Tante le apparizioni ad Umbria Jazz. Una delle ultime nel 2017 lo vide protagonista con la sua suite per archi e quartetto, Emanon
Sono state tante le volte che questo stupefacente sassofonista poco appariscente, molto compassato nella sua corporatura minuta, ha solcato i palcoscenici dell’Umbria e nello specifico quelli di Umbria Jazz. E’ stato un grande e sincero amico della nostra terra.
Se ne va a 89 anni Wayne Shorter uno dei pilastri del jazz, che ha fatto scuola e deliziato moltitudini di appassionati in giro per il mondo, a partire dagli anni ’60 fino ad arrivare alle ultime sue apparizioni all’Arena Santa Giuliana di Perugia nel 2017 con quella che potremmo definire la sua summa artistica, la suite per quartetto e orchestra in 3 movimenti EMANON (no name rovesciato).
Shorter era come una enciclopedia vivente dei più importanti movimenti artistici nel campo del Jazz. In principio furono i celeberrimi Jazz Messengers del batterista Art Blakey con cui vennero perfezionati i canoni dell’hard bop. Poi con una delle tante incarnazioni del genio Miles Davis, il quintetto del periodo elettrico nei tardi anni 60 e infine con la jazz-fusion e jazz-rock dei Weather Report nella decade successiva. Uno dei capitoli più importanti della scena musicale degli anni ’70-’80, almeno fino alla presenza nel gruppo del genio assoluto, Jaco Pastorius.
In quei tempi erano davvero pochi i gruppi che potevano competere al livello internazionale con i Weather Report ed i Italia erano probabilmente solo due, i Perigeo di Giovanni Tommaso e Franco d’Andrea e gli Area di Demetrio Stratos che nel caso specifico erano gli unici ad avere un cantante, appunto Stratos.
Ma allo scioglimento dei Report, Shorter indomabile iniziò una serie di collaborazioni che dire stratosferiche è nulla.
Cominciamo con Joni Mitchell in una decina di album, per proseguire con il mito Carlos Santana, di cui su Youtube esistono testimonianze stupefacenti dal vivo. Qui a Montreux Jazz in Elegant People scritto per i Weather Report e suonato con la band di Santana.
Prima di valicare poi la soglia decisiva dei movimenti musicali degli anni ’80, Shorter da vita ad una collaborazione importantissima, proseguita anche nei primi anni ’90, quella con gli Steely Dan. Celebre quella nell’album Aja del 1977 che fece conoscere ed apprezzare gli Steely Dan al grande pubblico. Un passaggio ad una scrittura più sofisticata che accompagnerà Shorter fino alla composizione della sua Suite Emanon.
Ben 11 Grammy vinti e una amicizia collaborativa anche con Pino Daniele che definiva, “Il gitano di Napoli”.
Molto sentito l’omaggio del sito di Umbria Jazz che dedica a Shorter una evidenza della sua Home Page con un commento, “È davvero un pezzo importante del jazz che se ne va con Wayne Shorter. Uno dei più grandi protagonisti della musica americana del dopoguerra. Sassofonista innovativo, compositore geniale, cuore e mente di innumerevoli formazioni che hanno scritto la storia: i Jazz Messengers, il quintetto di Miles Davis, i Weather Report, fino al suo ultimo, leggendario quartetto. Umbria Jazz, che ha avuto la fortuna di averlo avuto tante volte nelle sue edizioni, lo ricorda con affetto, ammirazione e riconoscenza per i momenti emozionanti che ci ha dato.”
Per chi scrive Shorter rimarrà sempre quello del 2017 a Perugia, “Il tenero Wayne Shorter che dall’alto dei suoi 83 anni ha offerto un concerto al pubblico di UJ di quel genere per cui si serba un ricordo indelebile”. Ed è proprio così che ce lo vogliamo ricordare.
Umbria Jazz, il tenero Wayne Shorter regala una raffinata suite al Santa Giuliana
(modificato alle 14,55 del 3 marzo)