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BILANCIO PREVISIONE 2010: BERNELLI (PDL) SPIEGA IL VOTO CONTRARIO

Redazione

BILANCIO PREVISIONE 2010: BERNELLI (PDL) SPIEGA IL VOTO CONTRARIO

Ven, 23/04/2010 - 16:09

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di Wolfgang Bernelli (*)

L'impressione che si ha, è che il prospetto di Bilancio per l'esercizio 2010, portato all'approvazione del Consiglio Comunale, “con i soli voti favorevoli della maggioranza e quello di astensione del Gruppo (Prima Spoleto)” è evidentemente a parere del sottoscritto uno schema “provvisorio” che verrà sostanzialmente, nella sua entità e nelle scelte “strategiche” stravolto. Non mi sembra pertanto fuorviante riportare alcune considerazioni in merito a problemi che attanagliano i Cittadini di Spoleto, problemi che alimentano la sfiducia dei cittadini verso l'Amministrazione Comunale, e verso il futuro della città.

La crescita esponenziale del costo della vita e la conseguente perdita di potere d'acquisto.

I problemi non si risolvono di certo con le elemosine, bensì creando le condizioni per un'opportunità di crescita per tutti coloro che vogliono e possono dare e fare di più. A tal proposito, l'applicazione dell'ISEE, ovvero l'indicatore sulla situazione economica equivalente per l'erogazione dei sussidi-contributi e delle agevolazioni pubbliche risulta ai giorni nostri non più idoneo da solo a misurare la ricchezza e/o povertà reale delle persone. Pertanto è del tutto evidente quindi che manca una adeguata politica fiscale, al di la dei fantomatici proclami della maggioranza di sinistra.

La penalizzazione della famiglia.

Da un recente studio effettuato da un'associazione sulle famiglie Italiane, ha messo in perfetta evidenza che una famiglia monoreddito con moglie e due figli a carico subisce una penalizzazione tale da mettere in seria discussione la sopravvivenza della famiglia stessa quale nucleo per la crescita e lo sviluppo della persona. Su questo delicato punto, a modesto parere, le dichiarazione rese dal Sindaco Benedetti e dai colleghi di maggioranza intorno alle prospettive di un trattamento fiscale diverso della famiglia, sembrano più condizionate dalle necessità di propaganda, piuttosto che ispirate da un sincero slancio ideale verso la tutela della famiglia.

La politica fiscale di codesta maggioranza non ha certamente modificato questo atteggiamento, anzi l'ha inasprito mediante l'applicazione di addizionali che per definizione non sono commisurate in alcuni casi alla reale capacità contributiva della famiglia stessa.

Il Bilancio di previsione 2010, si presenta a parte qualche aggiustamento nella forma, come una sostanziale riproposizione dei numeri dello scorso anno, un vero e proprio “copia incolla”, con una addizionale IRPEF presso che invariata, mentre l'ICI (esente per la prima casa) viene ancora temporaneamente confermata risultando addirittura tra le più alte degli altri comuni dell'Umbria. Basta fare un semplice paragone con la Città di Terni, tra l'altro capoluogo di provincia e salta subito all'occhio come l'aliquota applicata dal nostro comune su abitazioni “signorili” e sue pertinenze facenti parti delle categorie catastali A/1 è al 5,7xmille rispetto al 5,50 applicata dal Comune di Terni, per non parlare della stangata degli estimi catastali fatta pervenire a gran parte delle famiglie spoletine.

È un bilancio che non fronteggia con determinazione le nuove urgenze, e non prende nella dovuta considerazione settori come la cultura, lo sport, la sostenibilità dell'ambiente, l'istruzione, ecc, ecc. È palesemente evidente come nelle valutazioni complessive del documento di programmazione che accompagna il bilancio 2010 la maggioranza consiliare, si lancia in una serie di proclami che sinceramente sembrano alquanto impegnativi.

Il Bilancio di previsione 2010 sarà, infatti, negli intenti di chi scrive, capace di assicurazione alla città di Spoleto:

  • La rigenerazione del tessuto economico;

  • La rigenerazione del territorio;

  • Un governo locale equo e solidale delle risorse;

  • Il rilancio della nostra economia;

  • Il benessere dell'intera comunità;

  • La ripresa degli investimenti;

  • La lotta agli sprechi;

  • Lo sviluppo;

  • La coesione sociale;

Il Bilancio previsionale è un documento importante e significativo nella vita di qualsiasi organizzazione dall'azienda più grande alla singola famiglia. Si costruisce definendo degli obiettivi e, indicando degli strumenti e delle strategie per poterli realizzare.

