Imprenditore, umanista, mecenate. Brunello Cucinelli incarna a tal punto lo spirito rotariano da meritarsi l’onorificenza più esclusiva del service club, il Paul Harris Fellow, che è stato consegnato all'imprenditore umbro giovedì dal presidente del Rotary Club Perugia Est Paolo Latini, al termine di una conferenza tenuta dal noto imprenditore umbro del cashmere.
Cucinelli ha ripercorso la sua vita: dalle origini contadine della famiglia, di cui va orgoglioso, agli anni della formazione con la scoperta della filosofia, sua grande passione e guida, fino all’intuizione, all’età di 25 anni, del cashmere colorato che gli ha dato il successo.
Ispirata agli insegnamenti di personalità come Kant, San Benedetto e San Francesco, la formula di Cucinelli è tanto semplice quanto coraggiosa: la realizzazione di un capitalismo etico. Pur credendo nel profitto, Brunello Cucinelli è convinto che esso non deve diventare un’ossessione e, soprattutto, il suo raggiungimento non deve arrecare danni al prossimo. Egli è convinto che l’imprenditore deve sentirsi non tanto il proprietario dell’azienda quanto un custode, così da sganciarsi dalle aride logiche del possesso e poter ripartire i guadagni in maniera onesta e dignitosa, indirizzandoli anche al bene comune.
L’idea che Cucinelli ha del lavoro ha fatto ormai il giro del mondo, tanto da vedersi ribattezzato come l’imprenditore illuminato. Eppure sentirlo parlare è sempre una nuova scoperta. Probabilmente è quell’assegnare al lavoratore e alla sua condizione un tale rispetto che non può non stupire chi è abituato alla vita di tutti i giorni. L’impresa di Cucinelli, che conta circa 600 persone, non è un’utopia ma la dimostrazione che l’etica applicata all’economia funziona.
Come ogni grande azienda è gestita con regole precise e rigorose. Tuttavia il principio ispiratore è il rispetto del lavoratore, la sua dignità che non deve mai venire meno. Secondo Cucinelli ogni essere umano possiede una certa dose di genialità ed essa riesce ad emergere in particolari condizioni di vita e di lavoro.
Il pensiero di Brunello Cucinelli è guidato anche dall’ottimismo. Secondo l’imprenditore il mondo è agli albori di una nuova età dell’oro grazie anche alle economie di paesi emergenti come l’India e la Cina. In questa nuova situazione l’Umbria può avere un grande futuro puntando sulla bellezza dei suoi prodotti. Il lavoro e l’economia devono però poggiare le proprie basi sulla cura e il mantenimento dei rapporti interpersonali, un concetto che ha spinto Cucinelli nell’impegno verso il bene comune. La realizzazione del “foro delle arti” a Solomeo è uno degli esempi in cui si concretizza questa concezione, basata sull’incontro.
A questo proposito Brunello Cucinelli non ha mancato di dare un giudizio sulla vita sociale di Perugia. “Nella nostra città – ha detto – manca un luogo di incontro, un polo dove le persone possano interagire ed arricchirsi anche con la concomitanza di eventi artistici”. L’imprenditore ha le idee chiare e ne lancia una: trasformare Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci in una sorta di Beaubourg, il celebre Centre Pompidou parigino.