente, di aprire il consiglio alla cittadinanza tutta, trasformando la Sala dei Notari in luogo d’ascolto, senza nessun intervento da parte di consiglio e giunta e neanche deliberazioni finali.
Tantissimi gli interventi in scaletta: più di 100 si erano preparati il proprio discorso, per un Consiglio fiume durato diverse ore. A tutti sono stati concessi cinque minuti. Non sono mancati applausi e fischi, che il presidente Varasano ha provato più volte a sedare, dicendo “non siamo in uno stadio“. Tra i temi sollevati soprattutto il servizio di refezione scolastica, il precariato delle educatrici degli asili, ma anche la chiusura dell’asilo Magnolia di Collestrada (per il quale, dice una madre, “non abbiamo ancora compreso cosa accadrà, né che tipo di struttura avete scelto e dove verranno trasferiti i nostri figli”), la situazione critica della scuola Santa Croce, lo stato delle aree verdi e dei parchi giochi e, infine, del ruolo della famiglia e degli educatori. Critico l’atteggiamento delle educatrici e di alcuni sindacalisti intervenuti riguardo al bando per le graduatorie delle educatrici che, secondo gli interventi, non tiene conto dell’esperienza pregressa, con uno spreco di risorse e di professionalità.
Sul piano delle mense, molti interventi sono stati mirati a sottolineare l’importanza della condivisione e della partecipazione delle famiglie nella gestione del servizio stesso – e non solo nel controllo – anche sulla base dell’esperienza pregressa fatta con i comitati mensa.
Per i genitori la linea rimane sempre la stessa: rimproverano all’amministrazione di averli estromessi dal servizio, di aver privilegiato la logica del risparmio, di non aver ascoltato le loro proposte. Hanno anche chiesto di poter condividere le scelte riguardanti i loro figli in un’ottica di pubblico e privato, di dotarsi della Carta dei servizi, di formalizzare la costituzione del tavolo paritetico e di poter effettuare controlli più stringenti sul gestore del servizio. Tra gli argomenti toccati in questo ambito anche l’acqua e l’utilizzo di stoviglie in plastica, sulla cui qualità e opportunità i genitori hanno mostrato preoccupazioni in più occasioni e rispetto alle quali è stato chiesto all’amministrazione di fare marcia indietro con lo scopo di di proteggere le fasce più deboli rispetto alla tutela della loro salute. A questo proposito diversi gli interventi tecnici sulla presenza dei nitrati nell’acqua, sostanze che, come è stato spiegato, sono potenzialmente cancerogene e metterebbero a repentaglio particolarmente la salute dei bambini, in quanto soggetti più esposti. Al riguardo è intervenuto anche l’Amministratore delegato di Umbra Acque, Paolo Pizzari, per rassicurare che i limiti dell’acqua di rubinetto del comune di Perugia rientrano nelle previsioni di legge (i limiti di legge sono di 50 mg/litri, negli acquedotti di Perugia – ha detto Pizzarri – vanno da 10 a 40 mg/litro) e che sicuramente l’acqua del rubinetto è più controllata di quella in bottiglia.
Da più parti è stato richiesto al Sindaco e all’Amministrazione di rendere pubblico la politica che si intende attuare per il futuro dei servizi educativi, con critiche aperte al project financing che porterebbe all’esternalizzazione del servizio. Un’esternalizzazione da più parti criticata proprio perché realizzata in nome di un’efficienza che tiene conto solo della dimensione economica e non di quella sociale e culturale del servizio. Nello specifico, il processo riguarderebbe 6 asili comunali: il rischio, ha detto ieri durante un suo intervento un’educatrice precarie, è che “41 insegnanti si ritroveranno senza lavoro”.
Ora la palla ripassa in giunta, che negli ultimi giorni ha varato un vero e proprio “piano di recupero degli edifici scolastici”, stanziando per gli interventi sui plessi perugini la somma di 733mila euro provenienti dall’avanzo di amministrazione 2015. Nel dettaglio 325mila euro saranno destinati per interventi sugli asili nido, mentre i restanti 408mila euro serviranno per gli adeguamenti funzionali e normativi, prevenzione incendi, manutenzione straordinaria degli altri plessi. Il piano prevede la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici che ospitano gli asili e gli istituti scolastici, anche tramite attuazione di progetti di carattere innovativo di filiera scolastica (che saranno presentati nelle prossime settimane). Il piano è già pronto a partire: i lavori, infatti, in alcuni istituti cominceranno subito dopo la chiusura delle scuole, in modo da consegnare strutture rinnovate per l’inizio dell’anno scolastico 2016-2017.
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