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Agenzia Umbria Ricerche, “focus” su credito e sostegno alle imprese

Redazione

Agenzia Umbria Ricerche, “focus” su credito e sostegno alle imprese

Mer, 20/03/2013 - 17:49

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È necessaria una nuova impostazione del rapporto tra banche e imprese, che la crisi cominciata nel 2008 sta profondamente modificando. Questo il suggerimento che emerge dal Rapporto economico e sociale dell’Umbria realizzato dell’Agenzia Umbria Ricerche (“Aur”), nel dossier dedicato alla struttura e all’operatività del sistema creditizio umbro che è stato illustrato questo pomeriggio, nel primo dei tre seminari di approfondimento del Rapporto, incentrato su credito e sostegno alle imprese. L’obiettivo dei seminari, ha spiegato il presidente di “Aur”, Claudio Carnieri, è di promuovere una interlocuzione proficua tra soggetti economici, forze sociali e governo regionale che, partendo dalle analisi del Rapporto, favorisca una progettazione condivisa di politiche nuove per lo sviluppo dell’Umbria. Al workshop hanno preso parte rappresentanti del mondo creditizio, imprenditoriale, delle organizzazioni sindacali, del mondo cooperativo, delle agenzie regionali.
In Umbria, rispetto alla media nazionale – hanno rilevato gli autori dello studio sul sistema creditizio umbro, Loris Nadotti, docente della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, e Diletta Tancini, dell’Università di Roma 2 “Tor Vergata” – c’è una presenza più capillare degli sportelli bancari sul territorio (in tutto 588; 0,65 ogni mille residenti), una minore diffusione dei canali telematici, un numero medio di dipendenti per sportello inferiore (7,6 nel 2011), un rapporto tra impieghi e raccolta sbilanciato a favore dei finanziamenti alla clientela. Ulteriori evidenze trovano spazio nella valorizzazione, in termini di produttività dell’intermediazione creditizia, delle banche di credito cooperativo e, più in generale, degli istituti che hanno mantenuto forte l’inclinazione a svolgere il ruolo di banche locali nel territorio. Queste considerazioni portano a suggerire la necessità di reimpostare il rapporto tra banche e imprese: “alle banche – hanno sottolineato Nadotti e Tancini – sarà richiesto di procedere con maggiore snellezza operativa e con una più elevata capacità di discernimento del reale merito creditizio, mentre per le imprese l’accesso alle risorse finanziarie sarà condizionato dalla rispettiva capacità di essere trasparenti e programmare correttamente entità e caratteristiche della domanda di finanziamento”.

Spunti di riflessione sulla strategia di politiche industriali regionali di lungo periodo orientate alla competitività del sistema produttivo sono stati offerti dal documento di scenario dell’indagine “Met” (Monitoraggio Economia Territorio) 2011, condotta su un campione di 25mila imprese, 806 delle quali localizzate in Umbria. “Le difficoltà dell’industria umbra – ha rilevato il presidente del ‘Met’, Raffaele Brancati – si leggono nelle tre dimensioni fondamentali del dinamismo, che sono l’innovazione, la ricerca & sviluppo e l’internazionalizzazione, e si estendono agli aspetti finanziari e alle problematiche creditizie. In questo quadro, sono le politiche pubbliche dedicate alla ricerca e all’innovazione a rappresentare la parte principale delle misure regionali, sia in termini di risorse sia per la gamma di strumenti che vanno dal finanziamento di programmi fino a interventi sul capitale di rischio. Molto minore è l’intervento per l’internazionalizzazione. Si evidenziano risultati apprezzabili – ha aggiunto – ma le fragilità del sistema e le minori risorse richiedono una appropriata riflessione per una migliore efficacia delle azioni utili per una accrescere la competitività sui mercati”.

“La Regione Umbria – ha detto il coordinatore dell’Area regionale Imprese e Lavoro, Luigi Rossetti – ha concentrato le sue politiche di crescita verso gli obiettivi del rinnovo e capitalizzazione delle competenze effettive, della cooperazione produttiva e commerciale, del presidio sui mercati. La messa a leva di reti, che ci è riconosciuta a livello nazionale ed europea, testimonia che c’è un ‘seminato’ su cui continuare a investire insieme”. Rossetti, che ha sottolineato tra l’altro la necessità di una “alleanza” tra banche e imprese, ha ricordato come “seppure con una ridotta quota di risorse disponibili, per lo più provenienti da fondi strutturali, la Regione ha attivato nove dei dieci bandi programmati per la competitività delle imprese umbre, con risorse per circa 25 milioni di euro, in grado di mobilitare investimenti per 75 milioni di euro”.

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