Non c’è ancora emergenza, ma certo il rischio siccità si fa sempre più concreto anche in Umbria. A dare l'allarme è la Cia dell'Umbria. Le risorse idriche, infatti, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno d’acqua dappertutto e le campagne sono le prime a subire gli effetti disastrosi del caldo torrido. A rischio sono soprattutto le coltivazioni di mais, tabacco, ortaggi, vite e olivo; per quest’ultima il danno si è già concretizzato avendo, a causa della forte carenza d’acqua, fruttificato in maniera molto limitata. Notevolmente critica è la situazione in tante zone dell’ Alta e della Media Valtiberina dove si sono fatti già sentire gli effetti dell’Ordinanza con la quale la Provincia di Perugia ha vietato gli attingimenti a scopo irriguo da tutti i corsi d’acqua affluenti del Tevere, mettendo così a forte rischio soprattutto le produzioni di tabacco, mais e ortaggi. Proprio nei giorni scorsi le Organizzazioni agricole dell’Umbria avevano chiesto alla Regione di intervenire nei confronti dell’Ente Acque Umbro-Toscane, gestore dell’ invaso di Montedoglio sul Tevere, per aumentare la portata di acqua rilasciata a valle della diga, stante la gravità della situazione. “La Cia dell’ Umbria, anche in considerazione del prevedibile ulteriore aggravamento degli effetti della carenza d’acqua nei prossimi giorni, chiede alla Regione di mettere in atto con urgenza misure straordinarie per sostenere le imprese agricole colpite dalle conseguenze della siccità e di valutare attentamente, qualora dovesse perdurare l’attuale andamento meteorologico, l’ipotesi di dichiarare lo stato di calamità naturale”.
Caldo, emergenza siccità. Anche in Umbria agricoltura in affanno
Ven, 06/07/2012 - 14:25