CAMPELLO HA RICORDATO IL SUO CONTE, L’EROE COL COLBACCO. ALLA CERIMONIA MARIA SOLE AGNELLI E IRA FURSTENBERG (Photogallery – Guarda chi c’era) - Tuttoggi.info

CAMPELLO HA RICORDATO IL SUO CONTE, L’EROE COL COLBACCO. ALLA CERIMONIA MARIA SOLE AGNELLI E IRA FURSTENBERG (Photogallery – Guarda chi c’era)

Redazione

CAMPELLO HA RICORDATO IL SUO CONTE, L’EROE COL COLBACCO. ALLA CERIMONIA MARIA SOLE AGNELLI E IRA FURSTENBERG (Photogallery – Guarda chi c’era)

Dom, 21/09/2008 - 23:00

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Campello si è fermata oggi per ricordare il suo Conte. L’intera cittadina umbra, che diede i natali all’eroe con colbacco (come è stato soprannominato l’ufficiale che inserì uno squadrone di cosacchi nelle file dell’esercito italiano durante la seconda grande guerra), ha partecipato oggi alle celebrazioni per i 100 anni della nascita di questo personaggio al quale la comunità deve ancora oggi molto. Alla Santa Messa, officiata dall’arcivescovo Riccardo Fontana, c’erano tutti: i figli Nicoletta (avuta dal primo matrimoni), Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino avuti dal secondo matrimonio con Maria Sole Agnelli. Il pensiero di tutti è andato a Rovero, il primo genito e fratello di Nicoletta, scomparso dieci anni fa. Su Maria Sole, inevitabilmente, si è soffermata l’attenzione dei fotografi come pure sulla nipote Ira Furstenberg, la nota attrice italiana che ha voluto condividere questa celebrazione con i famigliari. E poi i tanti nipoti e pronipoti che si sono ritrovati per rendere omaggio al loro illustre avo e che a mala pena sono entrati nella piccola chiesetta di Santa Maria. Prima del taglio del nastro della mostra, organizzata dai figli con il patrocinio del Comune di Campello e della Fondazione Primoli di Roma, si è tenuta una breve ma importante conferenza presieduta dallo storico Roberto De Mattei che ha tracciato un ritratto di Ranieri di Campello. Non sarebbero bastati neanche due giorni per parlare della figura di questo uomo che, a dispetto di una morte prematura (morì nel 1959), ebbe una vita intensa degna di un film. A lui, come detto, sono legate alcune pagine della seconda G.M.. Come pure quelle dello sport, dal momento che Ranieri di Campello fu uno dei cavalieri più noti negli anni d’oro dell’equitazione italiana partecipando alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e vincendo alcuni dei più prestigiosi premi internazionali. Una passione, quella per i cavalli, che condivise con la moglie Maria Sole, sposata nel 1953 a Villar Perosa. Fu Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri, che quest’anno gli ha intitolato il primo Challenge ponyadi. Non a caso questa mattina erano presenti alcuni dei più importanti cavalieri della storia italiana fra cui gli olimpionici fratelli Angioni, Adriano Capuzzo, Salvatore Oppes, Ludovico Nava e il generale Gutierrez. Una passione quella per i cavalli (come pure per la divisa) che il Conte, e non meno Maria Sole – che vicino Roma ha una tenuta con annessa scuderia – ha in qualche modo “tramandato” anche ai nipoti. Fra cui Ranieri di Campello (figlio di Rovero), ufficiale di cavalleria presente oggi in uniforme ed olimpionico a Seul, e Sara Bertoli (figlia di Argenta), agente di polizia penitenziaria e medaglia di bronzo agli Europei 2007 di Pentathlon. Specialità nella quale si è distinta anche alle Olimpiadi di Pechino. Anche le sorelle l’hanno seguita in questa passione: Alice, caporalmaggiore dell’esercito, ed Evelina, anche lei nella polizia penitenziaria, sono due amazzoni straordinarie. Ma torniamo al protagonista della giornata, al Conte. Nel 1952, l’anno prima delle nozze, fu eletto sindaco di Campello alla guida di una lista indipendente, carica che ricoprì fino alla morte. “Lascio agli storici illustrare il profilo di questo nostro illustre concittadino – dice il sindaco Paolo Pacifici – al quale l’intera Campello deve molto. Anche questa struttura, un tempo scuola professionale, è stata donata dalla famiglia Campello al nostro Comune ed è intitolata a Ranieri. Ora diventerà un complesso culturale. Al 70% la ristrutturazione è già completata e contiamo di inaugurarla a breve. Al suo interno è già presente una biblioteca e una sala lettura. Ben presto arriverà una sala multimediale e uno spazio da destinare alle associazioni cittadine”. Poi l’annuncio: “la mostra sarà permanente, è il minimo che possiamo fare per ricordare chi ha contribuito a sviluppare questo territorio”. Ed eccolo allora lo spazio espositivo. Al fianco di divise e medaglie dell’epoca, fanno bella mostra di sè i tanti trofei conquistati dal Conte. E diverse foto: ora alla testa dei ‘suoi’ cosacchi, ora su una brandina per le ferite riportate nella battaglia di Montelungo, ora a cavallo mentre affronta la steppa russa. Come diverse sono quelle al fianco dei più grandi uomini del tempo: dai generali Clark e Montgomery a Pio XII a Filippo di Edimburgo, alla futura regina Elisabetta. Ha scritto di lui Mario Argenton “se fosse vissuto in altri tempi sarebbe certamente stato un condottiero, un grande capitano di ventura”. E Max David a proposito degli sport equestri: “in equitazione non si può essere solamente atleti o solamente poeti. Ranieri di Campello quando era a cavallo, riassumeva in sè le due virtù”. Un uomo di altri tempi, estremamente generoso in tutto ciò che faceva. Qualità che aveva preso dal padre Pompeo e dalla madre Guglielmina (dama di corte della regina Elena), che è stata per tanti anni presidente delle Dame di San Vincenzo di Spoleto, oggi Volontariato Vincenziano. A Spoleto, dove abitavano nell’omonima piazza, i più anziani ancora si ricordano di quella bella signora. Che spesso andava per le campagne a trovare le famiglie dei contadini che curavano la loro terra. Si fermava a parlare con loro, entrava nelle case. Non guardava la loro produttività, ma le loro condizioni. E quando vedeva che qualche difficoltà, lasciava sempre qualche decina di lire sul tavolo.

(Carlo Ceraso)

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