52.mo FESTIVAL DEI DUE MONDI: FERRARA SI INCHINA A MENOTTI. DA WOODY ALLEN A MONS. RAVASI. E PER IL GRAN FINALE LE MUSICHE DI GERSHWIN. MOSTRE: ARRIVA FRONGIA E MEHRKENS (Photogallery di TO®) - Tuttoggi.info

52.mo FESTIVAL DEI DUE MONDI: FERRARA SI INCHINA A MENOTTI. DA WOODY ALLEN A MONS. RAVASI. E PER IL GRAN FINALE LE MUSICHE DI GERSHWIN. MOSTRE: ARRIVA FRONGIA E MEHRKENS (Photogallery di TO®)

Redazione

52.mo FESTIVAL DEI DUE MONDI: FERRARA SI INCHINA A MENOTTI. DA WOODY ALLEN A MONS. RAVASI. E PER IL GRAN FINALE LE MUSICHE DI GERSHWIN. MOSTRE: ARRIVA FRONGIA E MEHRKENS (Photogallery di TO®)

Mer, 29/04/2009 - 23:52

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di Carlo Ceraso

Comunque vada sarà un … altro Festival. La seconda volta di Giorgio Ferrara alla guida del ‘Due Mondi’ ha centrato già l’obiettivo di stupire con un cartellone che, presentato stamani a Roma alla presenza del Ministro Bondi, non solo crea curiosità ma è destinato a tenere lontana anche la critica più feroce. Almeno fino al debutto di ogni singolo spettacolo, specie le ‘Prime’. Una novità assoluta è l’apertura della manifestazione con un concerto inaugurale al Teatro Romano dedicato al fondatore del Festival, il M° Gian Carlo Menotti. Uno degli ‘strumenti’ di questo nuovo corso di Ferrara intenzionato a ricucire il rapporto con la Città, da sempre la prima, grande alleata del Festival. Lo sapeva bene Menotti senior, lo ha compreso tardi il figlio Francis. Alla conferenza stampa era presente la stampa nazionale e buona parte di quella locale, anche se la diretta streaming (che quest’anno ha funzionato) ha permesso ai più di vedersi l’evento comodamente seduti davanti al desk. “Confermo il sostegno del Governo a questa istituzione – ha detto il Ministro Sandro Bondi – che grazie all'impegno dello Stato ha superato i gravi momenti di difficoltà conosciuti negli anni passati e resta uno degli appuntamenti più attesi in Italia e nel mondo”. “Il Festival è una Officina – ha detto il presidente e d.a. Giorgio Ferrara -, il nostro intento è che diventi un vero e proprio laboratorio nazionale e internazionale”. Poi l’annuncio di nuove collaborazioni perr il prossimo anno per “realizzare iniziative congiunte con il 'Mittelfest' e con 'Benevento città spettacolo'” ha detto Ferrara. Per due collaborazioni in divenire, una sembra allontanarsi: quella con Charleston, città gemellata di Spoleto, che, a dispetto delle intenzioni della prima ora, avrebbe dato forfait per il secondo anno consecutivo. Tutte italiane dunque le orchestre impegnate in questa 52.ma edizione a cominciare dalla “Giuseppe Verdi” di Milano (che interpreterà le musiche del Gianni Schicchi) alla “J. Futura” (Mozart) alla Scuola di Musica di Fiesole che eseguiranno i Concerti di Mezzogiorno (riportati alla loro “ora naturale”).

LO SPOT TV – previsto anche uno spot tv che andrà in onda sulle reti Rai della durata di 30” al quale è legato un conto corrente (“Salviamo l’arte in Abruzzo”) per aiutare la ricostruzione di musei, monumenti e teatri devastati dal recente sisma. Il video è stato realizzato in collaborazione con Rai Educational. Si comincia dunque il 26, alle 19,30, per spostarsi due ore al Nuovo con il Gianni Schicchi di Woody Allen che ben difficilmente sarà presente a Spoleto visto il noto mal d’aria che lo costringe a rifiutare l’aereo. Resta però debole la sezione dedicata all’Opera, se si pensa che c’è solo un altro appuntamento: il “Mozart” di Sacha Guitry (musiche di Reynaldo Hahn) con il quale il Festival torna alla produzione di spettacoli propri. Nel libretto lo spettacolo compare però come una Comèdie musicale.

