L’Istituto Prosperius si è arricchito di due dispositivi altamente innovativi che hanno reso il centro umbertidese tra i più specializzati al mondo in robotica per la riabilitazione. Si tratta dell’esoscheletro di ultima generazione Indego, che permette a pazienti costretti su una sedia a rotelle, a causa di patologie neurologiche o gravi traumi, di tornare di nuovo a camminare e dello speciale guanto Gloreah Professional, in grado di generare il movimento delle dita, consentendo quindi la riabilitazione dell’arto superiore.
I due dispositivi si vanno ad aggiungere alle tecnologie di cui l’Istituto dispone già da tempo, Lokomat ed Esoscheletro Ekso, per la riabilitazione dell’arto inferiore, e Amadeo e Bi Manu Track per l’arto superiore, e che ad oggi sono state impiegate con ottimi risultati su circa 600 pazienti, provenienti per il 50% da fuori regione.
Da inizio anno, dunque, l’Istituto Prosperius Tiberino ha ulteriormente ampliato le proprie potenzialità acquisendo due innovative tecnologie che, in questi giorni, il personale dell’istituto sta imparando ad utilizzare sotto la guida di consulenti provenienti dallo Sheperd Center in Georgia (Usa), affinché possano entrare definitivamente in funzione nel mese di febbraio.
“Siamo gli unici in Europa e tra i primi al mondo ad utilizzare Indego – ha affermato il dott. Paolo Milia, responsabile dell’area neurologica dell’Istituto – L’esoscheletro, prodotto dall’azienda statunitense Parker Hannifin, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria della Vanderbilt University, è facilmente indossabile, ha un peso contenuto rispetto ad altri esoscheletri pari a soli 11 kg, si può gestire semplicemente attraverso uno smartphone ed è trasportabile mediante una normale borsa da viaggio. Queste caratteristiche ci permetteranno di raggiungere il nostro obbiettivo, ovvero fare in modo che i nostri pazienti possano utilizzare l’esoscheletro anche a casa, al fine di valutare gli effetti che l’innovativo dispositivo può avere sulla vita di tutti i giorni”.
“Nella nostra filosofia, – ha aggiunto il dott. Milia – l’esoscheletro è il futuro dei pazienti paraplegici, ed avere la possibilità di studiarne il funzionamento nella quotidianità significa compiere un grande passo in avanti verso questo obbiettivo”.