Ospedale di Terni, gruppi di lavoro e 76 assunzioni | Ma le criticità rimangono - Tuttoggi.info

Ospedale di Terni, gruppi di lavoro e 76 assunzioni | Ma le criticità rimangono

Sara Fratepietro

Ospedale di Terni, gruppi di lavoro e 76 assunzioni | Ma le criticità rimangono

Dal direttore generale Dal Maso stoccate a sindacalisti e medici | Ridotti gli 'appoggi' dei pazienti in altri reparti, ecco i passi in avanti fatti | 'Sos' all'ospedale di Narni - Amelia
Gio, 16/02/2017 - 18:35

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Le richieste dei sindacati sull’ospedale di Terni hanno una logica, ma va considerato il contesto”. Il direttore dell’azienda ospedaliera di Terni Maurizio Dal Maso è chiaro sulla dotazione organica: ci sono dei vincoli di legge e di spesa, c’è il blocco del turnover e spese ingiustificate vanno incontro a interventi della Corte dei conti. “Noi abbiamo fatto una proposta complessiva di incremento della dotazione organica di circa 70 persone, la componente sindacale chiede che la direzione aziendale ne assuma 140: io gli ho detto in maniera provocatoria, ‘Datemi i vostri nomi e cognomi e quando i magistrati mi chiederanno il perché di certe scelte gli dirò i soldi chiedeteli a loro’” ha spiegato Dal Maso. “Bisogna smettere di lucrare su tavoli diversi, ognuno ha le sue responsabilità” ha aggiunto, mostrandosi però ben disposto al dialogo nei limiti di quello che consente la legge. Ed annunciando 76 assunzioni nei prossimi mesi, tra primari (10) e personale di vario genere (66).

Problemi cronici, riorganizzazione in atto

maurizio-dal-masoIl direttore dell’azienda ospedaliera ha voluto fare il punto della situazione, dopo le polemiche delle ultime settimane e la minaccia di scioperi da parte dei lavoratori, affiancato dal direttore sanitario Sandro Fratini e da quello amministrativo Riccardo Brugnetta. Molto si sta facendo, è stato evidenziato, ma i problemi rimangono e rimarranno, sotto vari punti di vista. “Anche al di là delle situazioni contingenti – ha detto Dal Maso – l’ospedale ha dei problemi cronici, li conosciamo fin dall’inizio del nostro mandato, quasi un anno fa, e per questo abbiamo dato immediato avvio ad una riorganizzazione, che sta procedendo unitamente alla ridefinizione logistica e poi organizzativa delle Unità operative”. Dal Maso ha elencato le criticità del nosocomio ternano dando conto delle misure programmate e di quelle già adottate in urgenza e in prospettiva. Ricordando che le ‘stelle polari’  sono 2: la sicurezza dei pazienti, “che è garantita“, (tanto da minacciare denunce per procurato allarme se continuerà ad essere affermato il contrario) e il mantenimento dell’operatività dell’ospedale, “che non rischia declassamenti, anzi abbiamo operato di più e con una casistica maggiore”.

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Da febbraio meno “appoggi” negli altri reparti, attività chirurgica migliora

Il problema principale è attualmente quello dei posti letto e degli “appoggi”, vale a dire la degenza di pazienti che dovrebbero essere ricoverati in Medicina in altri reparti. Che ha portato ad un sovraffollamento in particolare di Chirurgia con l’impossibilità di effettuare operazioni chirurgiche programmate. Molto si è finalmente fatto nelle ultime due settimane, anche se ci sono criticità dovute all’influenza anticipata quest’anno, come ha spiegato Sandro Fratini: “Alla data del 16 gennaio di quest’anno c’erano 54 appoggi di cui 42 in Area chirurgica, contro i 19 appoggi della stessa data del 2016. Già oggi c’è una lieve riduzione dei ricoveri ospedalieri per via delle influenze, ma il dato è comunque maggiore rispetto al 2016”.

La questione è da attribuire, ha evidenziato il direttore generale Dal Maso, al fatto che “da noi arrivano 100 pazienti al giorno di cui 70 potrebbero non venire, ma scelgono Terni perché non trovano risposte adeguate sul territorio o che magari arrivano da Rieti e Viterbo”. “Tutti gli anni – ha osservato – nel periodo di picco delle influenze, si presenta la criticità dei posti letto, è un problema di tutta Italia, ma siccome è un problema atteso è necessaria una programmazione. Abbiamo quindi potenziato l’area medica, riconvertendo posti letto sotto utilizzati nell’area chirurgica, dove la quantità di interventi, con una programmazione appropriata da parte dei primari, richiede meno posti letto di quelli attuali. Ciò ha consentito di eliminare appoggi da altri reparti su letti chirurgici, garantendo la normale attività chirurgica programmata. E per agevolare il turnover dei ricoveri e ridurre la degenza di tutta l’area medica, abbiamo anche attivato la Discharge Room e chiesto di garantire le dimissioni dei pazienti anche il sabato e la domenica”.

