Creare posti di lavoro e continuare a puntare sulla sanità: questi due dei punti cardine del programma di governo della Regione Umbria, così come illustrato questa mattina in Consiglio dalla rieletta presidente Catiuscia Marini, insieme ai 5 membri della sua giunta. Il suo è stato un intervento di 40 minuti, durante il quale Marini ha potuto illustrare tutti gli elementi del suo piano di governo. La discussione che presumibilmente occuperà tutta la giornata di oggi. Ma la presidente non sarà naturalmente da sola, e ha anzi detto di sperare di trovare al suo fianco “il contributi di tutti i soggetti” dell’assemblea legislativa. L’opposizione di centro destra non si è fatta invece attendere: il suo portavoce , Claudio Ricci, ha già annunciato una sorta di “contro programma“. La discussione in aula occuperà, presumibilmente, l’intera giornata di oggi.
Sembra dunque necessaria una “legislatura di attacco” nelle parole della presidente, che dovrà “agganciare i timidi segnali di ripresa che si stanno manifestando”. Saranno dunque necessarie “azioni di governo per rafforzare la competitività delle imprese e per creare posti di lavoro“. Marini ha perciò annunciato che proporrà “un nuovo patto per il cambiamento e l’innovazione”, insieme ad un “nuovo modello di concertazione, senza più tavoli generali ma con cabine di regia specifiche per singoli e mirati obiettivi. Mi trovo a guidare per altri cinque anni l’Umbria in una fase molto complessa ma anche affascinante, perchè si sta imponendo un forte spirito riformatore, per sostenere il quale vanno messe a sistema le migliori energie, saperi e competenze, superando demagogie, populismi e sterili contrapposizioni“.
Si insiste poi su quella che per la maggioranza seduta negli ultimi anni in Consiglio Regionale dell’Umbria è le punta di diamante del lavoro della giunta Marini, ossia la sanità. “Vogliamo continuare a fare molto bene in sanità, com’è è accaduto negli ultimi anni in Umbria, non soltanto perchè questo comparto è il cuore del welfare regionale, ma anche e soprattutto perchè se si sbaglia in sanità si mettono a repentaglio i bilanci delle famiglie e delle imprese“. Marini ha ribadito “l’impegno a sostenere e salvaguardare il sistema pubblico ed universalistico: ma chi vuole continuare a mantenere questo sistema – ha sottolineato la presidente – ci deve dare una mano a riformarlo laddove ne esiste la necessità, per renderlo finanziariamente sostenibile”.
Dall’opposizione, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, ha dichiarato: “controlleremo, come deve fare ogni opposizione che si rispetti, gli atti prodotti dalla maggioranza: ma al tempo stesso saremo un’opposizione incisivamente propositiva, per dimostrare di essere capaci, in futuro, di guidare la Regione Umbria”. Spazio anche alle prime polemiche: “Mi sarei aspettato di trovare nel programma di legislatura della presidente Marini un capitolo sulla sicurezza. Di cui invece non si parla per niente. E’ trattato invece il tema dell’omofobia e della transfobia“: lo ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Raffaele Nevi, intervenendo stamani in aula nel dibattito sulle dichiarazioni della presidente della giunta.
Lo stesso Nevi ha messo in evidenza anche “un’altra grave lacuna del programma della presidente, nel quale non si parla nè di riduzione delle tasse e della spesa pubblica, nè della capacità di attrarre investimenti in Umbria”.
Show 5 stelle – Avevano già parlato di rendere la Regione un “palazzo di vetro” e oggi tornano a insistere sulla questione della trasparenza: sono i consiglieri pentastellati, che, nelle parole del capogruppo Andrea Liberati, hanno descritto la Regione come “un vetro opaco“. Al centro del problema le carte, pare richieste da giorni, sulle spese della scorsa legislatura, “che non ancora non ci sono state consegnate“, dicono. “Allora il sottoscritto (Liberati, ndr) resterà qui non soltanto per l’intera giornata ma all’infinito, finchè non ci saranno consegnate queste carte. Mi sono portato dei vestiti di ricambio. Quello che succede veramente in Regione” è un lungo elenco di esborsi (per centinaia di migliaia di euro) per i consiglieri uscenti, insieme ad una sorta di “scheda“, per ogni assessore della giunta regionale, di incarichi esterni – a giudizio del capogruppo Cinquestelle – confliggenti con quello di amministratore regionale.
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