AL TEATRO CLITUNNO DI TREVI VA IN SCENA " IL DELITTO PERFETTO" DI BAUDRILLARD - Tuttoggi.info

AL TEATRO CLITUNNO DI TREVI VA IN SCENA ” IL DELITTO PERFETTO” DI BAUDRILLARD

Redazione

AL TEATRO CLITUNNO DI TREVI VA IN SCENA ” IL DELITTO PERFETTO” DI BAUDRILLARD

Gio, 20/11/2008 - 13:56

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Sabato 22 novembre, alle 21 al Teatro Clitunno di Trevi e martedì 25 novembre alle 21 al Teatro S.Carlo di Foligno debutta in prima nazionale Il Delitto Perfetto da J.Baudrillard, il nuovo lavoro de La società dello spettacolo, gruppo di ricerca teatrale, che già aveva suscitato l'attenzione della critica nazionale per l'omonimo testo ispirato alle tesi del filosofo e cineasta francese Guy Debord da cui prende nome la formazione umbra.

“Ancora lo sfondo di un testo, diciamo, 'filosofico' da mettere in scena” – spiegano i tre fondatori de La società dello spettacolo Marianna Masciolini, c.l. Grugher e Michelangelo Bellani – “Il gioco, a ben vedere, è meno fuorviante di quanto sembri a prima vista. Anche per le parole della filosofia, infatti, sembra valere quanto vale per un testo scenico: in entrambi i casi, cioè, si tratta di parole fatte per essere 'dette'. A differenza che in una trasposizione narrativa o poetica, che nasce da una materia 'silenziosa', nata per essere letta, troviamo nelle parole della filosofia la medesima 'materia' di una voce, di un'entità parlante, di uno scontro dialettico in atto, nell'emergenza quasi corporea di una sostanza pensante. La parola del testo filosofico, in fondo, nasce già 'teatro'”.

Il “Delitto perfetto”, in prima analisi, può essere considerato come un esperimento drammaturgico. Un esperimento costruito, per così dire, per 'interposizione' d'autore.

Jean Baudriallard in primo luogo, il William Shakespeare di “Macbeth”, il Samuel Beckett di “Finale di partita”, il Friedric Dürrenmatt de “La morte della Pizia”, lo Stanley Kubrik di “2001”, (ma anche le meno autorevoli indistinguibili voci nella quotidianità della carta stampata o del 'piccolo' schermo) interloquiscono, in un 'piano' del tutto inedito in una nuova riscrittura drammaturgica. Come se l'idea di una vicenda, le parole di un personaggio, le personalità, potessero valere di per sé, al di là delle opere e degli autori da cui traggono vita – come 'segni'.

Il perché di tali personalità, in alcuni casi ovvio, è che tutti sottendono, in maniera più o meno velata, un delitto.

La storia riguarda un uomo malato che – forse suggestionato dalle parole di una donna – ha commesso un delitto. Le molte 'voci' di altre storie, di altri delitti, parlano alla sua testa nel tortuoso viaggio della coscienza.

Il Delitto perfetto è dunque forse anche un esperimento semiologico nella misura in cui indaga gli 'indizi', le 'sopravvivenze' di una cultura. Quei segni rimasti vivi in ogni uomo, ancor prima che in ogni autore, così fragilmente interconnessi alla formazione di un universo culturale e in definitiva di un universo tout-court.

“Non credo che tutto sia già stato detto” – afferma Michelangelo Bellani, autore della drammaturgia – “che non rimanga nulla da dire, da 'costruire', ma credo che tutto 'significhi'. ”

Forse è vero come riteneva Derrida che “tutti i concetti sono metafore”, ma occorre tener viva la possibilità di 'valere' come significato.

Significare in fondo vuol dire esistere. Dare un significato e riceverlo. L'indifferenza non è solo incapacità di 'vedere'. L'indifferenza è il non-senso assoluto dove tutto vale come il suo contrario e in definitiva tutto non esiste. Come il delitto perfetto – che non esiste poiché non lascia tracce”.

Si potrebbe quasi parlare di un “nuovo teatro povero”, per così dire – precisa c.l. Grugher che ha curato la regia dello spettacolo e la cui formazione è legata al teatro laboratorio di Jerzi Grotowsky – “anche se con l'ausilio della tecnologia. Ma è proprio la possibilità offerta da un minimo corredo tecnologico che permette di disegnare suggestioni 'grandi' anche con scarsi mezzi a disposizione.”

A tal proposito – prosegue Marianna Masciolini, attrice ma anche scultrice con all'attivo diverse mostre in Italia e negli Stati Uniti – “abbiamo cercato la collaborazione con giovani artisti del nostro territorio, filmaker, musicisti, artigiani che nel chiuso delle loro 'stanzette' realizzano opere straordinarie, vere e proprie 'eccellenze' del territorio che troppo spesso non trovano vie di espressione. Il teatro è un arte che raccoglie molte arti e permette così di dare frutto a queste grandi risorse artistiche. Senza il loro sapiente aiuto sarebbe difficile oggi in Italia produrre un lavoro come il nostro”.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell'Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E' possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell'Umbria http://www.teatrostabile.umbria.it/.


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