Servizi sociali di comprensorio per ottimizzare gli interventi a fronte di nuove e maggiori vulnerabilità: va in questa direzione la Convenzione a cui gli 8 comuni dell’Alto Tevere umbro hanno dato un via libera preliminare attraverso le rispettive commissioni, riunite a Città di Castello, comune capofila della zona sociale.
In concreto amministratori e rappresentanti di Città di Castello, Umbertide, San Giustino, Montone e Pietralunga, Citerna, Monte Santa Maria Tiberina e Lisciano Niccone hanno compiuto il primo passo verso “un welfare comunitario in cui la gestione associata non sarà soltanto una strategia ma uno strumento operativo ordinario nelle erogazione di servizi, destinati a rimuovere e superare le situazioni di bisogno che la persona umana incontra del corso della sua vita” spiega il presidente della Commissione Servizi Giovanni Procelli, sintetizzando i lavori della “supercommissione” di martedì 6 dicembre.
L’obiettivo è una rete sociale uniforme in tutto il territorio dell’Alto Tevere Umbro, che offra ai cittadini le stesse opportunità nei settori dove oggi si annida la fragilità: mediazione familiare, disabili e adulti disabili, minori e minori con bisogno di assistenza, non autosufficienza, riconosciuti anche dalla Regione Umbria, campi prioritari del Fondo sociale europeo
“In questi anni – spiega l’assessore tifernate ai Servizi Sociali Luciana Bassini – è stato realizzato un sistema articolato in differenti livelli di welfare a seconda del target e dell’intensità dell’intervento. L’esercizio in forma associata delle funzioni e dei servizi si è rivelato uno strumento efficace sia per progettare che per programmare insieme e garantire la qualità dei servizi offerti e il contenimento dei costi”.
Il coordinamento politico e istituzionale della Zona sociale n.1 sarà esercitato dalla Conferenza di Zona, composta da tutti i sindaci dei Comuni, e attuato attraverso un Piano annuale: “Ci aspettiamo anche una semplificazione delle procedure nella prospettiva del Sia, strumento di prevenzione e contrasto al disagio, che l’ambito ha già sperimentato perché coinvolge e responsabilizza il soggetto, collegando il sostegno pubblico non all’emergenza ma alla rimozione delle cause di criticità”.
Ora l’ultima parola sarà dei Consigli comunali che dovranno varare la convenzione: “Abbiamo sfide molto importanti davanti a noi, che nessuno può affrontare in autonomia per la complessità dei problemi e la dimensione anche economica degli interventi – conclude la Bassini – Con la zona sociale siamo in grado di attuare quel welfare mix necessario a mantenere la sensibilità e il monitoraggio sul territorio, superandone i limiti finanziari e organizzativi”.