Al vaglio le immagini delle bodycam indossate dagli agenti. Lo studente potrebbe presto tornare in Italia
Il Dipartimento di polizia North Miami ha aperto un’indagine interna sul trattamento riservato da quattro agenti allo studente spoletino Matteo Falcinelli arrestato la notte tra il 24 e il 25 febbraio fuori da uno strip bar di Miami.
Lo studente, da tre anni negli Stati Uniti dove sta seguendo un master alla Florida International University, si trova il libertà, dopo che nell’udienza del 12 aprile il giudice gli ha concesso un programma di reinserimento che cancellerà i reati contestati (resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio).
Controverso il motivo che ha portato all’arrivo della polizia fuori dal locale, chiamata dai gestori. I poliziotti hanno scritto nel verbale che creava problemi perché rivoleva indietro i 500 euro pagati. Il ragazzo dice di aver rifiutato la proposta di pagare per avere la compagnia di una ragazza e di rivolere soltanto indietro i suoi due cellulari.
Come mostrato dai filmati delle bodycam indossate dai poliziotti, Matteo Falcinelli chiese, senza particolari eccessi, che gli vengano ridati i cellulari. E per questo non si allontana, nonostante l’avvertimento della polizia. Quando con un dito tocca un badge di un agente, scatta la violenza: viene gettato sull’asfalto e immobilizzato con un ginocchio sulla gola, secondo una pratica diventata tristemente famosa dopo la morte di George Floyd.
Nel Dipartimento di polizia Matteo, con segni di percosse sul volto, rivendica i suoi diritti, anche in questo caso senza attuare resistenza fisica. Sono invece gli agenti che lo prendono, ammanettato dietro la schiena, e gli legano i piedi con una cinghia, mentre lui chiede loro di fermarsi (“per favore… per favore… per favore…). Lo studente viene lasciato così, incaprettato, per 13 minuti.
La famiglia vuole giustizia
La famiglia è determinata ad avere giustizia per quelle che chiama “torture” che hanno lasciato un segno sul ragazzo. Che ha continui incubi e attacchi di panico. “Ha anche pensato di togliersi la vita” ha raccontato la madre.
A cui ha telefonato personalmente il ministro Tajani, che con il console italiano sta seguendo la vicenda, dopo che la Farnesina ha protestato ufficialmente per quanto visto nel video.
Interrogazione Pd al Senato
Intanto il gruppo Pd al Senato ha presentato un’interrogazione (primo firmatario l’umbro Verini) al ministro Tajani chiedendo, tra l’altro, se e come il Governa intenda sostenere il giovane e la famiglia nei percorsi legali attivati per fare giustizia in ordine alle violenze subite.
Si attende il rientro di Matteo in Italia
Matteo Falcinelli, intanto, a breve potrebbe tornare in Italia. Ma negli Stati Uniti proseguirà la battaglia sua e della sua famiglia per avere giustizia per il trattamento subito.
Da Spoleto, intanto, le parole di incoraggiamento e di solidarietà da parte degli amici e degli ex compagni di scuola di Matteo Falcinelli.