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Bocciata mozione Lega per la ‘Giornata della famiglia tradizionale’, dibattito infuocato in Consiglio

Redazione

Bocciata mozione Lega per la ‘Giornata della famiglia tradizionale’, dibattito infuocato in Consiglio

Al documento non è bastato il "sì" dei proponenti, di FI e Tiferno Insieme davanti al "no" di Pd, Psi, La Sinistra e Castello Cambia
Ven, 01/02/2019 - 13:11

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Il Consiglio comunale di Città di Castello, nella seduta di martedì 29 gennaio, ha bocciato la mozione della Lega sull’istituzione della Giornata della famiglia tradizionale; al documento non è bastato il sì dei proponenti, di Forza Italia e Tiferno Insieme davanti al no di Pd, Psi, La Sinistra e Castello Cambia.

Sempre più fatti di cronaca hanno come teatro la famiglia con delle vittime innocenti – ha detto il consigliere della Lega Valerio Mancini – Anche la crisi economica, esistenziale, valoriale e la precarietà della famiglia mononucleare hanno aggravato questa situazione. La caduta del reddito e le difficoltà economiche destabilizzano le famiglie e le minacciano. I famosi bamboccioni sono giovani che non trovano lavoro. C’è poi un aspetto filosofico, pensiamo che l’essere umano si possa modellare; in realtà ha già dentro un equilibrio che dipende dal suo essere uomo o donna. Invece questo è lasciato a quello che ciascuno si sente e non conta più la conformazione degli organi sessuali, che però sono determinanti nel concepire. Ma abbiamo riconosciuto anche il diritto di un uomo a stare con un uomo ed avere un bambino attraverso la teoria gender e la sessualità liquida.

L’Umbria è una delle regioni che fa meno bambini e questo Comune sta regredendo come numero perché non stiamo creando un substrato economico, sociale, esistenziale favorevole alla famiglia. Abbiamo perso anni per fare unioni civili, di cui hanno usufruito appena 2000 italiani su 40 milioni, per fare il testamento di fine vita e l’aborto al 9° mese

Noi diciamo che la famiglia è quella fatta da un uomo e una donna come dicono Costituzione e codice civile, – ha concluso Mancini – tutte quelle sovrastrutture che si sono inventati i radical chic non ci interessano. Chiedo a Città di Castello l’istituzione della Giornata della famiglia tradizionale in difesa dei figli da parte dei genitori”.

Calagreti (Psi): “Mi sembra di essere tornata al Medioevo. Il fenomeno delle famiglie Arcobaleno non è emerso di recente. La Costituzione riconosce la famiglia e i coniugi. Anche la Convenzione europea. I diritti è necessario riconoscerli a prescindere da quanti li esercitino. Nella sua introduzione Mancini ha citato le numerose tragedie portate dalla nuova tendenza sociale e citerei i numerosi adolescenti vittime delle violenze omofobiche. Propongo un emendamento: eliminiamo i punti ideologici e sostituiamoli con l’istituzione della ‘Giornata dell’apertura mentale’ nel calendario tifernate per sottolineare il diritto del bambino di crescere in un mondo scevro da ideologie meschine e devianti”.

L’assessore ai Servizi educativi Rossella Cestini: “La mozione sollecita il dibattito sulla società odierna. Prima c’erano solo matrimoni, ora ci sono coppie eterosessuali che convivono e unioni civili. La Costituzione riconosce la famiglia e il diritto di allevare i figli secondo i propri valori e inclinazioni. Non è detto che se un figlio nasce biologicamente maschio o femmina, debba riconoscersi in quella identità e non possa esprimerne una diversa. Uno stato laico deve essere inclusivo e rispettare la personalità di ognuno. Facciamo piuttosto una giornata per il diritto alla libertà, affinché i nostri figli vivano in una società non discriminatoria né razzista. Il Comune non può accettare la proposta della Lega”.

L’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini: “Il 15 maggio di ogni anno, dal 1994, l’Onu ha istituto la Giornata della famiglia, che il territorio celebra e dobbiamo mantenerla. Anch’io ho sempre pensato che la famiglia sia quella tradizionale, senza però pensare che la società cambia. Non c’è crisi della famiglia. Ci sono famiglie sane in cui un figlio può crescere in modo equilibrato”.

Mencagli (Pd): “L’amore si trova sotto tante forme e il modello di famiglia funzionale non può essere solo uno. Crescere in una famiglia tradizionale non è una garanzia. Conta esserci, essere compresi e a volta bisogna usare anche l’empatia per capire il diverso e superare il pregiudizio. Contano le singole situazioni e per questo motivo per me famiglia è amare per quello che si è. Voterò contro”.

Morini (Tiferno Insieme): “Cos’è la famiglia? Se qualche decennio fa non avremmo avuto problema a rispondere, ora questa domanda ha più risposte. Ognuno assume a sé la libertà di dare una definizione. Basta l’amore. In Italia che cosa è la famiglia ancora c’è scritto sulla Costituzione. Questo il diritto. La politica è un’altra cosa. Ma dobbiamo cambiare la Costituzione e questo è stato riconosciuto anche dalla legge sulle unioni civili. La violenza omofobica non c’entra nulla. Chi è portatore della famiglia tradizionale non è omofobo, allora lo sarebbe anche la Costituzione. Anche l’omosessuale nasce da un uomo e da una donna. La famiglia tradizionale tutela la parte più debole della società: il bambino. Da qui dobbiamo partire. Non è uno scontro ideologico. Oggi tutto può essere famiglia ed uno può sposarsi con chiunque ami. Ma questo non vale per il ruolo della famiglia, che è crescere il bambino lontano da ideologie che forzano il diritto naturale”.

Arcaleni (Castello Cambia): “La mozione ci obbliga ad una riflessione, perché la famiglia è importante e alcune problematiche dipendono dal decadimento di questa istituzione. Ma i temi del documento sono eterogenei. La famiglia tradizionale non è in crisi per le famiglie arcobaleno o il gender ma perché è in crisi la persona e le relazioni. La mozione ha uno spirito ideologico e discriminatorio: esclude e bolla come illegittime certe posizioni, invade campi non del Comune. Gender e crisi della famiglia tradizionale non sono legati. Il bullismo non c’entra niente. La famiglia è riconosciuta e tutelata con una Giornata ad hoc ma senza discriminazione. Le unioni civili esistono per legge e chiedo che siano rispettate. Nessuna etichetta garantisce la crescita equilibrata dei figli e il pieno rispetto dei diritti dei bambini. Le maggiori violenze avvengono nelle famiglie tradizionali. Un Comune che dica alla scuola come orientare il proprio programma educativo, mi sembra un invasione di campo”.

Rigucci (Lega): “Il bullismo è un problema ma se un bambino ha due genitori donna o uomo può venire un pregiudizio ancora maggiore. Queste cose sono sempre esistite. Le chiamavano con un altro nome. In uno spot fanno vedere un bambino che si mette il rossetto: è un indirizzo per modificare la mentalità dei bambini. La famiglia è uomo, donna e bambino. Considerate famiglie anche quelle dove un uomo di 80 anni sposa una bambina di 9, come in Turchia?”.

Nella replica, Mancini: La mozione non discrimina ma ribadisce che ogni bambino ha diritto ad un babbo e una mamma”.

Morini nella dichiarazione di voto ha sottolineato: “Voteremo a favore anche se al posto di famiglia tradizionale avrei messo famiglia riconosciuta dalla costituzione. La madre è sempre femmina, il padre è sempre maschio, è il diritto naturale. Il problema della famiglia non passa solo per il problema del gender ma anche per questo”.

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