Michele Bendini: una “gustosa” intervista al cuoco tifernate più famoso dell’Altotevere - Tuttoggi.info

Michele Bendini: una “gustosa” intervista al cuoco tifernate più famoso dell’Altotevere

Redazione

Michele Bendini: una “gustosa” intervista al cuoco tifernate più famoso dell’Altotevere

Mer, 19/06/2013 - 18:56

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Davide Baccarini

Prima dell’evento “Apprendo e degusto senza glutine”, promosso dalla società delle Farmacie Tifernati, che si terrà al Centro di formazione “G.O Bufalini” di Città di Castello il 20 giugno, abbiamo intervistato quello che sarà l’ospite d’onore. Michele Bendini, classe ’78, è un veterinario tifernate salito alla ribalta dopo la sua partecipazione al reality culinario “MasterChef 2” di SkyUno, del quale ha raggiunto la finale assieme ai 18 migliori cuochi amatoriali d’Italia. Giudicato da chef internazionali come Carlo Cracco e Bruno Barbieri, Michele ha ben figurato arrivando persino tra i primi 8. Tuttoggi lo ha voluto conoscere meglio.

L’evento

  • Perché sarai all’evento“Apprendo e degusto senza glutine” ed hai aderito a questa iniziativa? “Parteciperò perché ho sposato il progetto “Cucina & Salute” delle Farmacie Tifernati, soprattutto per i rapporti lavorativi e l’amicizia che mi legano alla Dott.ssa Barbara Cucchiarini fin dai tempi dell’università. In passato mi sono documentato su questa intolleranza alimentare anche perché ho avuto un ex fidanzata celiaca. Inoltre conosco questo tipo di cucina e mi piace”.
  • Farai dei piatti domani? “Domani ci sarà una collaborazione insieme al pizzaiolo Luigi Manganelli del ristorante pizzeria per celiaci “Il Bombarolo”: lui si occuperà della parte panificazione ed io preparerò un aperitivo facendo anche del fritto particolare, usando farina senza glutine”.

Il cuoco

  • Cosa rappresentano per te, in generale, il cibo e la cucina? “Per me la cucina è innanzitutto una grandissima passione e un divertimento. Io amo mangiare bene, amo la cultura che c’è dietro il cibo, perché la cucina stessa è una grandissima cultura: si deve partire dalla conoscenza delle materie prime, svariate sia in Italia che nel mondo. Poi la cucina è bella anche perché ci si mette alla prova e si cerca di copiare anche altre tradizioni. Io quando vado in viaggio, ad esempio, sono uno di quelli che mangia sempre “tipico”, sia perché penso sia preferibile, sia perché si entra molto meglio in sintonia col territorio in cui si trova. La gente stessa si conosce da come mangia e da come apprezza il cibo”
  • Da dove è nata questa tua passione? “Io apprezzo fortemente il cibo e tutto quello che ruota attorno alla cucina ma la passione è nata dalla mamma Rita che mi ha insegnato pure a cucinare. Solo dopo, quando sono andato a vivere da solo, ho incominciato a divertirmi e sperimentare nuovi piatti. La fila di amici che si formava sotto casa per venire a mangiare da me, soprattutto ai tempi dell’università, la diceva lunga”.
  • Qual è il tuo piatto preferito? E quale ti piace cucinare su tutti? “Mi piace molto la carne. Il mio piatto preferito però è la galantina di pollo, perché suscita in me ricordi legati alla mia famiglia, al mio territorio, alle tradizioni e persino al Natale. Dopo sono tante le cose che mi piacciono. Sono molto goloso. Oltre a piacermi, la carne mi piace anche cucinarla. Su tutti la tartare di manzo è un piatto che amo molto”.
  • Come ti classifichi nell’ambiente culinario? “Per quel riguarda la cucina non ho titoli. Ho fatto solo un programma televisivo che mi ha dato notorietà. Direi che sono un “cuoco amatoriale”. Posso questionare di cucina perché mi piace parlarne come posso parlare di calcio. Io non sono nessuno in cucina. In medicina veterinaria posso esprimermi avendo dei titoli e posso dire la mia, ascoltare e anche ribattere. In ambito culinario ne so qualcosa ma resto umile. Molti che fanno i cuochi veramente, gli chef, sono davvero bravi. Io so cucinare ma molti altri lo sanno fare come me. Io ho avuto la fortuna di andare in tv, “scatola di bugie”, che rende famoso anche un veterinario che sa cucinare”.

