Il sindacato chiede alla giunta di aprire il confronto
La Cgil accende i riflettori su Nocera Umbra, città delle acque, alle prese con un declino inarrestabile, almeno secondo i numeri forniti da Mario Bravi, segretario provinciale dello Spi Cgil e Angelo Scatena, referente di zona per la Cgil. Una situazione aggravata dalla pandemia.
Spopolamento e invecchiamento
I segnali, stando alla Cgil, c’erano da tempo. Sul fronte della crisi demografica Nocera perde abitanti da tempo: “Per esempio nel 1930 Nocera Umbra aveva circa 9000 abitanti – dicono – negli anni 90 e nel 2000 la crisi demografica si era stabilizzata, anche grazie alla presenza della Antonio Merloni, che aveva raggiunto circa 1500 addetti. Negli ultimi anni, siamo di fronte ad un vero e proprio spopolamento. Infatti si passa dai 5935 abitanti del 2012, agli attuali 5619, con una perdita secca del 5,3 %. La perdita è in parte frenata dalla rilevante presenza degli stranieri, che con 577 unità superano il 10% del totale della popolazione. Inoltre c’è da sottolineare un progressivo invecchiamento, con gli ultra 65 enni che arrivano al 29,8%, mentre gli ultra 80 enni toccano il 10,7%. Non è un caso inoltre, che crolla il tasso di natalità, passato dal 10,8 del 2012, al 7,8 nel 2020, mentre il tasso di mortalità aumenta dal 10,2 al 13,5. Il trend che si è avviato, si accentuerà inevitabilmente nei prossimi anni.”
Difficoltà sui redditi
Sul fronte del reddito la situazione è critica allo stesso modo: “Il reddito medio dei nocerini corrisponde a 17189 ero lorde annue, ben il 15% in meno della media nazionale e ampiamente al di sotto della media regionale. Anche l’importo medio mensile delle pensioni di vecchiaia, pari a 966 euro è consistentemente al di sotto delle medie nazionali. Non è un caso quindi, che anche i depositi bancari risentono di questa negatività, essendo pari a 7050 euro pro capite, ben il 30% in meno della media regionale e il 50% in meno della media nazionale”.
Il sistema produttivo di Nocera Umbra
Su questa situazione si sono innestate le difficoltà legate alla Merloni, della cui crisi il sistema ha risentito profondamente. “Ci sono ora circa 300 lavoratori, che rischiano di non avere alcun tipo di prospettiva, essendo troppo giovani per poter accedere alla pensione e troppo anziani per poter essere ricollocati in un mercato del lavoro, che si trova in una crisi drammatica. Infatti ben il 50,3% dei lavoratori dipendenti di Nocera è impegnato in micro imprese, che non superano i 9 addetti. Altro segnale di difficoltà, di questo territorio, è rappresentato dal fatto che ben 420 nocerine e nocerini sono costretti a vivere con l’indennità di accompagnamento, che peraltro corrisponde a cifre che non consentono di contrastare la povertà. Nocera dovrebbe dover costruire un progetto, che valorizzi le sue risorse naturali, che sono rappresentate da acqua, aria e ambiente”.
In questo quadro la Cgil chiede al Comune di riaprire il confronto. La richiesta di incontro c’è, dicono Bravi e Scatena, anche in previsione della relazione di bilancio. “Richiesta di incontro che fino ad ora non ha avuto riscontro. I dati che abbiamo indicato dimostrano che il confronto è più che necessario“.