Presentato il servizio per la tutela dei minori della Chiesa umbra. Formazione del clero fondamentale per prevenire gli abusi
Affrontare con coraggio il tema degli abusi sui minori nella Chiesa e nella società. E’ questo l’obiettivo del Servizio per la tutela dei minori della Conferenza episcopale umbra (Ceu), presentato ufficialmente sabato ad Assisi nell’ambito dell’incontro “Non solo prevenzione. Una cultura del rispetto del mistero della persona umana”.
Un appuntamento che è stato rivolto a sacerdoti, religiosi e operatori pastorali. Erano presenti i vescovi mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente Ceu, mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, con delega Ceu per questo Servizio, mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vice presidente Cei, mons. Domenico Sorrentino arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, e mons. Marco Salvi, vescovo eletto di Civita Castellana, già ausiliare di Perugia-Città della Pieve.
Il Servizio per la tutela dei minori in Umbria contro gli abusi
L’avvio ai lavori lo ha dato il vescovo Cancian, salutando tutte le persone intervenute e affermando che «gli abusi sui minori sono un problema grave che ci coinvolge come Chiesa e prima ancora come società. Il nostro servizio è volto soprattutto alla prevenzione». Mons. Vittorio Gepponi, coordinatore regionale del Servizio e vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Umbro, nel presentare l’incontro, circa il Servizio tutela dei minori ha parlato di «un percorso nuovo e impegnativo, che va sempre più studiato e approfondito. Su questo aspetto – ha proseguito – non si può improvvisare, si deve indagare per trovare soluzioni. Questo Servizio deve diventare normalità nella prassi pastorale della comunità cristiana, proponendo in Umbria incontri periodici per diffondere consapevolezza su questi temi, per formare e informare».
Centro di ascolto regionale con sede a Perugia
La sede è a Perugia, Strada S. Galigano 12/A, dove è attivo un centro di ascolto in cui segnalare casi di abusi o dove ricevere informazioni. Si riceve su appuntamento il martedì e venerdì dalle 17.00 alle 18.30 (tel. 348 3598364; mail tutelaminori@chiesainumbria.it).
I membri del Servizio regionale per la tutela dei minori sono: mons. Domenico Cancian; Anna Rapicetta per la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; Flavio Grassini per la Diocesi di Città di Castello; Fabio Cioccoloni per la Diocesi di Foligno; Federica Edera per la Diocesi di Gubbio; mons. Carlo Franzoni per la Diocesi di Orvieto-Todi; mons. Vittorio Gepponi per l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve; Elio Giannetti per l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia; Silvia Benedetti per la Diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Formazione del clero fondamentale per prevenire gli abusi
La relazione centrale della mattinata è stata affidata a padre Amedeo Cencini, fdcc, formatore e docente presso la Pontificia Università Salesiana. Il religioso canossiano ha sottolineato come nella Chiesa «non sempre c’è stata la volontà di affrontare gli abusi con coraggio». Nel corso degli ultimi tre pontificati, però, – quelli di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale di Francesco – si è invece aperta una stagione nuova. «Provocati da questo dramma – ha detto Cencini – ci predisponiamo ad affrontarlo». Ed ha insistito sulla necessità di una formazione permanente per presbiteri, religiosi e religiose, al fine di evitare gli abusi. «Ne parliamo spesso – ha affermato – però ancora non è ben presente. Ogni giorno è necessario rimotivare la scelta inziale della consacrazione con modalità nuove, per far sì che sia sempre fresca, assumendo la propria identità vocazionale come criterio primo e fondamentale di ogni discernimento. Sarebbe, poi, davvero utile nei percorsi di formazione dei preti far ascoltare delle testimonianze di vittime di abusi e capire così il dramma. Solo il “magistero” delle vittime ci fa entrare in questo abisso. È importante che i ministri ordinati e i membri degli istituti di vita consacrata sappiano bene cos’è un abuso, quanti tipi ne esistono, le ferite che lascia».
Sotto l’aspetto pastorale, Cencini ha proposto qualche consiglio pratico: «Garantire l’affidabilità degli operatori pastorali, degli animatori degli oratori. Tenere sempre informati i genitori sulle attività formative». Sugli spazi pastorali: «Evitare spazi chiusi o isolati». Sui servizi tutela dei minori, infine, ha detto: «Possono svolgere un’importante attività per informare capillarmente che l’abuso azzera ogni rispetto per l’umano e l’altro diventa un oggetto».
Un atteggiamento nuovo di fronte alla piaga degli abusi
La Ceu, inoltre, basandosi sulle linee guida approvate dalla Cei nel 2019, ha stampato un volume dal titolo “Indicazioni per la prevenzione degli abusi e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”.
«Siamo di fronte ad un rinnovamento ecclesiale – affermano i membri Ceu di questo Servizio – perché tutto il popolo di Dio assuma un atteggiamento nuovo di fronte alla piaga degli abusi e tutti si sentano chiamati ad un’opera di prevenzione e di educazione. Mettendo al primo posto i più piccoli, feriti in modo irreversibile da questo reato e peccato grave, saremo chiamati all’ascolto e all’accoglienza delle persone che ci portano segnalazioni, denunce, testimonianze riguardanti abusi. E non sarà possibile tacere o sminuire; non possiamo mettere la paura dello scandalo sopra le sofferenze delle vittime. Siamo chiamati a favorire una cultura della prevenzione e della corresponsabilità: questa deve essere una preoccupazione da parte di tutti e dovrà essere fatta a tre livelli. Quello delle parrocchie, dei sacerdoti e degli educatori; quello dei ragazzi stessi; quello delle famiglie sempre più spesso in difficoltà su tali argomenti».
Alcuni dati sul fenomeno
Durante il convegno di Assisi sono stati forniti alcuni dati in merito al fenomeno degli abusi sui minori, a livello generico.
Sono stati / vengono abusati circa 1 bambina su 4 e 1 bambino su 12. Le femmine rischiano 4-5 volte di più dei maschi di diventare vittime I minori con handicap rischiano il doppio degli altri. I due terzi di tutti gli abusi avvengono in famiglia (ambiente familiare). Circa il 60% delle vittime soffre di disturbi psico-fisici per tutta la vita. Il 30% di tutte le vittime rischia a sua volta di diventare un abusatore. Non tutti gli abusi sessuali subiti hanno rilevanza penale, ma tutti hanno sempre conseguenze per le persone. Il sommerso, in questo ambito, è moltissimo di più di quanto emerge.