“Vietato sognare” (Forbidden Childhood): viaggio nell'inferno di un'infanzia negata. Il nuovo documentario di Barbara Cupisti sulla difficile condizione di vita dei bambini palestinesi, nati e cresciuti in mezzo al conflitto sarà presentato in anteprima regionale sabato 26 settembre, presso il Teatro Pavone di Perugia, alle ore 21. L'evento, cha fa parte del cartellone dell'”UmbriaMusicFest”, è stato realizzato in collaborazione con Amnesty International e con l'Accademia Teatro del Pavone.
Con questo lungometraggio Barbara Cupisti ha vinto il premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International alla 45ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e il premio come Miglior Film alla Seconda Edizione del Bahrain Human Rights International Film Festival. Realizzato nel 2008, il documentario dura 92 minuti.
ll film, che illustra la condizione dei bambini palestinesi alle prese con una quotidianità di violenza e senza un futuro, è stato girato tra i Territori Occupati e gli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, l'ex combattente palestinese Ali Abu Awwad, già nella prima Intifada e ora uno dei leader del movimento pacifista ‘Al Tariq', e l'ex soldato israeliano Elik Elhanan, un portavoce dell'associazione ‘Combatants for Peace', tentano di trovare una soluzione al conflitto attraverso il dialogo e la non violenza. Dopo aver abbandonato la via della vendetta, cercano di trovare una nuova strada nel reciproco ascolto delle motivazioni del nemico, nonostante le rispettive opinioni pubbliche sembrino sorde ad esse. Il film è uno sguardo trasversale sugli scontri, le sofferenze e le speranze di giovani attivisti sia dello Stato d'Israele che della Palestina, che lottano per un futuro migliore delle giovani, ignare e innocenti vittime di uno dei più tragici conflitti dell'epoca contemporanea. Girato insieme a “Madri” (premiato col David di Donatello nel 2008), questo documentario ne costituisce la prosecuzione nell'ascolto dei degni figli ideali, i “combatants for peace”, ONG di ex soldati ebrei e miliziani palestinesi che insieme cercano una soluzione al conflitto. Dure storie luttuose e percorsi ardui e sofferti di chi è cresciuto in ambiente militare o in una colonia, chi nei territori occupati o in un campo profughi subendo soprusi fin da piccolo.