Venghino siori e siore alla nuova puntata sulla Minerva, venghino pure e prendano posto a Santo Chiodo, lo spettacolo è gratis. Offerto, ancora una volta, dai responsabili delle categorie di Cgil, Cisl e Uil che – è notizia di pochi minuti fa – hanno deciso di declinare l’invito di questo pomeriggio della Minerva Spoleto per la presentazione del primo veicolo e, soprattutto, del Piano Indutriale messo a punto dalla società che detiene i marchi un tempo della Industrie Minerva (la società del cavalier Marcoaldi miseramente fallita lo scorso ottobre).
Se Gervasi e Cassoli, i proprietari della nuova società, speravano di smuovere le acque annunciando a sorpresa una conferenza stampa, hanno centrato l’obiettivo.
Perchè da stasera i “giochi” si cominciano a far un po’ più chiari, seppur in tutta la loro miseria. Che non sono certo quelli di fare l’interesse dei lavoratori, se si continua ad attuare la tattica dei due pesi e delle due misure.
Pare, il condizionale è d’obbligo, che subito dopo la consegna dell’invito siano cominciati strani “movimenti” che in qualche caso hanno sfiorato pure l’avvertimento, se non proprio la minaccia, a non partecipare all’evento.
Ma il sindacato appare a dir poco spaccato. Uno su tutti la Cgil, visto che il responsabile della camera del lavoro di Spoleto parteciperà invece all’incontro. Con buona pace del nervosissimo Francesco Giannini (Fiom). “E vorrei ben vedere – dice Stocchi a TO® – qualunque azienda che presenta un nuovo manufatto e il proprio Piano industriale merita la massima attenzione del sindacato. Al di là delle scelte che, in questo caso, restano in capo al Tribunale di Spoleto. Si sente parlare di tanti concorrenti, ma al momento questo è il primo Piano Industriale che avrò la possibilità di conoscere”.
Strano modo di agire quello dei tre difensori dei lavoratori, capaci di incontri segretissimi in e fuori regione, con i massimi responsabili delle istituzioni politiche ed economiche come con soggetti privati, pronti a tener fuori dalle trattive persino i loro responsabili regionali e a salire le scale del curatore a due a due pur di carpire qualche novità.
Ma indisponibili ad ascoltare le ‘ragioni’ di una azienda locale. Perchè? Certo, se fose un teatrino – come quelli cantati da Bennato nel musical dedicato a Pinocchio – ci sarebbe da domandarsi chi è il grande burattinaio. Ammesso che ce ne sia, o che ce ne sia uno solo. Perchè ormai lo sanno anche i sassi del vialone che attraversa Santo Chiodo, che sono tre i fan club in gioco: quelli che vogliono a tutti i costi la società di Menci, quelli che tifano per Luzzi della Tecnokar e quelli che invece perserverano nel cercare un accordo fra più aziende spoletine. Povero Gervasi, lui, a quanto sembra, non c’ha nessuno in Paradiso. E “compare” Cassoli non sembra da meno.
Se due più due fa quattro, all’appuntamento di domani non andrà neanche il curatore fallimentare. Ieri infatti lo aspettava anche il Prefetto Laudanna, ma ha preferito non andare. Senza neanche avvisare Sua Eccellenza.
Che, stando a quanto confermano alcuni partecipanti all’incontro istituzionale, avrebbe tentato anche di contattarlo al cellulare. Invano. Sembra che sia andata meglio, pochi minuti dopo l’autorevole tentativo, ad un sindacalista.
La cosa non avrebbe fatto piacere al Prefetto che ha comunque avviato il tavolo istituzionale con tono pacato ma fermo. Salvo, alla fine della riunione, informare i presenti che avrebbe comunque contattato di nuovo il curatore.
Intanto sono i lavoratori della fallita I.M. ad alzare la voce, stanchi ormai della situazione venutasi a creare che ha comportato la mancanza di stipendio dallo scorso mese di ottobre. Si dicono pronti a svuotare il sacco. In parte lo hanno già fatto durante un incontro in cui hanno sostenuto alcune cose a dir poco imbarazzanti, ove confermate.
Come quella che fra il poco personale rimasto in servizio negli uffici della ex I.M., impegnato nelle operazioni legate all’esercizio provvisorio, ci sarebbe almeno un famigliare di uno dei responsabili della ormai fallita società.
Ovviamente la notizia è tutto da verificare, ma sono in molti a giurare che è così. Come pure la notizia, riferita sempre da quella decina di coraggiosi operai, secondo i quali un ex dirigente avrebbe facile accesso all’azienda.
Fantasie derivanti dalla disperazione in cui versano i dipendenti o semplici, imbarazzanti, verità? Di certo le hanno portate all’attenzione del sindacato. Che ormai sembra pronto a digerir ogni cosa (come quella più grave connessa alla presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro della I.M.).
Oggi intanto se ne saprà di più, almeno per quanto riguarda uno dei pretendi alla industria di Santo Chiodo.
Venghino siori e siore, lo spettacolo continua, coriandoli, stelle filanti e fischietti sono gratis. D’altra parte, è carnevale.
(Ca.Cer.)
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