Esclusiva TO® – La maximulta da 7,2 milioni di Vus – Nuovo salasso per i cittadini di Spoleto, Foligno e Valnerina - Aggiornamento La nota VUS (nei Commenti) - Tuttoggi.info

Esclusiva TO® – La maximulta da 7,2 milioni di Vus – Nuovo salasso per i cittadini di Spoleto, Foligno e Valnerina – Aggiornamento La nota VUS (nei Commenti)

Redazione

Esclusiva TO® – La maximulta da 7,2 milioni di Vus – Nuovo salasso per i cittadini di Spoleto, Foligno e Valnerina – Aggiornamento La nota VUS (nei Commenti)

Lun, 21/01/2013 - 16:45

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Carlo Ceraso
7.124.382,39 euro, inclusi 7,70€ quali spese di notifica. Ammonta a tanto l’ingiunzione di pagamento inviata dalla Agenzia delle Dogane alla Valle Umbra Servizi S.p.A., la società di multiservizi per ‘aver indebitamente’ trattenuto il 60% delle accise pagate dai cittadini di Foligno durante il periodo del terremoto che sconvolse la città nel 1997. Eccolo quindi il documento, negato fino a sabato alla minoranza di Spoleto (vedi qui), e che mani ignote hanno inserito in una busta chiusa intestata al direttore e lasciata davanti alla redazione di Tuttoggi.info. Fra le 9, ora di apertura dei nostri uffici, e le 10 ca. di quest’oggi quando un redattore ha notato l’involucro. All’interno, oltre alla lettera delle dogane prot. n. 2012/a/35061 del 12 dicembre scorso anche alcune delibere dei Cda relative a promozioni e conferimento di premi economici ai direttori di Vus.
Ma torniamo subito alla ingiunzione di pagamento notificata al presidente dell’azienda, l’avvocato Maurizio Salari. Cinque pagine in cui il direttore dell’ufficio doganale, il dottor Aurelio Cianfrone, ripercorre il pastrocchio amministrativo combinato prima dall’Asm (l’ex municipalizzata di Foligno) e poi da Vus dov’era confluita insieme alla ‘sorella’ spoletina ASeM.
La storia – siamo a settembre 1997, la città della quintana è sconvolta dalle scosse che portano morte e disperazione. Bene avrebbe fatto la Asm a sospendere, in virtù della Ordinanza 2668, il versamento della accisa sul gas naturale fatturato ai propri concittadini e la relativa addizionale regionale: invece no, nei due anni di sospensione prevista dalla normativa, Asm chiede ai propri clienti l’intero importo, 8,9 milioni di euro pagati dai contribuenti folignati. Il ‘bottino’ resta nelle casse della municipalizzata, allora posta sotto il controllo del sindaco Maurizio Salari (oggi presidente Vus), e nel 2003, dopo la fusione con Asem, in quelle della Vus. In attesa che il legislatore decida tempi e metodi per rientrare delle accise riscosse, Vus SpA continua a confermare alle Dogane di aver incassato, a netto di ca. 650 mila euro versati all’erario, qualcosa come 8.284.156,90 euro: lo fa con una prima raccomandata del 20 settembre 2004 (la n. 10836) e lo rincoferma due anni dopo, il 21 dicembre 2006 durante un sopralluogo delle dogane negli uffici della multiservizi. Si va avanti così fino al decreto legge 162 dell’ottobre 2008 quando il legislatore fissa nel 40% l’importo dovuto per le accise. Insomma Asm aveva chiesto ai suoi contribuenti molto più (100%) di quello che lo Stato, 11 anni dopo, chiedeva indietro (40%). Cda e management della Spa dell’epoca sembrano intravedere un ‘colpo grosso’ dietro all’operazione accisa e così chiedono di aver rateizzato il pagamento del 40% (e non si capisce il perché, a meno che i soldi delle accise sono già stati spesi per altro) e il “conseguente discarico del 60%”.
Le Dogane di Perugia concedono la rateizzazione (3,3 mln di euro da pagare in 120 rate mensili da 27.613,85€) ma solo in via provvisoria perché ritengono dubbio il restate possesso delle somme traslate ai clienti del gas metano e non versate (4,9 mln).
L’indebito arricchimento – per i funzionari dell’Agenzia che controlla anche i Monopoli l’Asm aveva diritto a sospendere unicamente l’accisa afferente ai propri consumi ed eventualmente a quella dei propri consumatori. Scrive il dottor Cianfrone: “laddove si consentisse alla Società di definire la propria posizione debitoria nei confronti dell’Erario questa verrebbe a trattenere indebitamente presso di sé una ingente somma di proprietà dello Stato per le accise sul gas naturale integralmente addebitate ai consumatori, a titolo di rivalsa, nel periodo di sospensione dei versamenti all’Erario senza aver dato ai consumatori, reali destinatari della norma agevolativa, la possibilità di beneficiare delle agevolazioni cui avevano diritto”. In pratica la Vus “avendo così operato , si è procurata un indebito arricchimento” non avendo peraltro “alcun titolo per trattenere presso di sé le somme riscosse”.
Le Dogane demoliscono anche la richiesta dell’azienda che aveva invocato la prescrizione del debito: fino al 2003 ha effettuato pagamenti parziali – sostengono dall’agenzia perugina – nel 2006 e 2007 ha confermato l’ammontare incassato dall’accisa (8,3 mln) e ancora nel 2009.
Il documento si conclude con la richiesta a pagare, visti i pagamenti rateali fino allo scorso novembre, la cifra di 7.124.832,39 da liquidare entro 15 giorni, scadenza che sarebbe già avvenuta se è vero che l’ingiunzione è stata notificata a Salari prima di Natale.
Lo spaventoso ‘buco’ – come molti ricorderanno quei soldi ‘indebitamente trattenuti’ furono riversati nel 2009, sotto forma di utile, ai soci di Vus, non senza averci pagato una marea di tasse. Un ‘regalo’ atteso da tutti i sindaci del tempo molti dei quali si apprestavano a correre per le nuove amministrative o, l’anno dopo, per le regionali. Ripianare una simile cifra equivale, poco più, poco meno, ad un esborso procapite di 50€ per tutti gli abitanti dei 22 comuni soci di Vus (ca 150€ a famiglia). Stando così le cose il comune di Spoleto, che detiene il 27% del pacchetto, dovrebbe rifondere 1.923.704€; Foligno (48% della proprietà azionaria) € 3.419.919, la quota restante andrebbe in capo agli altri 20 comuni soci. Difficile sapere se i sindaci-azionisti sono stati informati dell’ingiunzione di pagamento, visto che i gruppi consiliari di minoranza di Spoleto (Rinnovamento e Gruppo misto) non hanno ancora ricevuto copia del documento, e cosa intenderanno fare. Certo è che per i folignati si profila una doppia beffa. Da Vus bocche cucite anche se una fonte politica rivela a Tuttoggi.info che il 27 dicembre scorso il Cda ha approvato una delibera attraverso la quale ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale dando al presidente Salari l’incarico di individuare uno studio legale in grado di tutelare gli interessi dell’azienda. Un compito non certo difficile per Salari, di professione avvocato, che avrebbe indicato uno studio legale milanese per sbrogliare la difficile pratica che rischia di far vacillare le amministrazioni della valle umbra sud.
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