Il giorno di San Francesco patrono d'Italia | Le celebrazioni e l'arrivo del Papa - Tuttoggi.info

Il giorno di San Francesco patrono d’Italia | Le celebrazioni e l’arrivo del Papa

Redazione

Il giorno di San Francesco patrono d’Italia | Le celebrazioni e l’arrivo del Papa

Ad Assisi anche il ministro Galletti, i presidenti Chiamparino e Marino, il sindaco Appendino
Mar, 04/10/2016 - 11:32

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Aggiornamento ore 15.16 – E’ stata una visita breve, durata circa 20 minuti, quella di Papa Francesco a San Pellegrino di Norcia: il pontefice è giunto nella cittadina intorno alle 15, accompagnato dall’arcivescovo Boccardo, che gli ha detto “grazie Padre Santo per essere venuto a farci visita”. Francesco ha risposto: “sono contento di stare in mezzo alla gente che ha sofferto tanto. Spero di poter dare un contributo in questo momento di sofferenza“.

Papa Bergoglio ha poi visitato la ‘zona rossa’, quella più colpita dal sisma del 24 agosto scorso, che ha causato gravi danni anche nel comune di Norcia, in Umbria. Papa Francesco ha quindi salutato i fedeli e i cittadini molto emozionati per il suo arrivo, e ha pronunciato una breve preghiera, usando il microfono dell’auto della polizia. Ha accarezzato i bambini, infondendo, come ha avuto modo di dichiarare Boccardo, “un grande incoraggiamento nella gente. Una visita breve, ma di grande umanità“. Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, ha dichiarato: “ho avuto modo di salutare Papa Francesco. Ci incontriamo ogni anno per San Benedetto, ma oggi la sua visita, in questo momento di tristezza, ci riempie il cuore“. Il Papa ha poi lasciato la frazione di Norcia.

Pochi minuti prima dell’arrivo di Papa Francesco, l’Ingv ha registrato una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 proprio a 7 km da Norcia.

Aggiornamento ore 14.44 – Papa Bergoglio torna in Umbria nel giorno di Francesco, il Santo poverello e patrono d’Italia. Ha deciso di visitare i luoghi colpiti dal terremoto dello scorso 24 agosto: prima ad Accumoli e Amatrice, dove ha salutato i fedeli e pregato. Ora il pontefice proseguirà la sua visita, che all’inizio voleva in forma privata, verso San Pellegrino, frazione di Norcia, anche essa colpita dal sisma. Lì è atteso intorno alle 15. Non è escluso che Papa Francesco torni anche ad Assisi, proprio in occasione delle celebrazioni del Santo patrono, dove potrebbe arrivare intorno alle 17.

Pre 11.32 – E’ il giorno di San Francesco d’Assisi: oggi, 4 ottobre, in Umbria, come in tutto il Paese, si festeggia il patrono d’Italia. Ad Assisi la cerimonia ha preso il via con la messa solenne celebrata nella Basilica Superiore e presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, insieme ai vescovi piemontesi, a quello di Assisi, e ai ministri generali e provinciali delle Famiglie francescane. Presenti nella Basilica anche alcuni rappresentanti delle istituzioni, tra cui: il ministro Gian Luca Galletti, i presidenti delle Regioni Piemonte e Umbria, Sergio Chiamparino e Catiuscia Marini, e il sindaco di Torino Chiara Appendino. Proprio al sindaco di Torino è spettato il compito di accendere la Lampada votiva dei Comuni italiani con l’olio offerto dalla Regione Piemonte. Galletti leggerà inoltre il messaggio alla Nazione dalla loggia del Sacro convento.

Papa Francesco in visita nei luoghi del terremoto – Nella giornata del patrono d’Italia, Papa Francesco ha deciso di recarsi, con visita privata, nei luoghi colpiti dal terremoto del 24 agosto. Ha preso la sua utilitaria, e, partito da Roma, ha raggiunto Arquata del Tronto e Amatrice. “Accompagnato dal vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili – riferisce una nota del Vaticanoil Santo Padre si è recato nella scuola di Amatrice e nella ‘zona rossa’ del paese, chiusa per motivi di sicurezza“. L’arrivo di Papa Bergoglio nelle zone terremotate era già stato annunciato domenica scorsa, durante una conferenza stampa nel volo aereo Baku-Roma. Il pontefice aveva chiesto di poter pregare in solitudine, ma il suo arrivo non è sfuggito agli occhi di alcuni fotografi, dei cittadini e dei fedeli.

