Sembra che la difficile situazione di Terni in rapporto all’inquinamento prodotto dalle acciaierie Arvedi Ast sia diventata una priorità dell’agenda della nuova giunta della Regione Umbria. Thomas De Luca, assessore dell’ambiente, aveva già annunciato a TO che sarebbe finita l’era del negazionismo ambientale e, nella giornata di venerdì 11 aprile, la Seconda Commissione permanente regionale si è riunita in audizione proprio nel quartiere di Prisciano, alla presenza del sindaco, dell’assessore all’Ambiente del Comune di Terni, dei vertici Arvedi-Tapojarvi, dei sindacati, Arpa e, soprattutto, con la rappresentanza del Comitato Prisciano Terni-Est. Il Caso Terni e la questione Prisciano si inseriscono in un contesto attualmente critico anche per l’altra partita aperta sull’accordo di programma che rende i rapporti con Arvedi Ast non sempre distesi, anche perché la congiuntura economica internazionale con dazi e caro energia non favorisce di certo la tranquillità dell’azienda nel trattare su altre tematiche. Se le parti istituzionali hanno mantenuto il basso profilo che si ‘conviene’ in queste circostanze, i rappresentanti del Comitato Prisciano hanno invece espresso in modo chiaro quali siano le aspettative dei cittadini e di non accettare la “proroga” come regola rispetto agli interventi promessi da Arvedi-Tapojarvi.
Arvedi Ast-Prisciano, tutti d’accordo: il problema c’è
Partiamo subito dal fatto che almeno tutti sono stati d’accordo che a Prisciano, e a Terni, c’è un problema, non a caso il tema dell’audizione era “l’impatto ambientale dell’industria siderurgica e le problematiche ricadenti sul quartiere di Prisciano”. Dopo i numeri incongruenti forniti dall’assessore Sergio Cardinali e smentiti da Tapojarvi, era necessario ridefinire le linee programmatiche della Regione e del Comune per seguire il cronoprogramma delle misure messe in campo da Arvedi-Tapojarvi per limitare i fenomeni relativi al trattamento delle scorie, delle polveri e delle vibrazioni che stanno rendendo difficile la vita nella zona Terni Est: sugli effetti della ricaduta dell’inquinamento ad ampio spettro su tutta la città si dovrebbe aprire un capitolo a parte, ma è bene iniziare da dove l’impatto è più evidente e tangibile, con valori di concentrazione di nichel nell’aria tra i più alti nel mondo. L’audizione nel quartiere di Prisciano ha avuto un valore simbolico positivo perché ognuno ha deciso di mettere la faccia pubblicamente davanti ai cittadini che chiedono rispetto e il diritto a vivere in condizioni dignitose.
De Luca “Risolvere le problematiche di Prisciano”
“Tutto questo è stato possibile solo grazie alla Presidente della commissione, Letizia Michelini, e ai membri della Seconda commissione che hanno voluto accogliere la richiesta dando spazio a questo importante momento di confronto. L’obiettivo primario è garantire che le soluzioni volte a risolvere definitivamente il problema vengano messe in campo nel rispetto delle tempistiche previste – ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Thomas De Luca – un punto cruciale su cui stiamo concentrando i nostri sforzi è la messa a regime della nuova rampa scorie nei tempi previsti. Parallelamente, riteniamo imprescindibile portare avanti con determinazione la pratica di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in relazione ai valori del Nichel. È importante sottolineare che gli attuali valori obiettivo diventeranno limiti di legge a partire dal 2030, rendendo necessario un intervento tempestivo e risolutivo. In quest’ottica, abbiamo già avanzato e risollecitato una richiesta al Ministero competente per poter rimodulare le risorse dell’Accordo di Programma sulla qualità dell’aria, senza ricevere ancora alcuna risposta. L’intenzione è di rendere queste risorse disponibili anche per sostenere gli investimenti dell’azienda nella riduzione delle emissioni industriali. Comprendiamo le preoccupazioni dei residenti e siamo consapevoli del problema. L’audizione odierna rappresenta un momento cruciale di ascolto diretto delle loro istanze, rendendo tangibile la situazione anche a coloro che non ne avevano mai avuto contezza”.
Comitato “Chiediamo garanzie alla Regione”
I rappresentanti del Comitato Prisciano Terni Est sono stati molto chiari e incisivi nel loro intervento: “E’ corretto da parte nostra dire anche che, per quanto riguarda le polveri, è in corso la costruzione di un capannone che dovrebbe finalmente arginare il problema. Siamo i primi a sperare che ciò avvenga, ma chiediamo due garanzie fondamentali alla Regione:
1) Il rispetto delle tempistiche, visto che si tratta di un progetto che doveva ultimarsi dapprima nel 2023, poi nel 2024 e ora nel 2025;
2) Il controllo sull’efficacia reale dell’intervento, non solo sulla carta.
Se quest’ultima sembrerebbe essere una cosa scontata, abbiamo capito sulla nostra pelle che purtroppo non è. Potremmo portare un esempio, l’ultimo in ordine di tempo, relativo “all’integrazione della barriera vegetale” al fine di “contenere le emissioni diffuse associate alla fase di raffreddamento della scoria bianca…durante il periodo transitorio” ossia fino alla costruzione del capannone” – il riferimento è ovviamente agli ormai ‘famosi’ alberelli di Natale.
Inquinamento, salute, vibrazioni e polveri: le richieste degli abitanti di Prisciano
Ecco le richieste presentate dal Comitato Prisciano che hanno valore anche per la salute di tutti i ternani che, al momento, non vedono e non subiscono gli effetti diretti delle lavorazione delle scorie così come accade nella parte Est della città. “Chiediamo alla Regione e ai tecnici del settore ambiente – dichiarano i rappresentanti del Comitato –1) Una valutazione attenta e critica degli interventi che vengono proposti
dall’azienda (Arvedi-AST/Tapojarvi), che poi diventeranno prescrizioni obbligatorie, non nell’ottica dell’azienda ma nell’ottica dei cittadini su cui ricadono inevitabilmente gli effetti di quelle azioni. No a trattamenti di favore; 2) Il controllo a posteriori circa la corretta realizzazione dell’adempimento richiesto
e dell’efficacia dello stesso. Potrebbe infatti accadere che un progetto, che sembri essere efficace sulla carta, non lo sia altrettanto nella realtà; 3) Il rispetto delle tempistiche che vengono date. Ci è sembrato che la “proroga” costituisca la regola e non l’eccezione quando si parla di Arvedi-Ast; 4) Che venga effettuato uno studio epidemiologico ed eziologico serio, in grado di far emergere il danno alla salute che si è già verificato e che serve anche per meglio stimare quello futuro atteso. Meglio se affidato a dei professionisti che non abbiano legami col territorio. Lo studio che noi chiediamo si diversifica dal biomonitoraggio che a breve partirà; 5) Che il piano della qualità dell’aria prenda in considerazione anche l’inquinamento ambientale. In una città come fortemente industriale come Terni, infatti, non è pensabile non prendere in considerazione una variabile così importante ed impattante da un punto di vista ambientale.
Perché la salute e la dignità dei cittadini di Prisciano valgono quanto quella di qualunque altro quartiere”.