Una fotografia abbastanza buia delle vacanze estive quella fatta da Confesercenti. Che attraverso un'indagine relativa alle presenze ma anche alle partenze analizza la situazione per questi caldi mesi. Vacanze brevi, di pochi giorni, per lo più in Italia e con spostamenti in auto: la crisi economica si fa sentire e si vede.
Ma vediamo i dati nel dettaglio. Circa 330mila gli umbri che in questa calda estate si sono mossi da casa oppure lo faranno nei prossimi giorni. Il 42% del campione intervistato nell'indagine di Confesercenti e Assoturismo ha fatto o farà le vacanze, mentre il 28% rimarrà a casa (la media nazionale è del 22%). Ancora indeciso il 20%. “La spesa complessiva per le vacanze nella nostra regione – si legge nel dossier – sarà quest'anno di circa 271 milioni di euro e quindi una media di 821 euro a testa. Tale dato è facilmente riscontrabile nelle agenzie di viaggio associate che ci segnalano una diminuzione delle prenotazioni di viaggi e soggiorni. Per far fronte a tale situazione molte agenzie si stanno rivolgendo a banche e finanziarie al fine di impostare programmi di rateizzazione da proporre ai propri clienti”.
Tra gli intervistati il 43% non andrà in vacanza perché costa troppo, il 25% per motivi familiari e il 15% non va mai in vacanza (per lo più si tratta di anziani). La mèta viene scelta prima di tutto in base ai soldi disponibili (56%), poi per la compagnia (30%). Tra le motivazioni anche il costo del carburante, che viene valutato dal 18% delle persone. Dove si va? Principalmente in altre regioni italiane (53%), ma anche nella propria regione (27%) e nel resto d'Europa (33%). Scarsissime le percentuali di chi va in altri stati. Tra i periodi scelti per il riposo estivo in primis c'è il mese di agosto (51%), poi luglio (38%), giugno (24%) e settembre (21%). Ci si sposta principalmente in auto (60%), anche se aumenta l'utilizzo di altri mezzi, più convenienti. Molto gettonato l'aereo (29%), ma non vengono disegnati i pullman (10%), le navi (9%) e i treni (7%).
E se sono in meno a partire, com'è la situazione invece di chi arriva in Umbria? Nei migliori casi vengono confermati i dati del 2007, mentre in quelli peggiori assistiamo a cali del 20-30%. E' il caso di città come Spoleto, Assisi, Perugia e Città di Castello. Segno che nemmeno i grandi eventi come il Festival dei Due Mondi o Umbria Jazz siano riusciti a risollevare le sorti del settore turistico. Stabili invece le presenze a Foligno, Orvieto e Gubbio.
(Sara Fratepietro)