"Campo della Fiera" di Orvieto: nell'area sacra rinvenuti altri mosaici pavimentali e ceramiche.
Hanno in serbo nuove sorprese le ricerche archeologiche condotte, su concessione ministeriale, in località “Campo della Fiera” di Orvieto dall’omonima Associazione Onlus, sotto la direzione scientifica della Prof.ssa Simonetta Stopponi.
Si sta indagando, infatti, la grande struttura segnalata dalle prospezioni geomagnetiche condotte nel 2020. La costruzione, nello specifico, prospetta la Via Sacra del luogo di culto affiancandosi al tempio C e all’edificio E, composto da tre stanze. Identico a quest’ultimo il nuovo fabbricato, denominato edificio F, analogo nelle misure, nella tecnica costruttiva e nell’articolazione dei tre ambienti.
“Forse si tratta di edifici destinati a contenere i doni preziosi delle città etrusche al santuario federale“
“Un’ipotesi – fanno sapere gli archeologi impegnati nella campagna di scavo – è quella che si tratti di edifici destinati a contenere i doni preziosi delle città etrusche al santuario federale”. “Ora verrà condotta un’indagine in profondità per verificare l’eventuale presenza di un terzo edificio al di sotto del collettore di servizio alle terme romane, raggiungendo in tal modo il numero complessivo di 9 stanze”. “Sarebbe, allora, molto probabile – aggiungono – che esista una quarta struttura servita da una robusta fondazione alle terme erette all’epoca dell’imperatore Adriano, e che in totale siano 12 gli ambienti, in perfetta rispondenza al numero delle città che formavano la lega etrusca”.
Ulteriori novità della campagna in corso sono costituite dal rinvenimento di altri mosaici pavimentali della prestigiosa residenza di età augustea e dalla scoperta di un pozzo, pertinente al convento della chiesa di San Pietro in Vetera.
Studenti statunitensi, europei e italiani all’opera
Allo scavo prendono parte numerosi studenti di Atenei statunitensi, europei (Madrid, Bonn, Parigi) e italiani (Firenze, Venezia, Napoli, Perugia, Foggia, Pavia, Padova, Milano). I lavori proseguono grazie contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, da sempre sensibile al locale patrimonio dei beni culturali.
I risultati finora ottenuti sono di grande interesse. Documentano l’importanza storica di un luogo che dal sesto secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, denominato dagli Etruschi “Il luogo celeste” e dai Romani “Fanum Voltumnae”. La ristrutturazione del sito, difatti, ebbe luogo in età romana e continuò a vivere in epoca cristiana e medievale, fino al XV secolo.
L’intervento della Soprintendenza
Purtroppo, la violenta bomba d’acqua dell’8 agosto scorso ha provocato danni alle coperture dei mosaici, coprendoli di fanghiglia, ed ha completamente allagato l’intero scavo rendendo impossibile la prosecuzione delle indagini per alcuni giorni. La Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio dell’Umbria effettuerà un sopralluogo nel sito.