Massimo Geusa, il marito di Tiziana Deserto, e gli avvocati Gianni e Eugenio Zaganelli, hanno chiesto la grazia per la donna detenuta nel carcere di Lecce dal maggio 2012, quando la Corte di Cassazione le confermò la condanna a 15 anni di reclusione per il concorso in omicidio di Maria, la figlia uccisa nel 2004 all'età di soli 2 anni e 7 mesi. Per l'omicidio fu arrestato anche Giorgio Giorni, reo confesso, l'uomo con il quale Tiziana aveva intrapreso una relazione e che praticava violenze alla piccola: Tiziana, la quale di fronte ai giudici si è sempre dichiarata innocente, aveva affidato la bambina al compagno, nonostante fosse a conoscenza dei maltrattamenti. “Chiediamo la grazia per Tiziana Deserto”, recita il documento redatto da Massimo, convinto dell'innocenza della donna, e dai legali, destinata a finire sul tavolo del Ministro della Giustizia Cancellieri, nota in questi giorni alla cronaca politica per la concessione degli arresti domiciliari della Ligresti. Nella battaglia per la grazia si sono uniti anche alcuni esponenti del partito dei Radicali. Il marito di Tiziana, nominato amministratore di sostegno della donna, ha inviato dunque in questi giorni una richiesta al Presidente Giorgio Napolitano, al quale spetta l'ultima parola per la concessione della grazia, accompagnata da una lettera di perdono nei confronti della donna da parte della famiglia, che durante il processo si era costituita parte civile. La polizia giudiziaria, su richiesta del Tribunale di Sorveglianza, ha poi sentito i suoceri di Tiziana proprio a seguito di questa stessa lettera.
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(Ale. Chi.)
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