C’è stata una lunga discussione, anche da parte della Banca d’Italia, sull’andamento del PIL dell’Umbria nel 2016. L’ISTAT ha reso noto il 20 dicembre, nei suoi Conti economici territoriali, il dato definitivo: nel 2016 il PIL dell’Umbria è diminuito del 1,3% sull’anno precedente. A renderlo noto è Mario Bravi, presidente Ires Cgil Umbria che commenta: “Si tratta, potremmo aggiungere purtroppo, del peggior dato tra tutte le regioni italiane con un PIL Nazionale in crescita dello 0,9%“.
L’Istituto nazionale di statistica sottolinea esplicitamente questo dato negativo con le seguenti parole: “Tra le regioni del centro solo l’Umbria mostra una performance negativa, con una flessione del PIL pari a – 1,3%”. L’ISTAT evidenzia anche un dato negativo sul versante degli occupati (- 1,5% nel 2016) molto diverso dal 2015 quando c’era stato un +0,9%.
Sempre nel 2016 i redditi da lavoro dipendente sono pari a 32.900 euro contro una media nazionale di 35.900 euro. Gli occupati umbri sulla popolazione residente sono pari al 41,5%, con un dato in questo caso migliore della media nazionale (40,5%). “Il dato definitivo sull’andamento del PIL dell’Umbria – evidenzia Bravi – dovrebbe far riflettere rutti coloro che, sbagliando, avevano data per chiusa la fase di difficoltà della nostra regione. In realtà le difficoltà strutturali permangono e dimostrano l’esistenza di quello che la CGIL ha definito un “caso Umbria”, che richiede attenzione e non sottovalutazione e soprattutto interventi mirati e di prospettiva che ci facciano veramente uscire dalla lunga notte della “crisi”!”.