Il sogno è diventato realtà. E da oggi, finalmente, anche Spoleto e i comuni limitrofi hanno la possibilità di una struttura protetta per quei bambini e ragazzi alle prese con problemi che a volte costringono le autorità ad allontanarli dalle rispettive famiglie. Il progetto si chiama “Uffa Sos” e vede coinvolte in prima fila le istituzioni pubbliche e private della città, dal Comune all’IPAB “Mina e Cesare Micheli” alla Cooperativa Il cerchio. A presentarlo oggi è stato il sindaco Massimo Brunini e il vice sindaco Daniele Benedetti. Fra i presenti c’erano due rappresentanti dell’Ipab (Tommaso Barbanera e Massimiliano Rossi), Serenella Banconi (presidente de Il cerchio), l’assessore alle politiche sociali di Castel Ritaldi Aura Di Tommaso e Giancarlo Antonini per la Cisl.
“Questa struttura – ha detto Brunini che ha seguito personalmente la vicenda – ci consentirà di riportare a Spoleto tutti quei giovani e giovanissimi che finora erano sistemati in strutture di altre città. Credo sia facilmente comprensibile l’importanza di poter disporre di una Comunità Educativa in grado, dopo un allontanamento provvisorio dalla famiglia, sia in grado di poter reinserire questi bambini e ragazzi nei rispettivi ‘habitat’. Il nostro teritorio deve essere consapevole che abbiano anche di queste problematiche che devono esser affrontate e risolte con strutture adeguate”.
La Comunità si avvale di un edificio messo a disposizione dall’Istituto Pubblica assistenza e Beneficienza che è stato adeguato alle esigenze degli operatori di “Uffa Sos”.
Un plauso all’opera del Comune di Spoleto è stato rivolto dall’assessore Aura Di Tommaso: “si tratta di un’opera straordinaria che i piccolo Comuni non sarebbero stati in grado di garantire”. “Esprimo soddisfazione per il progetto che l'Ambito ha saputo mettere in campo – dice Paolo Pacifici, sindaco di Campello sul Clitunno – che potenzia quello che era stato avviato tre anni orsono (proprio a Campello con una struttura semiresidenziale ora confluita in quella di Spoleto, n.d.r.) e che costituisce uno strumento avanzato all'interno dei servizi sociali”.
“E’ così che si migliorano i servizi sociali – dice Giancarlo Antonini -, andando ad individuare, progettare e realizzare strumenti in grado di venir incontro alle esigenze di chi è meno fortunato”.
“I prossimi passi che saranno fatti in questo settore al fine di completare tutti gli strumenti di intervento nelle situazioni di disagio per i bambini e ragazzi di Spoleto – ha detto la Banconi – saranno quelli di creare ulteriori opportunità per venire incontro alle esigenze di appoggio e sostegno al minore temporaneamente e/o insieme al suo nucleo familiare”.
Due i servizi attivati e precisamente:
Servizio a ciclo semiresidenziale destinato a 12 bambini e ragazzi che vanno dai 6 ai 18 anni. Il Servizio si caratterizza come comunità diurna ad alta valenza educativa e professionale. È un servizio aperto e flessibile, denominato che opera in tempi extra-scolastici, nei giorni di vacanza scolastica e funziona durante l’intero arco della giornata e della settimana. Qui si organizzano attività ed interventi educativi, ricreativi, di sostegno scolastico e laboratoriale. La titolarità del Servizio è del Comune di Spoleto che ne ha affidato la gestione alla Cooperativa Sociale Il Cerchio.
Servizio residenziale privato autorizzato, capace di accogliere 8 bambini e ragazzi (più i posti cosiddetti per l’emergenza). La Struttura si qualifica come Comunità Educativa ed è caratterizzata da una dimensione di vita di tipo familiare che, nell’accoglienza dei minori, integra o sostituisce temporaneamente le funzioni genitoriali e familiari compromesse, offrendo ai bambini e ai ragazzi un ambiente socio-educativo-relazionale in cui ogni soggetto possa sviluppare ed esprimere la sua personalità ed ottimizzare tutte le proprie risorse e capacità.
La struttura – La struttura è posizionata in pieno contesto cittadino, in prossimità della Piscina Comunale, di molti plessi che accolgono scuole elementari medie e superiori, parrocchie e centri di svago e ricreativi. Il complesso immobiliare si sviluppa su due piani più un seminterrato, in spazi articolati in unità autonome e ciascuna in possesso dei requisiti specifici e risponde alle norme edilizie e urbanistiche. È organizzato al proprio interno, per dimensione e articolazione degli ambienti e degli spazi, in modo da tenere conto il più possibile del criterio di assicurare ai minori una ospitalità di tipo familiare (ambienti personalizzabili, tutela della privacy) e di rispondere alle necessità del lavoro socio-educativo.
Uffa SOS è dotato di camere doppie e camere singole, 1 stanza per l’educatore in servizio notturno e stanze adibite a soggiorno e libere attività; vi è una zona pranzo dotata di caminetto e di un locale adibito a cucina. Sono presenti n 3 bagni, di cui uno accessibile ai disabili. Annessi alla struttura sono presenti lavanderia, ripostigli e dispensa.
(Carlo Ceraso)
modificato alle 22.16