di Geraldina Rindinella
Alle ore 20 di martedì sera, i parcheggi del centro storico perugino risultavano essere già completi e le poche pizzerie al taglio ancora aperte non avevano più nulla da poter mangiare al volo. Tutto esaurito. Una situazione molto strana, se si pensa che ad agosto la maggior parte della città si svuota lasciando solo pochi abitanti in balia dei negozi chiusi per ferie. Quello di ieri non è stato un giorno qualunque: era la notte di San Lorenzo, in cui molti girano per l'occasione come cavallette impazzite a cercare un posto da cui poter osservare le stelle cadenti. Ma non tutti sapevano che di lì a poco più di un’ora, ci sarebbe stato lui, l’attesissimo Goran Bregović. Ecco, quindi, svelato l’arcano di tanto affanno nell’individuare il posto ottimale da cui potersi godere il concerto gratuito in piazza IV Novembre del grande musicista bosniaco. Peccato che gli organizzatori, così come la maggior parte dei fan e curiosi presenti, non avessero calcolato che il nome di Bregović avrebbe attirato centinaia di persone trasformando lo spiazzo della Fontana Maggiore e il corso Vannucci in una fiumana impressionante di umanità di ogni sorta.
Alle 21.35, un fascio di luce illumina la folla e la Wedding & Funeral Band, che accompagna l’artista in ogni tour, inizia a suonare tra la gente. Poi finalmente sul palco si materializza Goran Bregović in un elegante completo total white, insieme alla sua inseparabile chitarra elettrica, che da il via alla scatenatissima “Gas, Gas”. Ragazzi e non in una moltitudine saltellante, bottiglie di plastica riempite di vino che circolavano in mezzo alla folla, un delirio collettivo che non si è placato nemmeno con le canzoni più lente tratte dall’ultimo album “Alkohol, Sljivovica & Champagne”, dai richiami fortemente iberici e arabeschi, più che tipicamente balcanici. Due ore di esibizione in cui sono state riproposte anche le melodie che hanno contribuito a rendere internazionale il nome di Bregović come “In the Death Car”, passando per “Underground Cocek” e “Ringe Ringe Raja”, colonne sonore di pellicole importanti a firma del connazionale Emir Kusturica.
Ad infiammare il gran finale, già surriscaldato dai balli sfrenati e dal clima torrido, ci ha pensato il brano “Kalashnikov”, a conclusione di una serata indimenticabile per coloro che potranno dire di esserci stati e per il geniale Goran Bregović, visibilmente onorato di essere stato l’astro più luminoso in una siderale notte di agosto.