Margini per una maggiore efficienza nei reparti, stoccate a medici e sindacalisti

E’ impossibile pensare (ed è anche vietato dalla legge, ndr) di aumentare temporaneamente i posti letto e poi tornare ai 520 autorizzati. Abbiamo comunque ridotto gli appoggi e la permanenza dei pazienti, ma è impossibile azzerarli in un periodo di superaffluenza” ha detto ancora il dg dell’azienda ospedaliera ternana. Da Maurizio Dal Maso è arrivata anche qualche stoccata ad alcuni sindacalisti e medici. “Se qualcuno si sente offeso perché non ha pazienti da operare, il problema è suo” ha sottolineato, parlando poi dell’importanza di fare efficienza nei vari reparti. Cosa che sta già avvenendo, visto che i margini sarebbero ampi.  “Per dare soluzioni nuove ai problemi vecchi occorre riorganizzarsi e dare un segnale forte e chiaro di inversione di tendenza. La direzione  ha la  collaborazione di professionisti che non si sentono disturbati dalla prospettiva del cambiamento, con gli altri continueremo a confrontarci,  anche perché quello che preme alla direzione è l’interesse dei pazienti e quindi anche gli altri professionisti  capiranno e se ne faranno una ragione”.

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Il 7 marzo si presentano i gruppi di lavoro

Le nuove esigenze organizzative e le modifiche allo studio, e che saranno progressivamente attuate, sarebbero state spiegate anche alla componente sindacale medica durante la riunione del 26 gennaio scorso, ma le organizzazioni sindacali l’hanno disdetta e sono stati quindi riconvocati  a febbraio. I nuovi modelli organizzativi sono attualmente allo studio di sei diversi gruppi di lavoro  (dalla chirurgia a ciclo breve al percorso nascita,  ecc.)  formati da professionisti della Azienda Santa Maria e saranno presentati il 7 marzo in un incontro intitolato “L’ospedale che vorrei: traguardi e obiettivi per un cambiamento di qualità” e il 14 marzo in occasione di un convegno organizzato in associazione con Cerismas – Università Cattolica – in cui saranno analizzati i risultati tecnici di questo lavoro e presentato il cronoprogramma di attuazione dei nuovi modelli organizzativi aziendali.

Rivedere il ruolo degli ospedali minori

Dal dg Dal Maso è arrivata anche la proposta di rivedere il ruolo degli ospedali minori, come quello di Narni – Amelia. “Tutti vogliono l’ospedale sotto casa, ma quando poi si hanno problemi non ci si vuole andare e si preferiscono altre strutture” ha osservato, evidenziando l’esigenza di rivedere il loro ruolo, come in realtà sta già avvenendo per le operazioni chirurgiche minori. “L’ospedale Santa Maria da solo – ha spiegato – non può risolvere tutti i problemi clinico-assistenziali della popolazione di riferimento e di tutti i pazienti che arrivano dalle altre province anche extraregionali.  È necessario costruire rapidamente una vera rete clinica integrata con gli ospedali di Narni e Amelia, che deve prevedere precisi percorsi clinico-diagnostici e terapeutico-assistenziali condivisi allo scopo di ridurre gli accessi impropri in un ospedale di alta specializzazione come il nostro, agevolare le dimissioni e permetterci di aumentare le attività e le risorse per la casistica ad alta complessità, che è la vera missione della nostra Azienda”. E per questo la direzione ha invitato tutti i professionisti e i rappresentanti sindacali a proporre modifiche e soluzioni diverse “che siano però  – ricorda  Dal Maso – nell’interesse del paziente e non di singoli pezzi o personaggi dell’organizzazione”.

Primari vacanti in copertura e 66 nuovi dipendenti

Quanto ai 10 posti da primario attualmente vacanti, il vertice dell’azienda ospedaliera non lo vede come una criticità ma come un punto di forza: “entro i prossimi mesi i posti saranno tutti coperti, ricordo che sono i professionisti che fanno l’ospedale”. Insomma, con i nuovi direttori di struttura, che senza dubbio saranno figure professionali molto qualificate, si potrà anche attrarre nuovi utenti. “In tutto i primari vacanti sono 10 – ha ricordato Dal Maso – e consapevoli che solo la figura di un direttore può assicurare ai reparti una gestione clinica e organizzativa efficace, abbiamo già bandito i concorsi per la copertura della direzione di Nefrologia, Ortopedia, Oculistica, Radiologia (i più urgenti con nomina e presa di servizio entro l’estate), dell’Uroginecologia universitaria,  Pediatria e Laboratorio analisi”. Poi sarà la volta della Maxillo-facciale, della Farmacia, dell’Endocrinologia. Per quanto riguarda le professioni sanitarie (infermieri, ostetriche, OSS, tecnici…) era stato già annunciato l’incremento di 50 unità che dopo il confronto con i sindacati sono salite a 66. La richiesta di incremento è già stata presentata alla Regione.

I dati del 2017 dell’ospedale

Il Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) dell’ospedale di Terni registra circa 43.000 accessi nall’anno, quindi una media di circa 120 pazienti al giorno con picchi che variano da oltre 150 a 80. Nel periodo compreso fra gennaio e metà febbraio 2017 l’ospedale ha avuto un incremento di afflusso di pazienti medici al Pronto Soccorso di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2016, e questo spiega perché la direzione è intervenuta in modo radicale. Dal 1 febbraio sono stati ridotti drasticamente gli appoggi nei reparti chirurgici (passati indicativamente da 21 a 3 al giorno) e i letti in corridoio sono stati al massimo 2 ogni giorno e per un periodo limitato di ore. Per quanto riguarda l’area medica, la soluzione attuata, cioè la concentrazione dei pazienti al 5° piano,  ha ottenuto come effetto una migliore assistenza e una contestuale ottimizzazione dei percorsi di cura, avendo iniziato a trattare i  pazienti secondo parametri di  media e bassa intensità di cura.

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