Il 50enne “padre orco” di Citerna, arrestato con l’accusa di violenza sessuale su minori che avrebbe coinvolto anche le due figlie (al tempo dei fatti entrambe sotto la maggiore età) resta in carcere.
Il Tribunale del Riesame si è infatti pronunciato mercoledì scorso (29 giugno), rigettando la richiesta degli avvocati Benedetta Barberi Nucci e Gioia Cecchini che, nello specifico, avevano proposto i domiciliari aggravati dall’uso del braccialetto elettronico. L’altotiberino, assente all’udienza, rimarrà dunque nella cella d’isolamento a Capanne, dove si trova dal 7 giugno scorso, giorno in cui gli agenti della Polizia tifernate lo prelevarono dal luogo di lavoro nell’aretino.
A denunciare gli abusi subiti dall’uomo era stata la figlia maggiore, seguita poi a ruota dalla sorella più piccola (che ha portato la sua testimonianza agli inquirenti accompagnata dalla madre). Ad aggravare la posizione dell’altotiberino sono poi state le parole di due nipoti e di un’altra giovane vicina alla famiglia, anch’esse sentite dagli inquirenti. Tuttora si attende anche di passare al vaglio il materiale informatico (e non) sequestrato in casa del 50enne, da cui potrebbero emergere ulteriori particolari.