L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza, con 11 si (PD-MDP-SER), 5 astenuti (FI-M5S-RP) e 1 no (Mancini-LEGA), il nuovo Piano regionale per la tutela e conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva (Pir). Si tratta del documento di indirizzo che delinea strategie ed obiettivi al fine di armonizzare le necessità di tutela della biodiversità con le esigenze della pesca, comprensivo di Rapporto ambientale. Fra i principali obiettivi la tutela delle specie autoctone, il controllo di quelle alloctone e un uso consapevole dei corpi idrici per i vari scopi, dalla pesca alle attività sportive e ludiche. Con lo stesso atto viene definito l’iter attuativo della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas).
“Il Piano – ha spiegato il relatore di maggioranza Attilio SOLINAS, presidente della Terza commissione – persegue le finalità di CONSERVAZIONE, RIPRISTINO E VALORIZZAZIONE delle specie ittiche autoctone e degli ambienti acquatici; rispetto degli EQUILIBRI BIOLOGICI, conservazione della BIODIVERSITÀ e CORRETTA FRUIZIONE degli ambienti acquatici; valorizzazione e sviluppo della PESCA PROFESSIONALE E DELL’ACQUACOLTURA; promozione e disciplina della PESCA SPORTIVA; promozione della RICERCA e dell’innovazione al fine di garantire una gestione ottimale delle risorse naturali. Fra le novità introdotte il concetto di comunità biologiche, che prevede un ruolo importante per la comunità ittica quanto a presenza di specie autoctone e alloctone, allo scopo di raggiungere un stato ecologico buono dei corpi idrici. Indirizzi gestionali sono quello di contenere le specie alloctone attraverso specifiche linee guida per i ripopolamenti e quindi la valorizzazione della fauna autoctona. Quindi anche interventi per armonizzare la necessità di sicurezza idraulica, favorire l’uso consapevole dei corpi idrici nelle varie attività ricreative, la tutela e valorizzazione degli ecosistemi acquatici affidata a soggetti istituzionali come Regione e Arpa. Previsto l’inserimento dei Contratti di paesaggio e dei contratti di fiume attivati nel territorio regionale; l’inserimento di proposte per la sostenibilità paesaggistica dei nuovi campi gara; l’indicazione delle rampe di risalita in pietrame per il passaggio dei pesci, quale soluzione a minore impatto paesaggistico. Previsto anche un monitoraggio per valutare l’impatto del Piano sulle diverse componenti ambientali e per il raggiungimento degli obiettivi prefissati”.
“Durante la stesura del Piano – ha ricordato Solinas – è stata convocata la Commissione consultiva per la pesca sportiva, per discutere la proposta elaborata dalla Giunta. Successivamente, nella riunione congiunta della seconda e terza commissione, era emersa la necessità di integrare il Piano con l’indicazione delle risorse stanziate nel Bilancio regionale e destinate all’attuazione del Piano. Poiché le previsioni del documento comprendono l’intera attività programmatoria e gestionale della Regione in materia, gli aspetti finanziari richiesti sono stati integrati con l’indicazione dell’intero stanziamento destinato all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di programmazione ittica regionale”.
La bozza di Bilancio 2017-2019 prevede risorse complessive per oltre 1milione di euro euro. Per gli anni 2018 e 2019 i suddetti stanziamenti potranno essere integrati con legge di bilancio. Al finanziamento del successivo triennio, si farà fronte con le somme che verranno stanziate dal Bilancio regionale per gli anni 2020 – 2021 – 2022.
Il relatore di minoranza, Emanuele FIORINI (Lega Nord) ha invece voluto sottolineare che “l’iter di questo provvedimento ha assunto contorni grotteschi, con ritardi e inadempienze che lo hanno fatto slittare oltre ogni limite consentito. Problemi finanziari hanno messo a serio rischio gli investimenti e la gestione da parte degli addetti ai lavori. La Giunta aveva lasciato le risorse a zero. I pareri del Cal e quelli espressi nella Vas sono ormai superati. Non sono state recepite le indicazioni delle varie associazioni dei pescatori, soprattutto sulla trota fario, con l’immissione di specie importate dall’estero a buon mercato che però potrebbero mettere a repentaglio le nostre tipicità. Inoltre vi è totale assenza di azioni per la pesca professionale e per l’acquacoltura. Ribadiamo che le acque libere tali devono rimanere. Le licenze di pesca devono essere veri e propri documenti che consentano di identificare con precisione i soggetti che pescano sulle nostre acque. Questo atto evidenzia come non si deve amministrare l’Umbria, una terra dal patrimonio immenso trattata con la stessa attenzione che riserveremmo a uno stagno in piena estate”.
INTERVENTI:
Claudio RICCI (Rp): “NEL PIANO IN QUESTIONE RILEVO ELEMENTI APPREZZABILI RISPETTO SIA AL QUADRO NORMATIVO CHE OPERATIVO. La discussione è stata importante anche per verificare la strumentazione tecnica regionale. In Commissione è emersa l’importanza che le associazioni ambientaliste correlate al tempo libero e alla pesca sportiva. Sarebbe importante riflettere su un quadro convenzionale con le associazioni che gestiscono i campi di gara e con loro definire forme di manutenzione degli argini dei fiumi. Questo tema è legato al turismo ambientale per questo andrebbero valorizzati i parchi tematici. Dal Piano emerge una precisa caratteristica afferente alla Valnerina dove c’è un’area di produzione della trota mediterranea che consente di fornire di questa specie autoctona molte regioni italiane. Auspico che nella applicabilità di questo apprezzabile strumento si tenga conto di nuove filiere puntando alla realizzazione e salvaguardia di parchi tematici dedicati ai pesci d’acqua dolce”.
