di Giorgio Raffaelli
Se lo chiedete ad un vigile urbano vi dirà che via Falchi è un tratto di strada tra via Via Marconi e S. Nicolò. Ha ragione perché quello è il luogo. Ma per tante persone e famiglie che in quella via hanno trovato e ritrovato un modo più sereno di affrontare avventure (e disavventure) della vita, “via Falchi” è una bella costruzione con un ampio giardino, senza barriere architettoniche ne di alcun altro genere dove ogni giorno torna ad essere un giorno di straordinaria normalità. In quella palazzina azzurra grazie all'impegno della Cooperativa Il Cerchio e ad una proficua collaborazione con ASL e Comune di Spoleto, convivono tre diversi progetti/servizi rivolti ai cittadini più anziani: una Residenza Protetta, un Centro diAccoglienza Diurno, e un centro Alzheimer. Se fosse vero come a noi (e forse non solo fra di noi) piacerebbe, che il valore di una comunità si misura nella sua capacità di offrire ai più deboli e silenziosi opportunità pari a tutti gli altri, allora via Falchi potrebbe essere la prova che quella comunità può esistere.
Questo nostro numero 170 forse potrà sembrarvi che parla solo di qualcosa che accade tra via Marconi e S. Nicolò. Ma a leggere bene forse potreste scoprire che una macchina fotografica e un'operatrice che fugge davanti all'obbiettivo, una transenna di legno curata e abbellita da panchine e fioriere, il profumo delle erbe aromatiche e il colore dei fiori, un tubo per innaffiare, la musica e gli strumenti musicali, insieme al cuore e al cervello delle operatrici e degli operatori, possono diventare il cuore e la testa per una città migliore.
(“Il punto” tratto dal giornalino “Non solo fra di noi” n. 170 del 5 settembre 2008)
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