Il 24 gennaio 1844 nasceva a Valona, Ismail Qemali l’uomo che avrebbe segnato la storia dello stato albanese. Qemali guidò il Movimento nazionale nella proclamazione dell’Indipendenza e la secessione dall’Impero Ottomano avvenuta il 28 novembre 1912.
A capo dell’Assemblea Costituente di Valona ed eletto da questa Primo Ministro del governo provvisorio, Qemali gettò le basi dello stato di cui oggi sono eredi i cittadini del Paese delle aquile. Per via di un contesto politico a lui avverso, diede le dimissioni a gennaio del 1914, ma continuò ad impegnarsi per la questione albanese fino a quando si spense a Perugia il 24 gennaio 1919.
Noto alla stampa italiana già all’inizio del ‘900 per essersi allontanato dall’Impero Ottomano di suo volontà in aperta contrapposizione con il Sultano Abdul Hamid, Ismail Qemali viaggiava spesso anche in Italia e aveva relazioni anche con uomini politici italiani ed europei.
L’ultima volta, Ismail Qemali si recò in Italia il 9 dicembre 1918 e si spense a Perugia il 24 gennaio 1919 presso l’Hotel Brufani . Al termine della Prima Guerra mondiale, la questione dei confini dell’Albania sarebbe stata discussa di nuovo alla Conferenza di Pace. Gli interessi dell’Italia sull’Albania erano ancora molto presenti e il governo italiano invitò a Roma Ismail Qemali per coordinare le posizioni.
All’epoca, Ismail Qemali si trovava in Spagna ed era stato eletto dalla comunità albanese degli Stati Uniti come loro rappresentante in Europa in difesa della questione nazionale. Il 23 gennaio 1919 mentre aspettava a Perugia, Ismail Qemali ebbe un’emorragia celebrale e nonostante le cure morì il giorno dopo. Ci sono pareri diversi sulla sua morte che coincise con un momento molto delicato per la questione nazionale e il suo appoggio era considerato molto importante.
Sicuramente come rappresentante della questione nazionale aveva anche nemici, e quindi non è escluso che ci sia stato un complotto contro di lui da circoli antialbanesi.