È stato depositato ieri presso la Procura della Repubblica l'esposto nei confronti del ministro dei beni culturali Francesco Rutelli in merito alla nota vicenda della Biga Etrusca di Monteleone di Spoleto. A consegnarlo sono stati il sindaco Nando Durastanti e l'avvocato Iolanda Caponecchi, che sta seguendo la vicenda dal punto di vista legale insieme all'italo americano Tito Mazzetta.
Una data simbolica quella scelta per la presentazione dell'esposto. Al Quirinale si è infatti aperta nello stesso giorno la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che vede esposti alcuni reperti riconsegnati allo Stato italiano da parte di alcuni importanti musei stranieri. E ci sarebbe dovuta essere anche l'antica Biga, sostengono gli abitanti di Monteleone. “Perché non c'è?” si chiedono dal piccolo comune della Valnerina. Eppure la “biga rapita” è un reperto eccellente, di valore incalcolabile, unico nel suo genere, che il Metropolitan museum di New York espone come pezzo centrale nelle nuove sale, con vanto e orgoglio. Senza aver nessun diritto sull'antico carro, sostengono i monteleonesi.
“Ormai è stato provato – spiega Mario La Ferla, autore di un libro sulla biga – che il Metropolitan non possiede nessun documento valido che possa attestare il regolare acquisto del prezioso reperto. Lo ha ammesso lo stesso direttore del museo, Philippe de Montebello, e lo hanno confermato i portavoce del Met”. La Biga dunque è stata trafugata e quindi Monteleone prosegue la sua battaglia per riaverla. Però il ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, non ne vuol proprio sapere. Per lui il discorso sul ritorno della Biga in Italia non è nemmeno iniziato. Il ministro si è arreso subito, promettendo personalmente al direttore de Montebello che mai il governo italiano avrebbe intrapreso una battaglia legale e diplomatica per richiedere il reperto rubato. Sudditanza psicologica, come aveva accusato l'avvocato Tito Mazzetta, dal suo studio di Atlanta, Georgia? Oppure, pigrizia burocratica? Chissà. Il ministro non ha mai voluto dare una spiegazione alle autorità di Monteleone del suo atteggiamento nei confronti dell' “operazione recupero” che il comune umbro aveva intrapreso già nel 2004.
L'esposto presentato alla Procura della Repubblica ha l'obiettivo di smuovere le acque. E l'amministrazione comunale punta proprio a questo. Sperando che l'esposto vada a finire nelle mani giuste, di chi, insomma, abbia l'intraprendenza di iniziare una interessante e lodevole battaglia diretta a convincere il ministro dei Beni culturali che la Biga appartiene all'Italia e che, quindi, in Italia deve ritornare.