In base a quanto riportato dal sito di informazione Avvenire.it, il Papa ha lasciato i luoghi di Amatrice dopo circa un’ora, salutando dal finestrino gli sfollati rimasti nelle tendopoli. Il suo viaggio continua attraverso gli altri luoghi colpiti dal sisma, Accumoli e Arquata del Tronto. Alla fine del viaggio, sempre secondo quanto riferito da Avvenire.it, il Santo Padre farà tappa ad Assisi, proprio in occasione delle celebrazioni del Santo patrono d’Italia. Sarebbe la terza volta ad Assisi per Papa Bergoglio nel giro degli ultimi due mesi. Papa Francesco è atteso anche a Norcia nel pomeriggio.

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Papa Francesco ad Assisi, pronta “zona rossa” e 15 checkpoint – LA MAPPA

Nel suo saluto durante la cerimonia per la Santa Messa, padre Mauro Gambetti, custode sacro convento di Assisi, ha detto: “sono lieto di accogliervi in occasione della Solennità di San Francesco patrono d’Italia. Il Piemonte, la Regione più occidentale d’Italia, come dice il nome stesso è ‘ai piedi delle alte montagne’, quasi un bacino naturale di raccolta delle grandi acque che poi si irradiano lungo la pianura in una ricca rete fluviale. La geografia rispecchia, o forse ispira, la storia e la cultura della vostra Regione che, raggiunta nel ‘700 la propria autonomia ed unità, ha poi inciso profondamente nella costituzione dello Stato italiano. Oggi l’Italia geme – anche per evidenti contraddizioni che ci segnano ed affondano le loro radici nel Risorgimento – e si presenta incerta all’appuntamento con gli odierni cambiamenti epocali. Ma gli italiani sono fieri della propria appartenenza, non però da nazionalisti sprovveduti che alzano barricate, lo sono piuttosto con quel senso di realismo critico che la storia ha insegnato al nostro popolo. Se sapremo rinnovarci mantenendoci fedeli alla nostra tradizione civica, saremo un punto di riferimento per il mondo intero. In particolare, siamo riconoscenti al popolo piemontese per l’aspirazione a costruire uno Stato unitario e laico che ci ha trasmesso. La società è un fatto laico nella misura in cui approfondisce l’humanitas; lo Stato è unito nella misura in cui le persone che lo compongono si incontrano – senza eccezione di provenienza, estrazione sociale, credo religioso – si confrontano e si orientano secondo ideali intelligentemente fondati e condivisi. Per questo c’è bisogno di uscire definitivamente dal ring e smettere di pensare alla polis come ad un campo di battaglia. Non ci sono i comunisti, i conservatori, i liberali, i radicali, i cattolici, gli ebrei, i musulmani… Non ci sono nemici. Sul campo, nel mondo, ci sono innanzitutto gli uomini“.

Durante la cerimonia della Santa Messa e dell’offerta dell’olio per la lampada votiva, ha preso parola anche il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino. “Siamo alle prese con la fuga di tante persone che meritano di trovare accoglienza. Vorremmo fare ancora di più, ma non siamo ancora in grado di porre rimedio a tragedie come quella avvenuta al largo di Lampedusa. Le parole di San Francesco devono avere importanza per noi che rappresentiamo le istituzioni. A volte dovremmo avere il coraggio di fare scelte impopolari”.

Anche le parole del ministro Galletti sono state rivolte ai migranti. “Abbiamo bisogno di tanto San Francesco“, ha detto Galletti nel suo discorso. “Abbiamo avuto il primo pontefice che ha preso il nome del santo di Assisi“. Poi un pensiero al mondo dilaniato dalle crisi e dalle guerre: “non dobbiamo dimenticare le foto di quel bambino sulla spiaggia in Turchia. Siamo stati colpiti al Bataclan, a Nizza, bene questa basilica è luogo riconosciuto di Pace, questa città è luogo di arrivo della Marcia della Pace. Noi siamo contro ogni guerra. Siamo contro il terrorismo, senza se e senza ma. L’Italia non si sente dalla parte dell’Europa dei muri, ma dalla parte dell’Europa dei popoli, che unisce“.

Quest’anno, dunque, a donare l’olio per la lampada votiva è stata la Regione Piemonte: ad accenderla è stata il sindaco di Torino, Chiara Appendino. Il prossimo anno toccherà alla Liguria.

©Riproduzione riservata

Alcune foto sono tratte da Avvenire.it e Twitter Osservatore Romano

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