E' lotta alle case chiuse a Città di Castello: gli agenti del Commissariato tifernate, della Squadra Anticrimine e dell’Ufficio Prevenzione Generale, coordinati dal Vice Questore Marco Tangorra, hanno sequestrato due abitazioni situate a Riosecco e nel centro storico tifernate. Sono state, inoltre, denunciate a piede libero alcune donne che occupavano gli appartamenti.
Le indagini si sono svolte nell’ambito dell’attività svolta a fermare il fenomeno del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione connessa con l’immigrazione clandestina.
Le case – A Riosecco di Città di Castello la casa sequestrata dagli agenti “ospitava” una cittadina dominicana e residente in Spagna, A.B.V. di anni 43. La donna, proveniente da Parma, si prostituiva all’interno dell’appartamento il cui contratto di affitto risultava essere intestato ad un'altra donna, S.G.E. panamense di 64 anni, ora indagata in stato di libertà ai sensi dell’art.3 comma 8 legge 75/58 per favoreggiamento della prostituzione.
Il secondo appartamento, situato in pieno centro storico di Città di Castello, e più precisamente in via del Forno, era “abitato” da due donne, anch’esse dominicane: P.S.M.d.P. di 58 anni, e sua nipote P.A.J., 36enne, la prima residente a Città di Castello, la seconda a Padova, ma clandestina. P.S.d.P. è stata a sua volta indagata per favoreggiamento della prostituzione e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre P.A.J. è indagata ai sensi dell’art. 10 bis legge 286/98 per il reato di immigrazione clandestina.
Le due abitazioni sono state poste sotto sequestro, già convalidato dall’autorità giudiziaria competente.
(Ale. Chi.)
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