di Ada Spadoni Urbani (*)
“Emerge una prassi nella quale si verifica che la promessa di un posto di lavoro serve ai partiti politici per ottenere voti e preferenze in occasione di appuntamenti elettorali di rilievo”. Così aveva scritto il giudice per le indagini preliminari per autorizzare le intercettazioni ambientali che – sembra, diciamolo forte – siano stati uno dei motivi per cui anche l'assessore regionale alla sanità dell'Umbria, Riommi,abbia rassegnato le proprie dimissioni.
Se a Riommi sia da imputare qualche reato lo diranno i giudici. Certo è che esiste un “modello umbro” – che denunciamo da anni – di effettuare clientele che consentono il mantenimento del potere alla sinistra. Lo schema, quasi sempre, è quello che vede “scaricati” sui funzionari apicali o sui dirigenti dei vari Enti, Asl, Comuni, ecc. gli oneri di compiere “i favori” (posti di lavoro, ma anche contributi agricoli, agevolazioni e quant'altro) – al limite od oltre la legalità ,non so dirlo.
I politici di sinistra non si “sporcano” le mani. Anzi. Sono gli onesti.
Se abbiamo detto varie volte che il PD umbro sembra ridotto ad una congerie di gruppetti familiari o quasi, dove si prendono decisioni, ciò era basato sul sospetto che tutto, in Umbria, si controlli attraverso un ristretto numero di dirigenti. Ed è la sanità il campo dove questo avviene più spudoratamente. Si sa che, nel bilancio regionale, la sanità pesa oltre l'85% delle risorse. I “conti a posto” sono stati il ritornello del vanto che se ne sono fatti i vari assessori. Ora vediamo che “i conti a posto” non sono tutto, nella sanità. Conta soprattutto la qualità dell'offerta di sanitaria, che scade ogni anno di più per compiere azioni funamboliche a vantaggio di qualcuno.
Tocca dunque al funzionario, persona tecnicamente e giuridicamente preparata, trovare il cavillo, magari con interpretazioni normative astute, per giustificare o rendere possibile ogni immondizia. La gente spesso si arrende o “aspetta il proprio turno”. Favori in cambio di diritti, non c'è male ! Si racconta in giro, come perfino l'elezione di consiglieri regionali e deputati fosse stata condizionata dal numero dei “funzionari che pesano” amici o “controllati” dal candidato. Altro che primarie !
Mi auguro che sulla vicenda venga fatta tutta la chiarezza possibile. Spero – ma non ne sono convinta – che divenga un monito per chi amministra la Regione. Vorrei tanto che i cittadini osassero alzare la testa e dire basta ad un sistema di potere che da anni, ormai, passa da uno scaldalo all'altro, ove solo pochi fortunati non per merito, ma per peso di voti fruibili, vengono considerati mentre l'altra parte, quella dei “non striscianti”,pur se meritevoli ,vengono gettati alle ortiche.
(*) Senatore PDL
