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Teatro Turreno, l’opposizione in Comune, “ad oggi nessun progetto”

Redazione

Teatro Turreno, l’opposizione in Comune, “ad oggi nessun progetto”

Il centro sinistra chiede consiglio comunale aperto | "Fondi dell'Agenda Urbana per Perugia bloccati"
Mer, 12/10/2016 - 18:36

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I consiglieri comunali del gruppo PD e il Socialista riformista, Nilo Arcudi, hanno presentato questa mattina al Presidente del Consiglio Varasano la richiesta di convocare un consiglio aperto sulla riqualificazione del Turreno. E hanno chiesto la partecipazione di esperti e professionisti, associazioni ed organizzazioni, Università e istituzioni culturali sui progetti di riqualificazione e di nuova destinazione dell’ex-Cinema Teatro Turreno, alla luce del protocollo d’intesa tra Regione Umbria, Comune di Perugia e Fondazione Cassa di Risparmio sottoscritto il 27 luglio 2015.

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La struttura – ricordano i proponenti nella loro richiesta – è stata acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio e ceduta a titolo gratuito a Comune e Regione rispettivamente per due terzi e un terzo, al fine di rilanciare il Turreno come luogo di promozione e produzione culturale. Ad oggi, però, non risulta che il Comune di Perugia abbia presentato alcun progetto di riqualificazione con le suddette finalità, nonostante la Regione abbia già stanziato un ingente investimento di risorse per il recupero funzionale del Turreno, attingendo non soltanto dal POR Fesr 2014/2020, ma anche mediante altri filoni di finanziamento, per un totale pari a 3 milioni e 100 mila euro. Per questi ritardi ad oggi i fondi dell’Agenda Urbana per l’intera città di Perugia sono vincolati a tale progetto e risultano bloccati. Si tratta, infatti, di un bene immobiliare rilevante dal punto di vista sia storico-architettonico che artistico-culturale, di un luogo importante e simbolico per la nostra città e che è prioritario restituire alla fruizione pubblica”.

Riflettendo sulla situazione di Perugia – proseguono i consiglieri nella richiesta- appare del tutto evidente la necessità di un progetto di rigenerazione urbana innovativo che abbia come fine di dotare la nostra città di un auditorium con dimensioni adeguate ad ospitare concerti e spettacoli ed in grado di competere a livello regionale e nazionale con le più importanti strutture funzionanti. L’assenza di una struttura come quella descritta limita l’attrattività di Perugia e le sue potenzialità in campo musicale, artistico e culturale. Costringendo, inoltre, gli operatori del settore a spostarsi in auditorium limitrofi o ad utilizzare strutture sportive non acusticamente adeguate (ad esempio il PalaEvangelisti e il Santa Giuliana) creando difficoltà ed incomprensioni con il mondo dello sport. In quanto bene pubblico e patrimonio cittadino si ritiene importante e necessario ascoltare sia i cittadini che i portatori d’interesse del settore, in linea con la volontà di promuovere iniziative per assicurare l’ascolto e le risposte alle istanze della cittadinanza, nonché a favorire la condivisione e la partecipazione democratica, creando e sviluppando occasioni di dialogo e dibattito sulla realizzazione di una rilevante opera pubblica”.

I consiglieri chiedono dunque “di procedere quanto prima alla convocazione di quanto in oggetto e di darne idonea pubblicità, ritenendo urgente ed importante affrontare una tematica così rilevante per la città in maniera condivisa e partecipata con tutta la cittadinanza. A norma del Regolamento del Consiglio Comunale come espresso in narrativa, con la presente siamo a formulare la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale Aperto ricordandole anche la norma stabilita ex art. 39 comma 2 del D.L. 267/00 (riprese anche dallo Statuto Comunale di cui sopra) dove si prescrive che il Presidente del Consiglio Comunale è tenuto a riunire il Consiglio, entro il termine perentorio di venti giorni, quando lo richieda un quinto dei consiglieri. Le ricordiamo che la giurisprudenza prevalente in materia configura un obbligo da parte del Presidente alla convocazione, qualora siano rispettati i termini di Statuti e Regolamenti comunali, e configura, altresì, la non sindacabilità della richiesta di convocazione demandando al Presidente le sole verifiche formali”.

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