Non sarà l'ennesima copia al neon in stile Las Vegas. E non soltanto perché le pietre con le quali è stata costruita arrivano dal Monte Subasio. Non soltanto perché gli affreschi che proprio questa settimana verranno montati sono la riproduzione esatta dei lavori di Friedrich Overbeck, di Ilario da Viterbo e del Perugino. Non soltanto perché ad inaugurarla, il 27 settembre prossimo, sarà il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Ciò che, se possibile, renderà la Porziuncola di San Francisco (California) ancora più simile all'originale di Assisi (Umbria), è che ai pellegrini americani che la visiteranno sarà concessa l'indulgenza plenaria (naturalmente previa confessione, comunione, recita del Credo, Padre nostro e di una preghiera per le intenzioni del Pontefice).
È infatti atteso il decreto della Penitenzieria apostolica che concederà la totale remissione dei peccati, come fece 800 anni fa Papa Onorio III per quanti andarono a vedere l'«altra» Porziuncola, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. «Sono francescana da tre generazioni. Desideravo tanto fare qualcosa per il Poverello nella mia città. Così, quando il nostro Santuario di San Francesco rischiò di chiudere, mi sono rivolta all'allora arcivescovo Levada e l'ho pregato di aiutarmi», racconta Angela Alioto, vicesindaco di San Francisco, 58 anni, origini siciliane, avvocato di grido premiata da Bush, lei che è democratica convinta, per il suo impegno con i senza tetto. Per dire: una che si è fatta scrivere l'introduzione della sua biografia da Francis Ford Coppola. Una che si è comprata a Trevi la chiesetta sconsacrata di San Costanzo per farne il suo buen retiro italiano. Una, insomma, capace di mettere insieme i quattro milioni di euro serviti per realizzare il progetto. Nel 2006 l'incarico di riprodurre i 160 metri quadrati di affreschi è stato affidato a Stefano Lazzari, artigiano di Città di Castello che ha brevettato la pictografia, particolare tecnica di clonazione già felicemente testata al Palazzo Ducale di Vilnius, nel Castello Estense di Ferrara e agli Uffizi di Firenze.
Alla vigilia della partenza per la California, è lui a spiegare: «Ho lavorato ininterrottamente per mesi con mia sorella Francesca e mio padre Romolo: abbiamo fotografato centimetro per centimetro gli originali prima di ridipingerli. Nelle copie abbiamo lasciato anche i graffiti che si sono creati nel corso dei secoli e che le Belle arti ormai tutelano. Ma oltre al lavoro, mi interessava il valore religioso di questo progetto, ecco perché ho accettato». La Porziuncola statunitense si trova a Vallejo Street, all'angolo con Columbus Avenue, strada centralissima dove ogni anno passeggiano quindici milioni di persone. La struttura si può ammirare anche dall'esterno, grazie a una grande vetrata sulla strada. La cappella è stata riprodotta all'81 per cento: è un po' più bassa dell'originale, un po' più stretta, ma più lunga, in modo da poter accogliere i banchi per i fedeli. Alle porte e agli arredi lignei ha pensato Lucio Duchi, anche lui di Città di Castello. Mentre Maurizio Volpi è lo scalpellino che ha rifinito le rocce. «I frati di Assisi hanno sostenuto la nostra iniziativa donandoci una pietra rinvenuta dalle fondamenta della Porziuncola umbra dopo il terremoto del 1997», prosegue Angela Alioto. La cura della cappella è affidata alla confraternita dei Cavalieri di San Francesco, gemellati con i frati minori di Santa Maria degli Angeli di Assisi. Manca solo il Papa. Lo aspettano nel 2010.
( fonte Corriere.it)