Giardini piccoli "Un Autogrill in mezzo a Gubbio", insorge comitato "Grigio prevale su verde, intervento incivile" - Tuttoggi.info

Giardini piccoli “Un Autogrill in mezzo a Gubbio”, insorge comitato “Grigio prevale su verde, intervento incivile”

Davide Baccarini

Giardini piccoli “Un Autogrill in mezzo a Gubbio”, insorge comitato “Grigio prevale su verde, intervento incivile”

Polemiche sul nuovo aspetto dell'area verde di piazza del Mercato, "Il Barone Rampante" scrive lettera aperta al Comune "Riqualificazione scellerata. Non ripetiamo stessi errori su Giardini grandi"
Mer, 27/11/2024 - 12:16

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Un accorato appello arriva dal comitato spontaneo “Il Barone Rampante”, che da anni si batte per la salvaguardia dei giardini pubblici e del patrimonio storico-paesaggistico di Gubbio. La lettera aperta, rivolta all’attuale amministrazione comunale, denuncia i “danni subiti dagli storici giardini ottocenteschi di piazza del Mercato – da sempre chiamati “Giardini piccoli” – e la discutibile riqualificazione della piazza Quaranta Martiri”.

Ma le polemiche arrivano in modo trasversale e anche i cittadini insorgono: “Il giardino piccolo è stato ridotto a 3 aiuole, 4 alberi in croce, tolto tutto il resto. – scrive un cittadino sui social – Non più i caratteristici vialetti, non più siepi, non più i cordoli in travertino spugnoso, non più la fontanella. Un autogrill in mezzo a Gubbio. Una vergogna“.

I giardini piccoli, progettati a fine ‘800 da Carlo Sereni di Senigallia, rappresentavano una raffinata interpretazione romantica all’italiana. Con siepi curate, alberelli ornamentali, fontane in pietra spugna e dettagli che riproducevano il Giardino grande in scala ridotta. “Negli ultimi decenni, però, – aggiunge il comitato – il degrado ha preso il sopravvento: alberi abbattuti senza sostituzione, incuria dilagante e mancanza di manutenzione hanno trasformato l’area. Il danno enorme è che in un giardino la superficie del verde deve essere preponderante rispetto al resto. Qui si è verificato il contrario! In ogni caso si tratta di un intervento complessivo che reputiamo incivile – continua il Barone Rampante – I responsabili sono politici, tecnici comunali, progettisti, direttori dei lavori e soprintendenza. Da noi la terra è stata sepolta per sempre sotto metri di cemento e pietra serena.

Le recenti opere, finanziate in parte con fondi del Pnrr, sono definite dal comitato un esempio di “riqualificazione scellerata. Invece di restaurare e valorizzare il progetto originale, si è optato per interventi invasivi che hanno stravolto la fisionomia del luogo: dalla riduzione del verde, aiuole trasformate in semplici delimitazioni in acciaio corten, pesanti e poco eleganti, che privano il giardino del suo equilibrio naturale, all’eccesso di pavimentazione, con l’uso massiccio di cemento e pietra serena ha ridotto ulteriormente gli spazi verdi, contribuendo al surriscaldamento estivo della piazza e peggiorando la qualità dell’ambiente urbano, fino all’alterazione delle Logge, il nuovo livello del piano stradale appiattisce la percezione architettonica delle colonne, compromettendo l’equilibrio visivo e il valore storico del luogo”.

Il risultato – sostiene il Barone Rampante – è una piazza che somiglia sempre più ad uno spazio freddo e impersonale, simile ad un’area aeroportuale. La perdita del verde non è solo estetica ma anche funzionale, considerando l’importanza di superfici permeabili per contrastare il riscaldamento climatico”. Il comitato esorta di fatto l’amministrazione a non ripetere gli stessi errori nel Giardino grande, chiedendo un approccio diverso: “Restaurare con rispetto e umiltà, ripristinando essenze e geometrie originali senza cedere alla ‘teologia della spesa’ che antepone il budget a bellezza e sostenibilità. Fermatevi conclude la lettera – Ve lo chiedono buon senso, bellezza e leggi che tutelano il nostro meraviglioso paesaggio“.

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