Coltelli rivolti alla gola per farsi consegnare il codice pin delle carte di credito e in un caso anche una pistola. «Sennò va a finire male», dicevano alle loro vittime. Un perugino del ’66 L.C. e un tunisino dell’89 H.H. sono finiti in carcere nelle scorse ore in esecuzione di una misura cautelare disposta dal Gip Carla Giangamboni per le accuse di rapina, estorsione, minacce e sequestro di persona, su richiesta del pm titolare delle indagini.
Una banda di quattro persone – secondo l’accusa – dedita a adescamenti online con la promessa di sesso facile e poi alle aggressioni ai fini di rapina. Oltre ai due arrestati ci sono due minori considerati complici delle azioni criminali. I due indagati sono stati interrogati in carcere ieri mattina. L’ordinanza contesta due episodi. Nel primo, avvenuto lo scorso febbraio, la vittima entra nell’appartamento del perugino arrestato e mentre una ragazza gli sfila dei soldi dal cappotto, D.B. gli punta il coltello mentre L.C. lo minaccia nel frattempo la ragazza si “rifornisce” al bancomat con la tessera e il pin della vittima. Pochi giorni dopo la scena si ripete e questa volta salta fuori anche una pistola. Anche in questo caso la vittima denuncia.
Le indagini erano scattate dopo l’arresto avvenuto lo scorso marzo da parte della squadra Mobile di un minore per furto e ricatto ai danni di un uomo conosciuto attraverso una chat per incontri gay, poi sono arrivati a scoprire altri episodi simili e incastrare altri sospettati.