Affermare che si vuole fare la lotta agli sprechi è facile. Bisogna poi dire quali sono i capitoli di Bilancio dove si fa questa lotta. Quali spese vengono tagliate e chi ci rimette prestazioni e/o servizi. Come si assicura alla nostra città lo sviluppo o la rigenerazione del territorio? Cosa significa governo equo e solidale delle risorse. In che modo si definisce una misura del benessere della comunità?

Chi potrebbe mai essere contrario alla ripresa degli investimenti e ad una maggiore coesione sociale?

Quello che non si trova, nel Bilancio, neanche a cercarlo con la lente di ingrandimento e lanternino, è il collegamento tra queste affermazioni di principio, forse più adattate a un Governo nazionale, e il crudo susseguirsi delle cifre che parlano e dicono cose completamente diverse. Un obiettivo per essere tale deve avere caratteri precisi: deve essere concreto, misurabile, e deve poter essere raggiunto entro un dato e preciso termine. Quelli indicati nelle considerazioni complessive/finali, tutto sono tranne che obiettivi: sono semplicemente uno sforzo di esito molto incerto, di dare una patina d'ambizione ad un documento e una politica che non sa scegliere e non sa dove andare.

Si ha anzi la sensazione, scorrendo il documento, che gran parte sia fatto come una sorta di copia e incolla per cui, tranne qualche cifra, che per legge, va adattata, l'impianto e le previsioni si susseguono stancamente anno dopo anno.

La domanda che dobbiamo porci è sul se diminuiranno le entrate. La domanda giusta è sul come ridurre i costi e sul come aumentare le Entrate dell'Ente. Senza naturalmente, mettere le mani in tasca ai cittadini spoletini, già fin troppo vessati.

Questo sarebbe stato l'obiettivo chiaro e tangibile di una sana e corretta politica in materia di Bilancio e di programmazione economica.

Questo sarebbe stato il nostro impegno al momento del Bilancio ma anche e soprattutto di giorno in giorno, nell'amministrare quotidianamente; Tagli alle spese inutili (zero budgeting project); messa a frutto del patrimonio del Comune; premi di produttività, importanti e corposi, ai dipendenti in grado di recuperare efficienza “economica e finanziaria”; alienazione dei beni improduttivi; tagli alle spese per prestazioni di servizi (che è un vero e proprio buco dove i soldi vanno giù esageratamente);

Non avremmo mai proceduto ad un cospicuo aumento di stipendio di qualche dirigente comunale già esageratamente remunerato!

È chiaro che le risorse a disposizione di un Comune come il nostro non sono in grado di contrastare gli andamenti economici nazionali: possono tuttavia amplificarne o ridurne, almeno in parte, gli effetti. Inoltre, sulle spese per investimento o in conto capitale, mi sembra alquanto preoccupante l'assenza,”in quanto alcune cifre riportate sembrano campate in aria” sia nello strumento di programmazione che nei capitoli di Bilancio di risorse puntualmente indirizzate a realizzare obiettivi ed indirizzi strategici per la città.

Infatti, nel Bilancio di previsione 2010, manca il collegamento con gli strumenti di programmazione territoriale e negoziata che sono invece i capisaldi del Piano Operativo Regionale.

Non v'è traccia della dimensione comprensoriale che per certi aspetti richiede la Regione, né della programmazione degli obiettivi di servizi per accedere ai finanziamenti. Questa Amministrazione non osa, non tenta di imboccare nuove strade e così ripropone il logoro schema che vede il Cittadino essere continuamente chiamato a pagare le spese dell'Amministrazione Pubblica.

  • Non ravvisando nel documento obiettivi strategici e strumenti all'altezza del momento e della situazione contabile dell'Ente non certo fioriera;

  • Esprimendo e sottolineando la propria preoccupazione per la previsione di entrate di dubbia e improbabile esigibilità nel corso dell'anno non accompagnate da adeguate previsioni di tagli alle spese e riserve di natura finanziaria, determinando così uno squilibrio nei conti tale da poter configurare eventuali responsabilità di natura contabile;

  • Ritenendo dannosa la pretesa di chiedere, “perché di questo si tratta” ai cittadini in un momento di così forte difficoltà economica e finanziaria un rilevato e pesante aumento del prelievo forzoso tanto più irragionevole in quanto a parer mio questa Amministrazione non ha operato nessun sforzo di ridurre e razionalizzare i costi, bensì tutt'altro;

  • Non volendo in alcun modo assumere alcuna forma di corresponsabilità contabile e politica al punto di aver deciso di non proporre emendamenti;

È del tutto evidente che, date queste premesse, il mio voto al Bilancio di previsione in linea con il mio gruppo, è comprensibilmente risultato essere contrario.

(*) Consigliere comunale Pdl


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