Sara Minciaroni
Quale sia il legame che unisce una serata di musica house ad Umbria Jazz è la domanda che molti ancora si stanno ponendo. E ieri sera a tendere un filo meno sottile come nesso tra il Festival e questo evento di massa ci hanno provato. Stavolta rispetto allo scorso anno lo spettacolo è più complesso con l'intervento di musicisti dal vivo: il pianista Giovanni Guidi, il trombonista Gianluca Petrella e il percussionista Leonardo Ramadori lo show si chiama “Rhythm, Harmony and Repetition of Forms”. Ma la risposta forse conta poco a fronte delle oltre 10 mila persone che ieri sera Mr Dj Ralf ha portato in piazza IV Novembre. Come se questa bastasse da sola a contenerle.
Un fiume di gente, letteralmente accalcata su tutto Corso Vannucci, via Calderini, piazza Danti e piazza Morlacchi e ancora in ogni vicolo che conduce al centro storico. Un'onda saltellante che come magma ha ribollito, gorgogliato e incendiato la notte di Perugia. Come uno sciamano dall'alto del palco Ralf, ha ipnotizzato il suo pubblico fatto di giovani e giovanissimi arrivati da ogni parte dell'Umbria, anche con autobus organizzati. Una zona franca, dove per una notte, tutto sembrava concesso. E l'alcol è scorso a fiumi, a dispetto delle ordinanze, dell'età e della mancanza di gabinetti (vicoli ridotti a vespasiani). Sembra l'ennesima potenza della rappresentazione di una festa, quando i genitori vanno al mare e i figli restano a casa a godersela. Alle 23 il centro già straborda, il traffico viene chiuso e una jungla fatta di corpi inizia a ballare.
Ballano dappertutto, ballano sopra i cocci rotti di bottiglia, perchè detto alla De Gregori “Non conosce paura l'uomo che salta e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride perché ferirsi non è possibile”. Beata gioventù, in una notte come questa dove il domani è relegato in molti casi solo ai postumi di una sbornia colossale. Fortunatamente tutto è andato liscio, le preoccupazioni erano tante, soprattutto sul versante ordine pubblico. Lo spettro di quel periodo alla fine degli anni '70 in cui il Festival venne sospeso per sei edizioni è lontano e dimenticato, qualche bicchiere e schiamazzo notturno di troppo non sembra aver nulla a che fare con le agitazioni degli anni della contestazione. Tutto si è risolto con qualche lite senza feriti e senza denunce tranne che per un venditore ambulante di merce contraffatta che si è rivoltato contro gli agenti della municipale beccandosi una denuncia per resistenza. Due multe a gestori di locali per aver dato alcol a minori di 16 anni e dopo la mezzanotte.
La musica è finita poco prima delle quattro del mattino. Molto più tardi il centro lentamente si è svuotato. La gente è defluita a piedi, verso i parcheggi fuori dal centro, nonostante il Minimetrò fosse rimasto funzionante fino alle tre. All'alba l'acropoli si è animata di un altro popolo, quello degli addetti alle pulizie, per loro l'unico sottofondo quello dei vetri da ammassare e portar via. Tutto è tornato alla normalità, almeno fino al prossimo anno. Ralf ha colpito ancora e ha fatto un “centro storico”, in tutti i sensi. Nemo propheta in patria? Per lui non vale.
(Foto dal profilo FB di UJ)