Il veterinario

  • A proposito di veterinario, è questa la tua vera professione. Ti piace il tuo lavoro? “E’ sempre stato il mio sogno: sin da bambino ho sempre voluto fare questo lavoro, soprattutto con i cavalli. Sono nato e cresciuto veterinario. Amo il mio lavoro, lo faccio con piacere e, nonostante tutti i sacrifici, è davvero gratificante”.
  • Secondo te, uomo e animali in cosa differiscono? “Potremmo parlare per ore perché, derivando tutti dai rettili, la differenza è veramente poca. Chiaramente noi siamo l’animale più intelligente, evoluto e socialmente avanzato. E’ complesso da spiegare ma la differenza c’è, a volte gli animali danno grandi soddisfazioni, sono amici e compagni. Diamo un punto in più a loro rispetto all’uomo”.

La TV

  • Ormai siamo abituati a vederti spesso in tv: a “MasterChef” da concorrente, a “borgo chef” da giudice e persino nella pubblicità di una famosa robiola! Hai mai pensato ad una carriera nel mondo della televisione? “Non ci ho mai pensato sinceramente. Ho fatto “MasterChef” quasi per scommessa, per divertimento, però dopo mi sono divertito anche a riguardarmi. Ho provato un’emozione doppia. Di questi tempi, un anno fa, ero in Sardegna a girare. Sul momento non ti rendi conto bene di cosa stai facendo, poi esci su un programma e ti piace anche rivederti in tv, tra l’altro uscendone bene come persona. Ti dico la verità: se capitasse qualcosa da fare in tv non mi dispiacerebbe affatto provare, mi farebbe molto piacere. Senza ovviamente abbandonare la mia vita e il mio lavoro al quale sono troppo legato”.
  • Visto che hai provato entrambe le esperienze, è stato più difficile fare il giudice o il concorrente? “Non c’è paragone: è stato più difficile fare il concorrente soltanto perché era una gara vera e il protagonista ero io, insieme agli altri 18. Un’esperienza tosta. Fare il giudice a “borgo chef” è stato un divertimento, anche perché è venuto fuori un evento organizzato benissimo; volevo fare i miei più grandi complimenti a Gianluca Polidori e all’associazione “Due chiacchiere tra borghesi” e anche a tutta San Sepolcro che ha tenuto viva e vive la “piazza”. Un esempio da prendere anche per il resto dell’Alta Valle del Tevere. Portare a cena 250 persone per quattro giovedì consecutivi e 400 l’ultima sera a pochi euro, nei migliori ristoranti della città non è cosa facile. E’ stata davvero un’esperienza coinvolgente e carina”.

Michele

  • Quali sono i punti fermi nella tua vita? “La famiglia, gli amici, i miei animali e…Michele”.
  • Ti senti più veterinario, cuoco o uomo da sposare? Datti un voto per ognuno di essi. “Uomo da sposare non mi ci sento per niente anche se non si sa mai…Darmi i voti è difficile. Io in primis mi sento veterinario sicuramente, poi cuoco amatoriale per divertimento. Penso di far bene il mio lavoro ma rimando il giudizio ai commensali e ai clienti. Come veterinario penso comunque di essere estremamente disponibile e questo credo che sia importante nel mio lavoro: 7! Come uomo da sposare mi do 4-, rimandato a settembre”.
  • Nel reality sei apparso spesso impenetrabile, non lasciavi trasparire né allegria né tensione. Ma come sei di carattere tutti i giorni?. “Caratterialmente credo di essere una persona buona, disponibile, soprattutto con gli amici e con le persone che mi vogliono bene. Un po’ egocentrico forse. Per il resto sì, sono un po’ glaciale come tipo, lascio trasparire molto poco i miei sentimenti. Io mi concedo poco alle persone che conosco poco. Mi piace parlare e guardare una persona negli occhi, allora lì mi apro molto di più. Non sono certamente una persona aperta.

Il futuro

  • Aprirai mai un ristorante tuo? “Questa è una bellissima domanda, perché io ad aprire un mio ristorante ci ho sempre pensato, anche prima di “MasterChef”. E’sempre stata un’idea “calda”, quando sarò più vecchio e stanco del mio lavoro, con qualche soldino da parte, lo farò. Chiaramente adesso è un momento pressoché impossibile per farlo, soprattutto a Città di Castello. Vediamo. Mai dire mai”.
  • Come ti vedi dunque tra 10 anni? “Un po’ più vecchio, speriamo non tanto grasso e sempre dottore, sfruttando però tutte le opportunità che mi si presenteranno”.
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