Torrente Genna inquinato | Studio Arpa rivela, "stato ecologico cattivo" - Tuttoggi.info

Torrente Genna inquinato | Studio Arpa rivela, “stato ecologico cattivo”

Alessia Chiriatti

Torrente Genna inquinato | Studio Arpa rivela, “stato ecologico cattivo”

On-line l'indagine dell'agenzia regionale | 54 i siti analizzati | La mappa delle aree "peggiori"
Gio, 28/04/2016 - 17:04

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E’ lungo 150 pagine lo studio di Arpa Umbria sullo “stato ambientale dei corsi d’acqua nel bacino idrografico del Torrente Gennaa firma di Mirko Nucci, responsabile del Servizio Reti Monitoraggio Acque. Occhi puntati, dunque, sui uno dei principali affluenti del fiume Nestore, che, nei suoi 22 chilometri, nasce alle pendici di Monte Malbe e attraversa il territorio di Marsciano. Lo studio biennale di Arpa è stato utile per definirne lo stato ambientale, evidenziarne le principali criticità esistenti e proporre iniziative per migliorare la situazione attuale. Le indagini hanno riguardato 54 punti giudicati strategici, e ha coinvolto alcune strutture dell’Agenzia e il gestore Umbra Acque.

Ne emerge una fotografia preoccupante, in base alla quale il torrente viene classificato, complessivamente, “con uno stato ecologico cattivo”, già nel primo ciclo di campionamenti (2008-2012), “determinato dal giudizio derivante dagli elementi di qualità chimico-fisica di base (fosforo totale, azoto ammoniacale, azoto nitrico e percentuale di saturazione dell’ossigeno disciolto)“.

E’ dunque “il contesto di degrado in cui versa il bacino del Torrente Genna”, scrive l’agenzia regionale ad aver spinto Arpa Umbria a effettuare “Nella parte settentrionale – si legge nello studio di Arpa – il Genna attraversa un territorio fortemente antropizzato, costituito dalla periferia e dalla zona industriale della città di Perugia; nella parte centrale e finale scorre in un contesto agricolo di notevole pregio ambientale, in una valle di media ampiezza, bordata da alcuni centri abitati di piccole dimensioni“.
Le acque del Genna – scrive ancora Arpa Umbria – sono caratterizzate un considerevole carico inquinante, dovuto principalmente a rilasci di natura civile e zootecnica. Questi problemi si sommano all’utilizzo intensivo del territorio per l’agricoltura, con vaste aree sottoposte a fertirrigazione, all’uso di fitofarmaci e alla presenza diffusa di allevamenti di varia entità, prevalentemente di natura sunicola“.

Ma da cosa deriva questo inquinamento? Dal rilascio di quantità di reflui dalle abitazioni, dal rilascio continuo di reflui non trattati da tutte le frazioni sprovviste di impianto di depurazione e da parti dell’abitato cittadino non collettate al depuratore di Pian della Genna, tanto che Arpa parla di alcuni tributari come di “autentiche fogne a cielo aperto“.

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Le aree “peggiori” – Per Arpa, l’indagine è chiara: è proprio la città di Perugia a costituire “il primo pesante contributo al degrado della qualità delle acque: l’apporto di reflui non depurati da alcune porzioni di abitato, dovuti all’assenza della rete fognaria o a problemi nella rete fognaria stessa, sommato al contributo dell’impianto di depurazione che rilascia le acque trattate direttamente nel Genna“, provocano un abbattimento dell’indice dei soli parametri fisico-chimici di base, fino a portarli al gradino più basso della scala di giudizio. La situazione rimane tale per tutto il territorio comunale di Perugia e parte del territorio comunale di Marsciano, poiché i centri abitati San Vetturino, Montebello, Boneggio, San Fortunato, San Martino in Colle, Sant’Enea, Villanova, San Valentino, Olmeto, S. Elena, Pila, Villa, Colle, Badiola, San Biagio), non essendo dotati di impianti di depurazione, immettono costantemente reflui civili non trattati nel reticolo idrografico, “osteggiando la capacità autodepurativa del Genna“. Tutto questo nonostante “l’accurata conduzione responsabile del depuratore di Perugia“. Ma sono i fossi dell’Oliveto, di S. Lucia e di S. Barnaba (tratto cittadino), di S. Ilario, Vescina, delle Brecce, di Burgiano e Colognola (Comune di Perugia), di S. Valentino, di S. Elena, di S. Biagio (Comune di Marsciano) ad essere caratterizzati da “evidenti condizioni di degrado ambientale, dovuto al rilascio ordinario e continuo di reflui non trattati”.

Preoccupa inoltre la presenza di suini: 21 gli allevamenti attualmente attivi di consistenza rilevante, per un numero complessivo di oltre 29.000 capi. Il Comune di Perugia ospita 6 allevamenti attivi per un numero complessivo di circa 12.900 capi suinicoli, mentre il territorio comunale di Marsciano ospita 15 allevamenti attivi per un numero complessivo prossimo a 16.200 capi. Un “mosaico di punti  di potenziale rilascio di materiale inquinante“, scrive Arpa, proprio a causa della presenza diffusa di lagune di stoccaggio di liquami grezzi, poste a ridosso dell’asta principale del Genna e dei suoi tributari.

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