Un battibecco che rimbalza da alcuni giorni tra siti ufficiali e articoli di giornale, quello iniziato venerdì scorso con la pubblicazione di una nota del segretario regionale IDV Paolo Brutti, in merito alla popolare rassegna di Eurochocolate, in chiusura questo fine settimana a Perugia: “Zigzagando tra mucche viola e orsi dorati, Eurochocolate riporta nel cuore di Perugia quella che un tempo era la fiera di paese. Fin qui niente di male. Solo che un tempo la fiera era il frutto domenicale di sei giorni di lavoro e di produzione mentre qui si inverte la formula, traducendo tutto in due settimane di consumo. Un consumo intensivo che corrisponde a una produzione lontana e a volte assai poco virtuosa, come denunciano le sconcertanti inchieste giornalistiche che testimoniano la presenza di bambini schiavi nelle piantagioni della Costa D'Avorio.” Ma Brutti non si ferma qui e conivolge nella sua nota anche il vescovado, responsabile, a suo dire, di aver ceduto spazi di rappresentanza alla kermesse, ma anche alla “cioccolauda” degli organizzatori.
Pronta e vagamente ironica la risposta del Patron Eugenio Guarducci, affidata ad un comunicato stampa: “Vorrei tranquillizzare il Consigliere Regionale Paolo Brutti che Eurochocolate non dura due settimane ma dieci giorni. Ha ragione invece a sostenere che dietro il consumo dei prodotti esposti e venduti durante questa festa di paese non ci sono aziende piccole e grandi che siano. Abbiamo infatti ingaggiato dei maghi che hanno brevettato del cioccolato che non viene piu prodotto da nessun operaio e che con una tecnica particolare si autoconfeziona da solo sotto i ponti del raccordo autostradale perugia bettolle. Tra i tanti prodotti che si sono “venduti” in questi anni passando da una bancarella all'altra ci sono anche i Brutti ma Buoni.” Nessuna pubblica replica sembra invece arrivare da Monsignor Bassetti.
Ma le opinioni su Eurochocolate del Segretario IDV sono destinate a sollevare qualche perplessità anche tra le fila del suo partito. I consiglieri comunali Cardone e Zecca insieme all'assessore Lomurno si dicono infatti stupiti e contrari a quanto espresso dal rappresentante dell'Italia dei Valori, annunciando “valutazioni rispetto a quanto dichiarato dal segretario regionale, non solo su questo argomento e oltretutto senza mai un confronto ne con noi, ne con gli organismi di partito”
Chiude, per ora, lo scambio di opinioni il segretario Brutti, che risponde direttamente a Cardone, Zecca e Lomurno ribadendo la propria posizione e affondando su questioni particolarmente delicate per la vita del capoluogo umbro:
“L'Italia dei Valori non si scandalizza di una rassegna che porta in città migliaia di persone, e di conseguenza oggettivi problemi di vivibilità, ma dice la sua – e deve dirla – sul consumo intensivo di un bene voluttuario in tempi di crisi, sull'aspetto produttivo che vede Perugia assente e utilizzata come semplice spazio da riempire e ultimo, ma non affatto ultimo, sulla raccolta del cacao che coinvolge bambini dai 10 ai 14 anni ridotti in schiavitù al prezzo di 230 euro l'uno”.
“E' sconcertante – nota ancora Brutti – che esponenti politici legati al nostro partito non sappiano certe cose ed è inaccettabile la commistione dell'Idv con le vicende Ikea, Turreno e ora Eurochocolate. L'Italia dei Valori non è sponsor di nessuno se non dei cittadini, vigila per loro conto e su questi principi esercita il patto stipulato con i propri elettori”.
Foto di A.Savvides