In seimila all'Arena Santa Giuliana applaudono e si emozionano per il mega evento di chiusura con Jeff Beck e Johnny Depp sul main stage
E alla fine anche Johnny Depp è passato da noi. Che lo abbia fatto da chitarrista e cantante per un concerto del monumentale Jeff Beck non è solo un dettaglio a quanto pare.
Ieri sera, 17 luglio, ultima data di UJ22, l’Arena era divisa tra Beckiani e Deppiani quasi un egual misura. Il fascino e la curiosità sul Pirata, l’attore, lo sciupafemmine (forse) e da ultimo anche il rocker consumato, sembrava in primo momento avessero la meglio. Poi girando tra il pubblico per immortalare le “facce da Depp” dell’evento, ci siamo resi conto che una parte consistente dei 6mila che sono accorsi per l’evento perugino, erano appassionati e fedeli fan dell’incredibile Jeff Beck.
“Dio” Beck
Beck, 78 anni portati come fossero 30-40, suona con la stessa intensità di quando era negli Yardbirds, orfani di Eric Clapton. Non è un caso che Beck è considerato tra i 100 migliori chitarristi, mentre nel 2009 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Dalla sua chitarra esce di tutto, blues rock, heavy metal, fusion e hard rock. Un deus ex machina inimitabile e dalla figura enigmatica. Occhiali scuri sempre calati sul naso, stesso taglio di capelli da decenni, varia chincaglieria etnica tra braccia e collo, e scarponi di peso a i piedi tipo quelli da motociclista. Inconfondibili le mani forti e ossute e la tecnica di esecuzione, rigorosamente senza plettro. Il tutto suonato con una chitarra costruita su misura per lui (Fender Stratocaster) modificata per ottenere al meglio una serie di suoni come il “vibrato” di cui è considerato il massimo esperto.
Beck non è quello che si dice un chiacchierone da palco, e il suo discorso preferito è la musica che suona generosamente e con una padronanza che ti fa sentire protetto da qualsiasi bruttura. Si limita così a qualche buonasera e ciao!
E se uno come lui si sceglie Johnny Depp per compagno di avventura nei suoi concerti, e gli offre anche una ribalta consistente, alla fine i suoi calcoli deve esserseli fatti, considerando Johnny un buon interprete. E’ naturale che su tutto si materializzi l’ombra dello showbiz, ma il concerto visto al Santa Giuliana è stato fin troppo onesto dal punto di vista musicale e della esecuzione.
La parte destinata a Beck non si discute dalla prima all’ultima nota, con l’unico rammarico che quando Jeff suonava con quel matto di Vinnie Colaiuta alla batteria e Tal Winkelfeld al basso (all’epoca una minorenne di smisurato talento), il suono generale dei suoi pezzi sembrava più misurato e pulito. Indimenticabili le molte versioni di Cause We’ve Ended As Lovers, peraltro suonata anche ieri a Perugia. Ma queste sono opinioni personali e non necessarie. (Foto Umbria Jazz)
L’onesto Pirata
Ovviamente l’Arena si accende quando Johnny Depp fa il suo ingresso sul palco. Ma non c’è nulla di strabiliante tanto Depp entra contenuto e misurato nel rispetto di chi veramente è il padrone della serata.
Chi è all’Arena per altri motivi che non siano la musica rimarrà forse deluso perchè Depp si impegna moltissimo nella sua versione di rocker della tradizione. Scapellato al punto giusto, gilet d’ordinanza e vari fazzoletti lasciati disordinati dalle tasche. Dei tatuaggi inutile parlarne quelli sono ormai come gli stickers trasferibili di quando eravamo bambini noi negli anni’60 sulla spiaggia di Senigallia, e ogni giorno ce n’era una novo da mettersi addosso.
Stile canoro ed esecutivo di una assoluta ortodossia, molto somigliante alle movenze di John “Cougar” Mellencamp, ma anche di “nonno” Keith Richards, quando per ricercare il suono giusto ci si allarga sulle gambe e piegati in avanti si va a cercare le corde giuste all’altezza degli stinchi. Insomma tutto l’armamentario del bravo Rocker. Falcate da passeggio per tutto il palco e scambio di amorevoli sensi con Beck. (Foto Umbria Jazz)
La parte vocale di Depp, procede a fasi alterne in alcuni momenti sembra andare alla perfezione, poi su qualche ballata l’intonazione sparisce in qualche pertugio, anche se la potenza di suono copre la defezione. Ma del resto non si può mica pretendere la perfezione rockettara da uno che fa l’attore di professione.
Può tornare utile sapere che Depp, nelle date dei concerti del tour si presenta solo il giorno del concerto per il sound check e poi ovviamente per il concerto stesso. Dove sia nell’intervallo tra una data e l’altra nessuno lo sa. Voci di corridoio dicono che ami gironzolare anonimo in ogni dove, accompagnato da una macchina con autista e stop. Di una semplicità assurda per uno come lui. Eppure il suo mimetismo rispetto allo showbiz ce lo fanno sembrare molto simpatico e alla mano. Tanto che gli si perdona anche il fatto che in qualche caso ruba la scena a “Dio” Jeff Beck. Ma “Dio”, si sa, può sempre fulminarlo se occorre!
I 6mila e forse più, dell’Arena sono decisamente contenti del concerto, ricco al punto giusto di offerta musicale e con due bis che non guastano mai. Tutto molto ordinato e serio con appendice finale di un manipolo di fan scatenati e irriducibili che si aggrappano alle reti esterne dell’Arena, proprio dietro al Back Stage nella speranza di poter salutare Johnny il Pirata, che probabilmente è già smaterializzato dopo aver spiegato le vele.
In ogni caso una degna chiusura per Umbria Jazz22 in attesa del 50ennale del 2023 (e dei 90 anni di Carlo Pagnotta). Sting e Lenny Kravitz all’orizzonte?…
Foto Gallery finale e video: Tuttoggi.info (Leopoldo Vantaggioli)