"L'ANIMA E IL CORE, LA MUSICA E L'ICONOGRAFIA AL TEMPO DEL PERUGINO" - Tuttoggi.info

“L'ANIMA E IL CORE, LA MUSICA E L'ICONOGRAFIA AL TEMPO DEL PERUGINO”

Redazione

“L'ANIMA E IL CORE, LA MUSICA E L'ICONOGRAFIA AL TEMPO DEL PERUGINO”

Lun, 29/06/2009 - 18:18

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Si chiama “L'anima e il core, la musica e l'iconografia al tempo del Perugino” l'ultimo lavoro dell'ensemble Laus Veris, dal 1999 una delle realtà più consolidate nel panorama della musica antica umbra attivo in Italia.

Il nuovo cofanetto musicale, dedicato a Pietro Vannucci, il “Divin Pittore”, è stato presentato a Panicale lo scorso 30 maggio. Alle 16, nella chiesa di San Sebastiano, è stata realizzata la visita in musica degli affreschi del Perugino e del Raffaello; alle 17, nella chiesa di Sant'Agostino, si è svolta la “Festa in Musica” con i Laus Veris, il “Fiffaro Consort” e con la partecipazione del Gruppodanza Medievale Assisi.

L'introduzione è stata curata da Simona Esposito, mentre la fantastica voce di Sergio Tedesco ha sottolineato i momenti musicali più suggestivi con la lettura di testi legati alla vita del celebre pittore.

“Questo lavoro – spiega il curatore del progetto, il maestro Daniele Bernardini, che nell'ensemble suona gli strumenti a fiato – vuole essere un omaggio al sommo poeta della proporzione e dell'equilibrio di forme e colori, Pietro Vannucci da Castel della Pieve, uno spaccato di vita musicale del volgere del Quattrocento, in cui viene presentata tutta la gamma di forme compositive e di strumenti in uso all'epoca”.

Il progetto, un “connubio tra un'attenta ricerca filologica e una grande passione per l'arte figurativa”, vuole “ripercorrere ogni aspetto della funzione sociale della musica e di contestualizzarla nella vita quotidiana e istituzionale del tempo”.

Si tratta di una paziente opera di ricerca, affiancata alla ricerca di una esecuzione rigorosa e al contempo coinvolgente, che caratterizza l'attività dell'ensemble: “Ogni repertorio – è scritto nella presentazione del gruppo – è caratterizzato da scelte interpretative che derivano dallo studio della situazione storico, politico, religiosa dei luoghi dove sono stati scritti i vari codici e dalla forma d'esecuzione della musica tradizionale attraverso comparazione tra iconografia ed etnomusicologia”.

Nel tempo, gli ensemble hanno diretto la propria ricerca verso lo studio delle opere di grandi protagonisti dell'arte umbra, dai quali è possibile trarre informazioni sul panorama degli strumenti e la possibile prassi esecutiva del loro tempo; lo scorso anno, il Laus Veris con la realizzazione del cd ufficiale della grande mostra del Pintoricchio, (“Orsù, su car signori”) che ha segnato una svolta importante nella ricoperta, con percorsi monografici, di grandi artisti del passato inseriti nel loro tempo anche grazie all'attenta conoscenza che avevano del mondo artistico nel suo complesso, compreso quello musicale.

Oggi, con “L'anima e ‘l core”, giunge a compimento il lungo lavoro di ricerca sul Perugino. Nei dipinti del Vannucci, importanti sono le raffigurazioni degli angeli musicanti. Indicazionei si trovano nella Madonna in trono di Panicale, che potrà rivivere durante le prossime “visite musicali”, e nell'Adorazione dei Magi dell'Oratorio dei Bianchi di Città della Pieve Perugino, che rimanda all'attività della Schola di ballo di Mariotto da Perugia; su quell'immagine è stata ricostruita con il gruppo danza medievale di Assisi “Il balletto moro chiamato la fortuna”. Alla bottega si deve anche la prima testimonianza in Italia centrale di una fanfara di lanzichenecchi, nell'Adorazione dei Magi dipinta da Eusebio di Jacopo da San Giorgio nell'Abbazia di San Pietro di Perugia. Dalla raffigurazione, che contiene riferimenti musicali (un pastore con la piva, ma anche una tromba, due traverse e dei grossi tamburi militari) nasce l'idea di eseguire una marcia militare dall'effetto singolare.

Con l'obiettivo di suggerire “quello che ascoltò, amiamo immaginare, Pietro Perugino nei vicoli intricati della città di Perugia, fra i banchi del mercato, nelle osterie così come nelle sale dei palazzi, nei convivi o nelle feste dei patrizi; una miscellanea di frottole, strambotti, villançicos e canti carnascialeschi; a volte magari semplicemente accennati, a volte eseguiti con perizia”.Il cofanetto vanta, oltre ad una serie brani di composti per l'occasione e prime registrazioni assolute, una splendida carrellata di immagini e la traduzione del libretto, che comprende 46 pagine, in tre lingue (italiano, francese ed inglese).


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