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A Umbria Jazz il ritorno di Dee Dee Bridgewater e la splendida tradizione con Incognito

Redazione

A Umbria Jazz il ritorno di Dee Dee Bridgewater e la splendida tradizione con Incognito

Mer, 13/07/2022 - 13:58

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Bel pubblico numeroso ieri sera, 12 luglio, all'Arena Santa Giuliana per un appuntamento che potremmo definire, "Un grande classico"

Bel pubblico numeroso ieri sera, 12 luglio, all’Arena Santa Giuliana per un appuntamento che potremmo definire, Un grande classico: il concerto di Dee Dee Bridgewater e quello degli Incognito

Dee Dee di casa a Perugia

Il ritorno di Dee Dee Bridgewater a Umbria Jazz è sempre un po’ una festa. Dee Dee fa parte della storia del Festival, e viceversa: nel 1973 era una ragazza che cantava nella notevolissima Orchestra di Thad Jones e Mel Lewis che aprì la prima edizione.

Nessuno allora poteva immaginare che da grande Dee Dee Bridgewater sarebbe diventata una star, vincitrice di tre Grammy e un Tony Award, completamente a suo agio nei concerti e nelle pièce teatrali, fortemente impegnata nella lotta per i diritti civili e lo sviluppo tanto da essere nominata Ambasciatrice FAO.

E nessuno certo poteva immaginare che in Italia, dove è sempre stata popolarissima, avrebbe vinto il festival di Sanremo in coppia con i Pooh. Adesso, dopo tanti omaggi a primedonne del jazz, da Ella Fitzgerald a Billie Holiday, il suo ultimo progetto discografico e il nuovo tour sono dedicati alla musica di Memphis, Tennessee, che è la sua città natale ed è anche una delle grandi capitali della musica americana. Soulsville, la chiamano i suoi abitanti. Il programma ha visto così eseguire grandi classici di blues, soul, r&b, da Al Green a Bobby Blue Bland, da Otis Redding a BB King. Dee Dee vuole catturare la stessa magia e la storia di canzoni che fanno parte del suo repertorio e che sono indissolubilmente associate a Memphis.

Un viaggio che più sentimentale non potrebbe essere: “Much of my heart and soul are here.” Ma anche uno show molto divertente perchè a Dee Dee non mancano certo le doti di intrattenitrice. Soprattutto quando si mette a parlare del “sexophone” e quando cinguetta a bacetti con il bassista.

Incognito, splendida tradizione

Con più di quarant’anni di carriera ed una ventina di album alle spalle, Incognito resta un punto di riferimento e una pietra miliare della scena dell’acid jazz inglese e mondiale. In uscita il nuovo singolo, “Could Heaven Ever Be Like This”, cover di una hit di Idris Muhammad.

Formatasi nel 1979, dal disco del debutto che già dal titolo, “Jazz Funk”, è un manifesto programmatico, all’ultima uscita, “Tomorrow’s New Dream”, la band ha cambiato innumerevoli volte la formazione rimanendo però fedele al suo stile, semmai, di volta in volta, evolvendolo. Jean-Paul “Bluey” Maunick, originario delle Mauritius trapiantato a Londra, compositore, produttore, chitarrista e cantante, ne è sempre stato il leader ed il frontman.

A partire dalla svolta nel percorso artistico di Incognito, che fu l’ingresso nella Talkin’ Loud di Gilles Peterson, che contribuì in modo sostanziale a lanciare il movimento dell’acid jazz, fino ad oggi, la band inglese ha occupato un posto di primo piano nello scenario delle tendenze musicali contemporanee. La sua musica è un mix di jazz, funk, soul, hip hop, declinato con eleganza e sensualità. Molte le collaborazioni eccellenti: George Benson, Stevie Wonder, Chaka Khan, Philip Bailey, Jocelyn Brown, George Duke, Al Jarreau, Marcus Miller, Paul Weller, Maxi Priest, Mario Biondi. Nel 2009 Incognito ha festeggiato alla grande il trentesimo anniversario con un live londinese, e nel 2014 è stato realizzato un cd-dvd con la festa del trentacinquesimo compleanno. Per la band di Bluey questa è la quarta volta a Umbria Jazz edizione estate, dopo le tre performance del 1993 (con JB’s Horns) del 2010 (con Mario Biondi) e del 2015 (con Brand New Heavies). A queste vanno aggiunte due date a Terni per Umbria Jazz Spring nel 2017.

Ieri sera, sul palco del Santa Giuliana anche un raro momento “amarcord” raccontato da Bluey in persona, ovvero quando da ragazzo fu folgorato dalla musica di Napoli Centrale, il super gruppo di James Senese, tuttora in attività. Da li anche una dedica a Pino Daniele con una Che c’è di male arrangiata in una versione adatta alla serata.

Foto: Tuttoggi.info (Leopoldo Vantaggioli)

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