Guardare dall’alto il comparto della meccanica, ripensando ad un’industria avanzata e innovativa nell’Umbria. A farlo la Cisl e la Fim, categoria dei metalmeccanici, con “Industria meccanica: nuovi modelli produttivi e contrattuali”, convegno che si è tenuto ieri pomeriggio a Trevi. Incontro che è servito a disegnare il quadro delle criticità, ma anche a indicare la strada da percorrere per uscire dal contesto di straordinarietà, che è afflitto anche da questioni strutturali di carattere regionale e nazionale, attraverso la contrattazione di secondo livello, l’innovazione e l’internazionalizzazione. Analisi che è stata supportata dal contributo di professore universitario Sergio Sacchi. “Assetti produttivi e contrattuali nuovi per rispondere agli scenari devastati dalla crisi”. A dichiararlo nel proprio intervento il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra, che ha precisato che “ognuno deve fare la propria parte per rilanciare la produzione e l’export e non limitarsi alla produzione interna. Un’industria meccanica complessa e articolata come quella umbra deve poter contare sulle proposte più adeguate e puntuali, potendo oggi ricorrere anche alla possibilità di ricorrere alle forme contrattuali oggi possibili con la condivisione dei nuovi modelli contrattuali, condivisi unitariamente.
E’ stato il segretario generale regionale della Fim Cisl Umbria Adolfo Pierotti a snocciolare i principali casi di crisi in Umbria, senza sottovalutare le piccole e piccolissime imprese del territorio che costellano il settore, che in Umbria conta circa 20 mila addetti, un quinto dei quali in forte difficoltà. Tra le altre, massima attenzione per l’Emicom di Massa Martana con circa 700 addetti, la Trafomec di Tavernelle con 105 esuberi, la Ims di Spoleto i cui destini saranno determinati dal Piano industriale che sarà discusso prossimamente, la Merloni con il prossimo incontro a Roma del 28 settembre per valutare l’ultima proposta che non convince dal punto di vista della salvaguardia occupazione, la ThyssenKrupp e la sua operazione di riqualificazione.
“L’Umbria –ha affermato il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina- proprio come l’Italia ha bisogno di una politica di sostegno alla crescita del settore”. Farina ha invocato una politica concertativa che sappia mettere insieme i vari soggetti per dar vita ad una politica industriale territoriale. “Questo processo –ha sottolineato- permetterà anche di attrarre nuovi investimenti per rispondere concretamente a una situazione complessivamente di grande difficoltà”. Nello specifico, dall’incontro è emerso che le aziende legate all’esportazione sono in leggera ripresa, quelle legate al mercato interno invece registrano gravissime difficoltà legate anche alla mancata sostenibilità a causa della stretta creditizia.
“Stare sulla competizione significa innovare”. A dichiararlo l’assessore regionale alle politiche industriali Vincenzo Riommi, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa cislina perché ha rappresentato un momento fondamentale di approfondimento per ragionare su temi di grande attualità al di fuori della stretta contingenza e della contrattazione in Regione. Entrando nello specifico dei temi trattati, Riommi ha sottolineato che “i modelli contrattuali servono a garantire reciproci ambiti di diritto e le priorità da salvaguardare, coordinare comportamenti e fare squadra su obiettivi”.
“Nella giornata di oggi è stata definitivamente approvato l’accordo per le relazioni industriali”. A trattare dell’importanza della coesione sociale e delle certezze per attrarre investitori è stato il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni. “L’impresa, per essere efficiente e garantire occupazione, deve poter programmare –ha concluso il segretario- senza ostacoli interni ed esterni”.