Marco Vinicio GUASTICCHI (Pd): “VALORIZZARE LE DUE IMPORTANTI REALTÀ COSTITUITE DAL VIVAIO PER L’ALLEVAMENTO DI TROTA ‘FARIO’ A CERRETO DI SPOLETO E DAL CENTRO ITTICO DI SAN FELICIANO DI MAGIONE. Il primo è gestito dalla Provincia di Perugia ed ha sempre rappresentato un presidio utile ad arricchire i fiumi con trote di alta qualità, nell’altro vi operano tecnici con alta competenza e professionalità Vorrei sapere quindi se, da parte della Giunta regionale, sono previsti progetti per questa realtà. Qui si era provveduto a mettere in campo importanti novità gestionali per l’allevamento del luccio e quindi per la vita del lago Trasimeno. Si tratta di realtà meritevoli di grande attenzione politica. Molti campi di gara lungo fiumi e laghi consentono di avere un’importante presenza turistica. La pesca non va vista soltanto come elemento di divertimento nel tempo libero, ma come business legato allo sviluppo del territorio”.
Andrea LIBERATI (M5S): “Resto SCONCERTATO DAL FATTO CHE SI PORTA AVANTI UNA TALE PIANIFICAZIONE QUANDO IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE APPROVATO NEL 2009 È STATO SOSPESO NEL 2011. Questo Piano ittico ha galleggiato nelle Commissioni per circa due anni e fa riferimento ad una legislazione vecchia ed inattuata. Nel documento viene rimarcato che l’uso di acqua per scopi ricreativi deve essere particolarmente attento, quando è prelevata invece da multinazionali dell’energia senza dire nulla e quando corsi di fiumi, soprattutto nel territorio Folignate o verso la cascata delle Marmore, come il Velino, sono prosciugati da decenni. La forte alterazione paesaggistica non trova un serio riscontro da parte della politica. In zone come Bevagna emergono da parte di comitati di cittadini serie accuse rispetto alla salute dei fiumi che spesso arrivano ad essere di colore nero. Questo testimonia il fallimento delle politiche ambientali e non solo rispetto a questa zona. Va anche sottolineata la deregulation su scarichi e attingimenti, con prelievi fuori controllo. Situazioni certificate anche a livello regionale, ma non ancora verificate. Serve un tavolo tecnico a livello nazionale. Il Piano ittico, al di là della valorizzazione delle acque ed il sostegno ad alcuni importanti Centri ittici a livello europeo, deve affrontare concretamente il più generale tema del Piano delle acque”.
Fernanda CECCHINI (assessore regionale): “L’iter di questo atto è stato lungo, c’è stato un intoppo con il bilancio ma come Giunta andiamo fieri per il fatto che dal 2010 non abbiamo previsto né attuato alcun aumento tariffario o fiscale sulle tasche dei cittadini umbri, un impegno forte e strategico. La conseguenza è che non sempre dalla spesa corrente si ha tutto e subito per quello che dobbiamo fare. Non aumentare le tasse e pensare di investire su tutto è un miracolo che non siamo riusciti a fare. Questo Piano ittico è frutto della partecipazione, recepisce gli adempimenti della severa normativa europea per la protezione dei corsi d’acqua, degli argini, degli habitat, garantendo protezione alla fauna autoctona, facendo in modo che gli ibridi siano marginali nel volume complessivo. Importante il lavoro delle associazioni come presidio e salvaguardia, 80mila euro per loro, poche, ma meglio di niente. In Umbria ci sono 15mila pescatori sportivi e tre cooperative di pescatori professionali che adesso hanno uno strumento di indirizzo e normativo. Difendiamo la presenza autoctona, coltivando da tempo a Borgo Cerreto la trota fario di ceppo mediterraneo, poiché la normativa europea impone il rilascio solo di questo tipo e non ne avevamo la disponibilità perché fino a qualche tempo fa veniva immesso il tipo atlantico. Pensiamo anche al Trasimeno per allevare la specie nostra. Il Piano non è scollegato, come qualcuno ha detto, dagli altri strumenti di programmazione perché il Piano di tutela delle acque è stato già adottato dalla Giunta e trasmesso al Cal, dove sarà illustrato venerdì mattina”.
DICHIARAZIONE DI VOTO:
Valerio MANCINI (Lega Nord): “Non è stato esplicitato con chiarezza quali importi sono stati messi in campo e bisogna vedere come saranno impiegate le risorse, comunque insufficienti per raggiungere gli obiettivi di un piano così importante. Dobbiamo riprendere le buone pratiche sul controllo: da chi viene fatto? La disgraziata riforma delle Province fa danno anche qui e delegittima l’azione delle istituzioni. Il documento non chiarisce nulla. Voteremo contro”.