Allarme storni, scuola e quartiere Spoleto invasi dal guano

Allarme storni, scuola e quartiere Spoleto invasi dal guano

Carlo Ceraso

Allarme storni, scuola e quartiere Spoleto invasi dal guano

Cittadini provano a scacciare gli uccelli coi mortaretti | Sindaco "prenderemo subito decisioni, ma bisognerebbe riaprire caccia a questa specie" | "Avvertite Vus e Asl ma situazione è preoccupante" |
Lun, 12/10/2015 - 07:39

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E’ allarme storni anche a Spoleto, un pò come in tutta Italia, dove i poco simpatici uccelli da qualche a tempo a questa parte hanno deciso di dimorare sugli alberi presenti tra il quartiere di Borgaccio e via don Bonilli, dove ha sede la scuola media Dante Alighieri. Sono gli stessi residenti a lanciare l’allarme attraverso le colonne di Tuttoggi a cui hanno inviato foto inequivocabili sulla grave situazione che imperversa nella zona. Strade, marciapiedi e panchine piene di guano, che crea una patina scivolosa e  pericolosa per gli stessi pedoni ma anche per i motociclisti.

Abbiamo più volte informato la Vus e la Asl – dicono i residenti – ma senza particolare successo. L’operatore ecologico fa quel che può. C’è stato consigliato di usare dei mortaretti ma non si può andare avanti così, il comune deve fare  qualcosa perché ci sono dei giorni che la puzza è insopportabile ed è a rischio la stessa salute pubblica, visto che a pochi metri c’è anche una scuola media“. La sera qualche abitante armato di buona volontà si posiziona sotto gli alberi della piccola piazzetta di Porta San Lorenzo e spara decine di mortaretti ma con scarsi risultati.

Proviamo a sentire il sindaco Fabrizio Cardarelli: “non mi pare che ci sia giunta alcuna segnalazione in tal senso – esordisce il primo cittadino – ma da queste foto che mi mostrate il problema è evidente. Già da questo pomeriggio mi attiverò con gli uffici competenti per cercare di risolvere la situazione, immagino installando dei dissuasori. Non sono un tecnico ma una soluzione va trovata“. Il sindaco aggiunge anche che una qualche risposta al problema potrebbe arrivare se i cacciatori venissero autorizzati all’abbattimento di questa specie. “Non è un animale protetto – dice consapevole di poter attirare le critiche degli animalisti -, ce ne sono milioni e milioni di specie che stanno creando problemi anche alla agricoltura, specie alla coltura delle vite e dell’olivo. Se venisse autorizzata la deroga avremmo molti meno problemi. Chi mi conosce sa bene che sono un cacciatore responsabile, fautore di molte battaglie in favore di animali in via di estinzione ma ci sono situazione che non si possono superare con i dissuasori. Questi non faranno che spostare il problema in un’altra zona della stessa città o di città viciniori”.

Il problema, in questo periodo dell’anno è avvertito un pò in tutta la Penisola. A Roma come a Grosseto, per fare un esempio, sono stati installati dei dissuasori che utilizzano il “distress call“, una sorta di grido d’angoscia dello storno, alternato a quello emesso da rapaci come falchi e poiane, che entra in funzione al tramonto quando gli uccelli tornano in città dalle campagne. In altre città sono stati installati dei faretti visto che la luce disturba gli storni.

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