Accordo Pavone - Comune: tutto pronto per l'usufrutto per 15 anni - Tuttoggi.info

Accordo Pavone – Comune: tutto pronto per l’usufrutto per 15 anni

Cristiana Mapelli

Accordo Pavone – Comune: tutto pronto per l’usufrutto per 15 anni

Vincoli e clausole del contratto | Sessanta giornate l'anno riservate alla società
Ven, 01/04/2016 - 16:04

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Un documento già annunciato da tempo, ma che andava scritto, raffinato e, soprattutto, firmato. Sul piatto qualcosa di importante, il futuro del Pavone. A settembre 2015 si parlava già di un piano piuttosto delineato: l’usufrutto gratuito del teatro per 15 anni al Comune di Perugia. Approvato il contratto tra le parti, supervisionato anche dal notaio Marco Carbonari, ora ci si rimbocca le maniche e si va avanti mentre è aperta la caccia per trovare chi gestirà il Pavone.

Una deadline vicina: Palazzo dei Priori, secondo l’atto che secondo indiscrezioni dovrebbe essere firmato venerdì mattina, dovrà concludere i lavori di riqualifica della struttura entro il 31 dicembre 2017, data entro la quale dovrà essere stato fatto anche il collaudo. Tempi stretti, dunque, che il Comune dovrà gestire con la supervisione della società Pavone srl.  Un’operazione del valore, spiega il documento del notaio, di 37.165,50 euro.

Il caso Pavone. L’accordo per la gestione dello stabile è stato necessario per bypassare il fatto che i soldi stanziati per i lavori da parte dalla Fondazione Cassa di risparmio (500 mila euro), non potevano essere dati dall’istituzione guidata da Carlo Colaiacovo a una srl privata come quella a capo del Pavone. Ecco perché il passaggio di mano. Ora, messe d’accordo le parti, via con il restyling. Ai 500mila euro, come da programma, bisogna aggiungere i 200mila dei fondi regionali Pac, per un totale di 700mila euro, tutti impegnati in un programma dei lavori “concordati  anche nei dettagli con Pavone, a salvaguardia dei diritti del proprietario” e a tutela del pregio storico e artistico del bene. Sarà quindi la società a dettare la linea sui lavori da attuare sul bene, mentre al Comune toccherà il ruolo di coordinare il cantiere.

Le operazioni di adeguamento del teatro saranno realizzate secondo un programma concordato anche nei dettagli con Pavone srl, “a salvaguardia dei diritti del proprietario, dell’integrità e della funzionalità della cosa, del pregio storico e artistico del bene nonchè della qualità del risultato permanente dei lavori”, da cui il Comune potrà derogare solo per giustificate e particolari ragioni tecniche”. In sintesi, ogni incarico affidato nel progetto di restauro del teatro sarà valutato, passo passo, da un incaricato segnalato dal Pavone “senza oneri da parte del Comune”. Un supervisore, quindi, a vegliare sul buon lavoro, è il caso di dirlo, pagato però dagli altri.

Il contratto. Il tutto nel segno di un  grande progetto di riqualifica della città. Rivoluzione che potrebbe affidare proprio al teatro Pavone un ruolo importante, quello di un luogo dove fare spettacolo, teatro e cinema. Un punto di riferimento della cultura cittadina, oltre che un bene culturale storico. Nell’accordo approvato con delibera dalla giunta comunale il 29 febbraio (in cui viene dato mandato all’U.O. Attività culturali, biblioteche e turismo, a quello Acquisti e patrimonio e Engeneering e sicurezza sul lavoro di procedere)viene messo nero su bianco che l’immobile necessita “di significativi ed in parte urgenti interventi di manutenzione straordinaria della copertura del tetto, il lampadario centrale, i servizi igienico sanitari, l’impianto elettrico, i camerini degli artisti, i trattamenti ignifughi, i locali dell’arsenale e l’ex appartamento del custode”. Tutti lavori imminenti che, con il passaggio di consegna da parte della società, dovrà organizzare il Comune utilizzando i famosi 700mila euro citati in precedenza e quindi “senza oneri per le finanze comunali nei lavori di recupero”.

Tra i locali trasferiti in su frutto gratuito anche quelli amministrativi che, invece, non comparivano nella prima bozza del contrattoRestano nella piena proprietà della società, e quindi non interessati all’usufrutto, il magazzino e il garage, entrambi con accesso da via delle Streghe”. Al termine dei 15 anni, il complesso sarà restituito integro in dotazioni ed arredi. A questo proposito “verrà redatto un inventario entro 45 giorni dalla firma del contratto”. Nelle decine di pagine del contratto si spiega anche come, su via della Luna, all’occorrenza, il Comune potrà realizzare un servizio di caffetteria, concordandone ovviamente le modalità con la proprietà.

Le giornate assegnate. Un usufrutto gratuito per 15 anni in cui la società Pavone srl si riserva comunque l’utilizzo di alcuni spazi “per proseguire la propria attività teatrale e cinematografica” probabilmente per acquisire quei ricavi per far fronte “ai costi di sussistenza e agli ordinari imprevisti”. E’ evidente come, la gestione di una struttura datata come quella del teatro Pavone, comporti continuamente dei costi da sostenere. Sessanta giornate all’anno (tutte individuate ed elencate nel documento) in cui la società potrà disporre del teatro per programmare e gestire attività culturali. Inoltre, per tutti gli spettacoli, i membri del cda e i soci del Pavone, avranno libero accesso al palco numero 1 del III ordine e ad un altro palco da stabilire. Alle proiezioni dei film invece, potranno accedere un numero massimo di 15 soci che dovranno esibire una tessera utile per due persone. Per ogni giornata di effettivo utilizzo, Pavone verserà al Comune 100 euro come rimborso spese per assicurazione antincendi, utenze, riscaldamento, manutenzioni varie.

Tic. Nell’ottica virtuosa di continuare a fare attività di spettacolo, come una vera e proprio missione, il Pavone srl nel 2013 ha acquistato un impianto di digitalizzazione dell’apparecchiatura di proiezione cinematografica di 56.760mila euro accedendo al bando regionale Tic Umbria – sostegno all’innovazione tecnologica audio e video nelle sale cinematografiche di piccole dimensioni”. Un impianto già installato e integrabile per le nuove tecnologie, con una maggiorazione di 10mila euro. Nell’accordo è escluso l’usufrutto dell’apparecchiatura di proiezione cinematografica digitale recentemente acquistata, che però viene concesso in comodato d’uso con la promessa che il Comune ne garantisca le spese di manutenzione.

Ipotesi. Qualora, in ipotesi, il contributo della Fondazione Cassa di risparmio dovesse essere inferiore, anche la durata dell’usufrutto lo sarebbe, e qualora addirittura non dovesse essere concesso affatto, l’accordo non avrebbe alcuna efficacia e si dovrebbe rivedere in maniera consensuale quello esistente.

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