MUSICA – Un’altra produzione festivaliera è l’“Apokalypsis” di Marcello Panni che per l’occasione dirigerà la Banda dell’Esercito Italiano. Il testo invece e' stato elaborato da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa sede, che salirà sul palco di Piazza Duomo per commentare i versetti della Bibbia da lui scelti. Sempre nella sezione Musica compare “Copyright”, concerto dedicato alla tutela dei diritti d’autore la cui direzione artistica è stata affidata a Caterina Caselli (confermata fra gli altri la presenza di Malika Ayane, Caparezza e Paola Turci). Ci sarà anche Elio, l’eclettico interprete delle canzoni del gruppo Elio e Le Storie Tese, che in Prima italiana interpreterà il ruolo di ‘Figaro Il Barbiere’. Una versione cameristica durante la quale un narratore dialogherà con il pubblico raccontando momenti salienti e i personaggi dell’Opera di Rossini.

DANZA – Tre gli appuntamenti curati da Alessandra Ferri (che il 3 maggio, al Teatro Romano, riceverà a Spoleto il Premio Siae). Si comincia con Coreographing Today per le coreografie di Alexei Ratmansky, Cristopher Wheeldon e Mayne McGregor per proseguire con Bamboo Blues di Pina Bausch e conclude con Omaggio a Jerome Robbins.

TEATRO – è la sezione che, come lo scorso anno, farà la parte del leone anche se Vittorio Sgarbi, nel corso della conferenza non ha esitato a commentare che “l'arte al Festival è sempre stata sottomessa alla musica e al teatro”. 10 appuntamenti che riserveranno al pubblico del festival 3 Prime assolute (L’Ultimo Nastro di Krapp di Beckett con Bob Wilson che ne ha curato anche la regia; Un Altro Gabbiano di Luca Ronconi e infine Signora Madre, Padre Mio Caro) e 7 Prime italiane (Giorni Felici per la regia di Wilson con Adriana Asti, Le Nuvole di Aristofane – regia di Antonio Latella, Serial Plaideur di e con Jacques Verges, Appuntamento a Londra di Mario Vargas Llosa con Pamela Villoresi e David Sebasti, De Profundis di Oscar Wilde con Paolo Bonacelli, Un Piccolo Gioco Senza Conseguenze di Sibleyras per la regia di Eleonora D’Urso ed infine I Prodotti di Michela Lucenti e Leonardo Pischedda).

MOSTRE – se le Arti figurative torneranno a splendere al Festival, Giorgio Ferrara lo dovrà essenzialmente a due persone, ovvero a Vittorio Sgarbi e all’assessore alla cultura di Spoleto, l‘architetto Giorgio Flamini. “Ho voluto mettere a confronto i migliori pittori di Italia e Germania, fra cui Lino Frongia e Klaus Karl Mehrkens. Spero però di riuscire a far arrivare anche le sculture di Filippo Lobrilla, asceta per scelta che scolpisce come Michelangelo”. Palazzo Collicola ospiterà le opere di Andrea De Carvalho (dal 27 giugno) e Maurizio Mochetti (dal 5 luglio) mentre la Rocca quelle di “Amore e Psiche” a cura di Miriam Mirolla e “O’Dino” curata da Adi Umbria (dal 27 giugno). A San Simone l’opera video XFiction di Raul Gabriel (dal 2 luglio), mentre l’Ex Museo Civico ospiterà “Ai lati della Stella” di Silvio Cattani (dal 5 luglio).

IL CONCERTO FINALE – Resta invece discutibile, non tanto sotto il profilo della musica, quanto sotto quello della tradizione, la scelta delle musiche di Gershwin per il Concerto Finale in Piazza Duomo per il quale Giorgio Ferrara auspicherebbe che il pubblico “potesse alzarsi e ballare”. Un po’ come mangiare il panettone a Pasqua o far esibire Cristina d’Avena sul palco di un festival hard rock. E’ possibile che il bottegino non ne risentirà – ma il Concerto finale non ha mai avuto di questi problemi – e che il parterre sarà pieno di giovani, Ma il Gran Finale del Festival è da 51 anni tutta un’altra cosa, quanto a genere, stile e parterre. Ferrara ha però licenza di ‘provare’; lo ha fatto lo scorso anno spostando i Concerti di Mezzogiorno al pomeriggio o dimenticando di ricordare degnamente la figura del M° Menotti. Ma gli va riconosciuto che sa ammettere gli errori e far retromarcia. Per cui non resta che aspettare con curiosità di cosa la musica di Gershwin sarà capace in Piazza Duomo. D’altra parte lo stesso Ferrara anche oggi ha ribadito che il suo “è un nuovo, grande Festival”.


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