La Terza commissione ha approvato all’unanimità la proposta di Regolamento della Giunta “Disciplina dei servizi residenziali per minorenni”, rivolta a quelli che si trovano fuori dalla famiglia poiché temporaneamente privi di ambiente familiare idoneo oppure abbandonati, ai minori stranieri non accompagnati e a quelli provenienti dall’area penale.
“La proposta scaturisce – si legge nell’atto – dalla necessità di tutelare con efficacia il superiore interesse del minorenne e i suoi diritti in accoglienza etero-familiare disciplinando i servizi residenziali in cui si realizza l’accoglienza dei minorenni, con particolare attenzione al rispetto dei diritti, della risposta ai bisogni, delle relazioni significative, della progettualità di sostegno inclusivo alla crescita e in vista della progressiva acquisizione di autonomia”.
“Un regolamento che dà una risposta a un sistema disarticolato, non perfettamente regolamentato – ha spiegato l’assessore Barberini –, ma i nuovi Lea vengono considerati solo per i casi a bassa e media intensità, non regolamentiamo la ‘elevata complessità’ che, laddove necessario, può trovare risposta in altre realtà. Il regolamento non riguarda quindi l’assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale che viene disciplinata con un altro atto specifico. Siamo in procinto di rivedere la delibera che stabilisce la classificazione delle varie strutture. Dobbiamo mettere a disposizione le strutture e diciamo quali discipliniamo. L’accoglienza è per un periodo limitato, con possibile proroga in caso di successiva valutazione.
Le tariffe saranno comunicate con una successiva delibera di Giunta e saranno uguali per tutte le strutture, non più a discrezione delle zone sociali, eliminando le forti disparità finora esistenti per servizi pressoché analoghi.
I minorenni saranno accolti in case-famiglia, comunità educative di pronta accoglienza, con genitore o in gruppi-appartamento, più altri progetti sperimentali che saranno valutati ed eventualmente applicati nel nostro territorio regionale. Per l’inserimento di minori stranieri non accompagnati ci saranno limitazioni percentuali predefinite nelle singole strutture. Saranno i magistrati a provvedere all’inserimento di minori provenienti dall’area penale. Vi sarà una nuova ‘modularità’ nell’accoglienza, con i minori molto piccoli nelle case-famiglia e i ragazzi verso una soluzione diversa, in appartamento”.
Le strutture residenziali in Umbria sono 45, alcune pubbliche, altre autorizzate. Interventi e autorizzazioni sono a carico dei Comuni, quindi delle Zone sociali, come ha stabilito la legge quadro “328/2000”. I requisiti minimi strutturali sono stabiliti dal decreto ministeriale “308/2001”, con professionisti presenti in struttura pena la decadenza dell’autorizzazione, che comunque deve essere richiesta di nuovo dopo tre anni.